PARIGI, mercoledì, 3 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Le donne musulmane sarebbero “ancora più emarginate” se in Francia si adottasse un disegno di legge contro il “velo integrale”, sostiene il presidente del Consiglio per i rapporti interreligiosi della Conferenza Episcopale Francese.
Monsignor Michael Santier ha pubblicato questo lunedì un comunicato sulle conclusioni della commissione dell’Assemblea nazionale incaricata di approfondire la questione del velo islamico integrale.
Nel testo, il Vescovo sottolinea che la missione parlamentare sul “velo integrale” “non ha ritenuto opportuno ascoltare l’opinione dei responsabili religiosi cristiani ed ebraici”, né di rispondere alla loro lettera al presidente della missione.
Invita anche “i cittadini francesi, e in primo luogo i cattolici”, a non “lasciarsi prendere dalla paura e dalla teoria dello scontro tra le civiltà”, ma a privilegiare la via del “dialogo” e del “rispetto reciproco”.
Secondo il rappresentante dell’episcopato, “la proposta di una risoluzione che abbia l’assenso dei responsabili del culto musulmano e, a quanto pare, di vari partiti politici può essere un atto importante”.
“Ho molte riserve su una legge che non risolverà la questione”, ha aggiunto il presule, avvertendo che “il risultato potrebbe essere contrario all’effetto desiderato e portare, per reazione, a un aumento del numero di donne che portano questo indumento”.
“Il Consiglio Nazionale di Culto Musulmano, attraverso il suo presidente, il signor Moussaoui, ha dichiarato chiaramente che il ‘velo integrale’ non è un segno religioso e che il Corano non chiede alle donne di portarlo”, ha ricordato.
“Deve prevalere il buonsenso – ha continuato –. Il numero di donne che portano il velo integrale è molto limitato, le decisioni prese non devono portare a stigmatizzare i credenti musulmani”.
Il comunicato indica che è “essenziale distinguere la maggioranza dei nostri cittadini musulmani, che chiede di poter praticare liberamente il proprio culto, da una minoranza che, in nome dell’islam, cerca di destabilizzare le democrazie”.
“Se vogliamo che i cristiani in situazione di minoranza nei Paesi a maggioranza musulmana dispongano di tutti i loro diritti – dichiara –, dobbiamo rispettare nel nostro Paese i diritti di tutti i credenti all’esercizio del loro culto”.