Santa Sede: nulla giustifica le mine antiuomo

Il Papa esprime vicinanza alle vittime alla Conferenza di Cartagena

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Jesús Colina

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 15 dicembre 2009 (ZENIT.org).- La Santa Sede ha spiegato che non ci sono argomentazioni etiche che giustifichino la produzione o l’uso delle mine antiuomo.

Lo ha dichiarato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, in una lettera inviata a nome di Benedetto XVI alla seconda Conferenza d’Esame della Convenzione sul divieto di impiego, stoccaggio, produzione e trasporto delle mine antiuomo e sulla loro distruzione, celebrata a Cartagena (Colombia) dal 29 novembre al 4 dicembre.

Per questo motivo, la Santa Sede ha chiesto a tutte le Nazioni di adottare questa Convenzione, nota anche come il Trattato di Ottawa, sostenuta da 156 Paesi, firmata il 3 dicembre 1997 e in vigore dal 1° marzo 1999. Cina, India, Stati Uniti e Russia sono i quattro Stati più importanti a non averla firmata.

Nel messaggio, la Santa Sede rivolge “un appello a tutti gli Stati affinché riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona”.

Come scrive il Cardinal Bertone, “hanno causato più vittime e danni fra la popolazione civile, che bisognerebbe difendere, di quanto siano servite per difendere gli Stati”.

“Le migliaia di vittime che continuano a provocare ci ricordano, nel caso fosse ancora necessario ripeterlo, la chimera di voler costruire la pace e la stabilità con una visione esclusivamente militare”.

Il più stretto collaboratore del Santo Padre ribadisce che “la pace, la sicurezza e la stabilità non possono esistere solo in funzione della sicurezza militare, ma che dipendono soprattutto dal prodursi di tutte quelle condizioni che permettono il pieno sviluppo della persona umana, tante volte impedite dall’uso e dalla presenza di mine antipersona”.

Il messaggio esprime la vicinanza di Benedetto XVI “a tutte le vittime, alle loro famiglie e ai Paesi colpiti”, aggiungendo che “tutti hanno bisogno di forza di volontà e di coraggio per iniziare un processo di riabilitazione, e hanno anche bisogno del nostro aiuto e della nostra vicinanza umana”.

Dall’altro lato, il Papa “ribadisce il sostegno senza riserve della Santa Sede a quanti sono impegnati nel grande compito di liberare il nostro mondo dalle mine antipersona”.

La Conferenza di Revisione della Convenzione di Ottawa si è conclusa con il proposito di prestare maggiore attenzione alle vittime e con la conferma del fatto che quattro Paesi (Albania, Grecia, Ruanda e Zambia) hanno ripulito da queste mine tutto il loro territorio, in ottemperanza al Trattato di Ottawa.

Il Piano d’Azione di Cartagena per guidare gli sforzi di implementazione della Convenzione di Ottawa tra il 2010 e il 2014 ha come basi l’assistenza alle vittime delle mine e lo sminamento umanitario dei campi contaminati.

La lettera ringrazia quindi a nome del Papa per il lavoro svolto la norvegese Susan Eckey, presidente della Conferenza di Revisione del Trattato di Ottawa.

In occasione della chiusura dell’evento, la Eckey ha segnalato che si è riusciti a concentrare gli sforzi sui sopravvissuti e sulle persone che vivono con il rischio delle mine.

Venti Paesi dei 39 che non hanno aderito al Trattato di Ottawa hanno assistito come osservatori, tra cui per la prima volta gli Stati Uniti, che hanno annunciato una revisione della loro politica sulle mine antiuomo anche se per il momento non hanno previsto di firmare la Convenzione.

Nel 2008 hanno usato le mine antiuomo solo gli eserciti di Russia e Birmania, mentre gruppi insurrezionali come le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC) e le Tigri Tamil dello Sri Lanka sono diventati i principali agenti non governativi a utilizzare queste armi.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione