di Chiara Santomiero
ROMA, mercoledì, 2 febbraio 2011 (ZENIT.org).- E’ iniziato questo mercoledì, presso il Pontificio Seminario Romano Minore, un ciclo di sei incontri per gli animatori della comunicazione e della cultura della diocesi di Roma.
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Il corso, sul tema “Siti parrocchiali. Istruzioni per l’uso”, si svolge per iniziativa dell’Ufficio comunicazioni sociali e del Servizio di pastorale giovanile della diocesi di Roma, in collaborazione con l’Associazione webmaster cattolici italiani (WeCa), il Progetto Portaparola di “Avvenire”, l’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi) Lazio e l’Azione cattolica di Roma.
Il primo incontro dedicato a “Chiesa e media, leggere le avvertenze” ha visto come protagonisti Angelo Zema, incaricato dell’Ufficio diocesano di comunicazioni sociali di Roma e Umberto Folena, giornalista di “Avvenire” che ha ripercorso il magistero della Chiesa relativamente all’uso dei media.
Si prosegue il 16 febbraio con “La comunità in rete”, tema che sarà trattato da mons. Marco Fibbi, parroco di S. Romano martire. Il 23 febbraio, il terzo degli incontri unitari è affidato a Giovanni Giacobbe, giurista e professore emerito dell’Università Lumsa, sul tema “Web e aspetti legali”.
Sono quindi previsti due laboratori di approfondimento che si svolgeranno entrambi nei giorni 2, 16 e 23 marzo e che avranno ad oggetto “Pensare e scrivere i contenuti” e “Progettare e gestire il sito”. I laboratori vedranno come docenti Fabio Bolzetta e Leo Spadaro, del WeCa e Paola Springhetti del Direttivo nazionale dell’Ucsi.
“L’obiettivo del corso – ha spiegato a ZENIT Angelo Zema – è insistere con le parrocchie perché utilizzino le nuove tecnologie come strumento di evangelizzazione”. In questa prospettiva occorre “attrezzarsi ad accogliere la sfida del web.0 che è appunto quella su cui si muoverà il corso”.
Un ulteriore incitamento viene dal messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali; “il Santo Padre – ha concluso Zema – ci ha ricordato come i siti Internet parrocchiali devono essere un luogo non solo di informazione ma di relazione, soprattutto con i più giovani”.
