“Dio è tornato”

Il Cardinale Angelo Scola parla di “grossa sorpresa”

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 25 agosto 2010 (ZENIT.org).- In un editoriale pubblicato in prima pagina questo mercoledì da “Meeting Quotidiano”, il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha affermato di aver scoperto che Dio è tornato nella società postmoderna.

“Fino a quindici anni fa circa si parlava dell’eclissi di Dio giungendo anche ad affermare che la sfera religiosa sarebbe del tutto sparita dalla società”, ma oggi – scrive il Patriarca -, “se si eccettuano taluni tentativi di elaborare un nuovo ateismo, giudicato dai critici come più stravaganti che oggettivamente pertinenti, siamo di fronte a una grossa sorpresa: Dio è tornato”.

Secondo il porporato, oggi la domanda cruciale non è più “Esiste Dio?”, ma piuttosto “Come aver notizia di Dio?”, e soprattutto “Come nominare questo Dio perché l’uomo postmoderno lo percepisca significativo e quindi conveniente?”.

Citando Eberhard Jungel, docente di Teologia sistematica e Filosofia delle religioni all’Università di Tübingen, il Cardinale ha spiegato che per parlare di Dio all’uomo postmoderno “si deve azzardare l’ipotesi che sia Dio stesso che viene nel mondo ad abilitare l’uomo a divenirgli familiare”.

“Per l’uomo di oggi – ha precisato il Patriarca –, la questione non è tanto se esiste Dio, ma se esiste cosa ha a che fare con me ogni giorno?”.

Il porporato ha sostenuto che “è nel DNA della mentalità occidentale la convinzione che Dio si è fatto conoscere e si è reso familiare perché si è compromesso con la storia degli uomini”.

Il Cardinale Scola ha aggiunto che “è attraverso una persona vivente, Gesù Cristo, che Dio ci viene incontro”.

Per comprendere “la lingua della creatura che il Verbo incarnato ha voluto liberamente assumere”, il Patriarca ha proposto di “comprendere la grammatica che è capace di narrarci il divino”.

“Solo così – ha concluso – il cristiano sarà in grado di confessarlo come il suo Signore e Dio”, e ogni uomo, anche colui che si dice non credente, “lo potrà riconoscere”.

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ZENIT Staff

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