Petizione in difesa della vita e della famiglia al Parlamento Europeo

Il Presidente Jerzy Buzek riceve i rappresentanti di 17 Paesi europei

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STRASBURGO, martedì, 15 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Il Presidente del Parlamento Europeo, il polacco Jerzy Buzek, ha espresso gratitudine e congratulazioni ai  rappresentanti dei Movimenti per la vita e per la famiglia, che martedì 15 dicembre sono stati ricevuti nel gabinetto della Presidenza a Strasburgo.

I rappresentanti dei movimenti di Austria, Spagna, Irlanda, Italia, Polonia, Germania, Portogallo, Lituania, Francia, Repubblica ceca, Ungheria, Romania, Belgio, Croazia, Grecia, Regno Unito e Slovacchia, hanno presentato una petizione sottoscritta da 500.000 cittadini europei.

Nella petizione si chiede il riconoscimento della persona dal concepimento alla morte naturale; la difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio composta da uomo e donna e la richiesta di sospensione dei finanziamenti ai programmi che utilizzano embrioni per l’acquisizione di cellule staminali embrionali.

Il Presidente del Parlamento ha ringraziato personalmente ognuno dei delegati ed ha affermato: “Vi sono grato per questa grande idea”.

“Ho compreso molto bene il senso delle vostre parole, ben prima della traduzione, – ha rilevato Buzek – perché ho ricevuto entusiasmo ed energia”.

“E’ un risultato straordinario che mezzo milione di cittadini di diversi paesi dell’ Unione abbiamo sottoscritto una petizione rivolta al Parlamento europeo”, ha sottolineato  il Presidente, spiegando che “è la prima volta che una petizione condivisa da così tante associazione e di così tanti Paesi viene sottoposta al Parlamento Europeo”.

“Questo mostra – ha aggiunto il Presidente – che la società civile non guarda al Parlamento come a una istituzione lontana dalla gente, e vi ringrazio perché questa vostra iniziativa è la dimostrazione di una cittadinanza europea attiva”.

“Vi prometto – ha concluso Buzek – che questa vostra petizione verrà presa molto sul serio e che le vostre richieste diventeranno al più presto oggetto di discussione nel Parlamento Europeo”.

Nella presentazione della Petizione, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, l’on.le Carlo Casini, ha rilevato che la petizione viene presentata in coincidenza con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, e nel momento in cui “la nuova legislatura iniziata da poco comincia a dare un nuovo impulso alla costruzione di quella unità di popoli che costituisce uno dei più grandi progetti politici di tutti i tempi”.

“Alla base di tale costruzione – ha aggiunto Casini – vi è il valore della uguale dignità di ogni essere umano, come dice lo stesso trattato di Lisbona. L’uguaglianza e la dignità umana fondano la libertà, la democrazia, la solidarietà. Sono, perciò, gli elementi che contraddistinguono l’anima dell’Europa”.

Casini, che è pure Presidente del Movimento per la vita italiano, ha sottolineato che vi è un aspetto drammatico evidenziato dalla petizione: “Chi è il titolare dei diritti umani? Chi è l’uomo? Lo è anche il bambino in fase prenatale? Il principio di eguaglianza si estende a tutte le fasi dell’esistenza umana o solo ad alcune?”.

“Conosciamo bene le difficoltà che sorgono quando si pongono queste domande – ha concluso Casini -. Tuttavia la politica non può evitarle se vuole essere davvero guidata dalla cultura dei diritti umani”.

E’ poi intervenuto Antonio Gaspari, proponente della Petizione in rappresentanza del Movimento per la vita italiano, il quale ha raccontato che dal maggio 2008 al maggio 2009 in occasione di alcune manifestazioni “la petizione che oggi presentiamo è stata sottoscritta da mezzo milione di cittadini europei ma, molti milioni sono le persone aderenti alle associazioni qui rappresentate che ne condividono i contenuti”.

“Pensiamo – ha continuato – che in questa legislatura debba essere promosso nel Parlamento Europeo un grande dibattito sui temi che la petizione propone, adeguatamente preparato da una raccolta di documenti e da una audizione di esperti”.

Rivolgendosi al Presidente polacco, Gaspari ha detto: “Lei che con Solidarnosc ha tanto contribuito in nome dei diritti umani, alla fine dell’innaturale divisione dell’Europa comprende certamente quanto importante sia la nostra domanda. Un muro deve ancora cadere in Europa. E’ quello che rende difficile il dialogo in nome del valore della vita”.

“Noi non chiediamo – ha concluso Gaspari – l’abrogazione di nessuna legge, ma domandiamo soltanto il pieno riconoscimento di eguaglianza ed una profonda riflessione sulla dignità umana, cioè, in definitiva, sul senso del vivere umano. Ci sembra che siano argomenti di unificazione e non di divisione. Di speranza e non di disperazione”.

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ZENIT Staff

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