di Roberta Favorini
ROMA, mercoledì, 27 gennaio 2010 (ZENIT.org).- “Tutti siamo in diritto di chiedere una televisione migliore e abbiamo il dovere di farlo”. In questa frase pronunciata da Luca Bernabei, direttore delle attività produttive della Lux Vide, è sintetizzato il senso del lavoro che la sua società sta portando avanti con coraggio, ma anche con successo di pubblico, dal 1992.
Queste sono le parole che venerdì 15 gennaio, a Roma, nella prestigiosa sala dell’ICEF (Iniziative culturali, educative e familiari), Luca Bernabei ha pronunciato presentando, davanti a una sala gremita, uno specimen del nuovo film per la televisione “Sant’Agostino”, diretto da Christian Duguay in una produzione congiunta italiana, polacca e tedesca.
“Si deve produrre spettacolo – ha aggiunto - tenendo conto che dall’altra parte dello schermo ci sono sempre Persone”, per le quali la Lux Vide vuole essere prima di tutto fornitrice di contenuti pensati per offrire un lavoro valoriale, che arricchisca, oltre che divertire e divulgare.
Gli ascolti ottenuti da serie di successo, che vanno dalla “Bibbia” a “Don Matteo”, per passare a filmati come “Enrico Mattei”, ”Giovanni XXIII”, ”Guerra e pace”, ”Padre Pio”, gli danno ragione.
Lo stesso Papa Benedetto XVI avrebbe chiesto di produrre questo film su S. Agostino, infaticabile cercatore di un senso alla sua vita e alla sua storia. Il suo pensiero lega tutto il film: la biografia è di quelle “accattivanti”, c’è un prima e c’è un dopo.
In Agostino giovane e brillante avvocato si scorge la stessa insoddisfazione che ancora oggi rende inquieti molti uomini, anche se di successo; trapela la stessa curiosità intellettuale degli uomini di cultura e dei giovani di oggi che si pongono ancora le stesse domande: “perché Dio mi ha creato?”, ”perché c’è il male?”, ”cosa c’è dopo la morte?”.
Il santo è interpretato da Alessandro Preziosi che - particolare curioso - ha svolto la professione dell’avvocato prima di diventare un attore e ha dato un profilo convincente del graduale ma inesorabile avvicinamento alla luce della Fede; la madre è Monica Guerritore, dolente ma combattiva; Sant’Ambrogio, tramite della Grazia per la conversione, è Andrea Giordana, autorevole e saldo nella sua missione, costretto a fare da contraltare al potere imperiale, che si sentiva sminuito dal prestigio che irreprensibili Vescovi avevano acquisito agli occhi del popolo.
La ricostruzione molto curata degli episodi storici e degli ambienti contribuisce ad offrire un prodotto di alta qualità sia negli aspetti spettacolari che di contenuto.
Il film inizia proprio a Ippona (attuale Tunisia) col Vescovo Agostino, che accoglie i profughi fuggiti da Roma, conquistata e saccheggiata dai Visigoti; la mente dello spettatore non può non correre alla realtà attuale che ribalta il flusso di disperati in cerca di speranza dalle coste africane verso le coste dell’Italia.
Tutto il film riporta nelle atmosfere a un parallelo tra l’ansia, il disagio e il disorientamento per la fine di un mondo e i sentimenti che pervadono oggi i paesi occidentali: ora come allora. Le scene finali, invece, prospettano la nascita, dalla fusione tra Barbari e Cristiani, di una nuova “città terrena”, diversa, inaspettata e destinata a vivere nell’attesa della “Città di Dio”.
Il film sarà trasmesso in due parti su RAI 1 in prima serata domenica 31 gennaio e lunedì 1 febbraio.