Il lungo viaggio degli oggetti di falegnameria che aiutano il Perù

Apre a Roma la mostra “Fatti a mano. Sulle Ande”

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, venerdì, 5 febbraio 2010 (ZENIT.org).- La solidarietà non ha confini e viaggia con ogni mezzo di trasporto; anche con gli asini. Sono infatti questi animali che aiutano gli artigiani del Perù a trasportare dai villaggi delle Ande alle città i preziosi oggetti di falegnameria che in questi giorni approdano, come ormai da qualche anno, a Roma per la mostra “Fatti a mano. Sulle Ande”.

L’esposizione di mobili, arredi e oggetti di arte sacra di giovani artisti peruviani è organizzata dall’Associazione Don Bosco 3A e dall’Operazione Mato Grosso e verrà ospitata nei locali della Basilica di San Carlo al Corso (Via del Corso 437) dal 6 febbraio al 7 marzo.

Realizzati interamente a mano dai ragazzi della Sierra Andina, gli oggetti spiccano per la cura dei particolari – i chiodi e le viti sono sostituiti con incastri a nido di rondine – e l’originalità delle forme, che ricorda l’arte degli antichi abitanti della terra peruviana. Ogni pezzo viene seguito da un ragazzo dal progetto alla realizzazione completa.

Un “taller” per la vita

L’Operazione Mato Grosso è un movimento nato nel 1969 quando un gruppo di ragazzi rispose con entusiasmo all’invito di un sacerdote salesiano, padre Ugo De Censi, a recarsi in Mato Grosso (Brasile), dove viveva come volontario un suo confratello, per costruire una scuola.

Rientrati in Italia, i giovani hanno continuato spontaneamente a raccogliere aiuti per i poveri che avevano conosciuto nella missione, e hanno accompagnato padre Ugo quando nel 1975 ha deciso di vivere tra i poveri come parroco di Chacas, un villaggio situato a 3.200 metri di altezza alle pendici della Cordigliera delle Ande, in Perù.

Nel 1979, come risposta concreta alle richieste dei poveri di migliorare le loro condizioni, padre Ugo ha aperto una scuola di falegnameria e di intaglio del legno (taller) per ragazzi. Da allora sono nate altre tredici scuole in altrettante missioni dell’Operazione Mato Grosso.

I giovani che le frequentano sono scelti fra i più poveri e vengono accolti gratuitamente per cinque anni nella casa parrocchiale, dove vengono educati al lavoro, all’arte e all’amore per il prossimo.

Terminata la scuola, i ragazzi ricevono in regalo gli attrezzi da lavoro e possono scegliere se iniziare una nuova attività altrove o entrare a far parte della Cooperativa Artesanal Don Bosco.

Attualmente lavorano nella Cooperativa 700 ragazzi. L’Associazione Don Bosco 3A è stata istituita in Italia per diffondere i loro prodotti, in modo da garantire loro uno stipendio. L’eventuale guadagno della vendita viene impiegato per realizzare opere sociali in Perù.

Padre Ugo De Censi ha spiegato che il motivo per cui ha avviato i laboratori di falegnameria per i ragazzi è “tenerli vicini alla loro terra, alla loro gente, ai valori, perché siano buoni, gratuiti, aiutino chi ha ancora più bisogno di loro, non si lascino conquistare dal mondo moderno, dal falso, dall’inganno delle luci artificiali”.

“Ho sempre sentito questo proverbio: non devi dare il pesce ma devi insegnare a pescare. E’ quello che stiamo facendo”.

L’esposizione è aperta con ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 20.00.

Per ulteriori informazioni: http://www.omgroma.com/ o http://www.donbosco3a.it/

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ZENIT Staff

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