Caritas Congo lavora per evitare un altro massacro a Natale

Avverte della mancanza di volontà politica per difendere le comunità

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ROMA, lunedì, 21 dicembre 2009 (ZENIT.org).- La Caritas della Repubblica Democratica del Congo ha avvertito della mancanza della volontà politica di difendere le comunità della regione settentrionale del Paese ed esorta il Governo congolese, l’ONU e la comunità internazionale a dare la massima priorità alla sicurezza delle persone di quelle zone di fronte agli attacchi ribelli.

Quasi un anno dopo che i ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) hanno ucciso 620 persone di diverse comunità del nord del Congo che celebravano il Natale, gli abitanti continuano a temere di essere mutilati, assassinati o violentati dai ribelli.

“Un anno dopo, le comunità continuano a non avere protezione, cibo e assistenza sanitaria. Il Governo e la comunità internazionale devono agire senza indugi per garantire la sicurezza e raggiungere la pace nella regione”, ha segnalato Bruno Miteyo, direttore di Caritas Congo.

L’insicurezza nel nord del Paese si inserisce in una situazione regionale di instabilità che deve essere affrontata. Per la Caritas sono fondamentali la trasparenza e il coordinamento a livello regionale per creare un ambiente che permetta di lottare contro l’impunità.

“I dirigenti di Congo, Uganda, Sudan e Ruanda devono intavolare negoziati per raggiungere una pace duratura – ha aggiunto Miteyo –. La comunità internazionale deve sforzarsi al massimo per impedire l’arrivo delle armi nella regione”.

Rinnovo del mandato del MONUC

Il mandato delle forze dell’ONU in Congo (MONUC) deve essere rinnovato questo mese e ci sono dubbi sulla possibilità di prolungarlo – visto che costa 1.350 milioni di dollari all’anno – solo per un periodo di sei mesi anziché di un anno e in vista di un suo possibile ritiro.

Caritas Congo afferma ch il MONUC non è riuscito a garantire la difesa dei civili congolesi in situazione di pericolo e che queste persone continuano ad essere estremamente vulnerabili.

L’ampiezza e la complessità della crisi in Congo richiede una missione di mantenimento della pace più esaustiva, che renda prioritaria la tutela dei civili. Ogni forza di mantenimento della pace deve svolgere un’azione critica nella formazione delle forze di polizia locali, perché siano capaci di mantenere una situazione di stabilità e di difendere le comunità.

La costante situazione di insicurezza che si vive nel nord del Congo ostacola l’accesso delle comunità ai beni e ai servizi di prima necessità. Per questo, la Caritas esorta i Governi a garantire la creazione di un corridoio di aiuti tra il nord del Congo e i Paesi vicini per assicurare la distribuzione di cibo e di altro materiale essenziale.

Nuovo programma di emergenza per 230.000 persone

La Caritas ha anche avviato nel giugno scorso un programma di emergenza nella zona settentrionale e in quella orientale del Paese per un valore di 8,5 milioni di euro, garantendo vestiario, utensili agricoli e prodotti igienici a più di 230.000 persone.

Il programma si è concentrato anche sul miglioramento dell’istruzione e delle condizioni sanitarie, e ha fornito assistenza psicologica alle vittime della violenza.

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ZENIT Staff

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