MOSUL, venerdì, 25 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Due bombe sono scoppiate questo mercoledì a Mosul contro la chiesa caldea di San Giorgio e contro quella siro-ortodossa di San Tommaso. Il bilancio è di tre morti – un cristiano caldeo e due musulmani – e vari feriti.
Dopo gli attentati, l’Arcivescovo di Kirkuk, monsignor Louis Sako, ha dichiarato ad AsiaNews che si è trattato di un “messaggio inquietante” a due giorni dal Natale, che mantiene alta la tensione e il timore di altri atti di violenza nel nord dell’Iraq.
Fonti di AsiaNews a Mosul hanno confermato che “la situazione dei cristiani continua a peggiorare, dato che gli edifici cristiani sono di nuovo nel mirino dei terroristi. Le due chiese colpite sono due edifici antichi, dal grande valore storico e culturale”.
Nell’attentato alla chiesa di San Giorgio sono state assassinate tre persone. Testimoni locali hanno detto che l’esplosione è stata provocata da “un carretto di legumi, riempito di bombe”.
Nelle ultime sei settimane, a Mosul sono stati oggetto di attentati quattro chiese e un convento di religiose domenicane. Le esplosioni sono state causate da autobombe che hanno danneggiato gravemente gli edifici e le case adiacenti, cristiane e musulmane. Cinque cristiani sono stati uccisi e altre sono stati vittime di sequestro a scopo di estorsione. Questi attentati selettivi testimoniano la “pulizia etnica” che si sta svolgendo contro la comunità cristiana in tutto l’Iraq.
Monsignor Sako afferma che queste minacce “continuano a influenzare la comunità cristiana”, che spera “nella pace” ma resta vittima di violenze.
“Il messaggio di pace e di speranza – sottolinea l’Arcivescovo di Kirkuk – annunciato dagli angeli, resta il nostro augurio di Natale per tutto il Paese: vogliamo lavorare insieme per costruire la pace e la speranza nel cuore di tutti gli uomini e le donne dell’Iraq”.