Nella diplomazia, la Santa Sede persegue il “realismo della speranza”

L’editoriale di padre Federico Lombardi, portavoce vaticano

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 13 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Nella diplomazia la Chiesa persegue un dialogo della speranza nel nome del Vangelo e per il bene dell’umanità.

E’ quanto ha affermato padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa vaticana, nell’ultimo numero di Octava Dies, il rotocalco informativo del Centro Televisivo Vaticano, soffermandosi sulle ultime udienze del Papa a Capi di Stato e di Governo o a rappresentanti diplomatici.

Per esempio, ricevendo il nuovo ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, Eduardo Delgado Bermúdez, “il Papa ha osservato che, nonostante le difficoltà dei decenni trascorsi nei rapporti con la Santa Sede e soprattutto le limitazioni poste alla attività della Chiesa, i rapporti diplomatici non sono mai stati interrotti e i miglioramenti sono apprezzabili”.

“L’incontro del Papa con il Presidente russo Medvedev – ha affermato il sacerdote – è stato occasione per l’annuncio dello stabilimento dei rapporti diplomatici con la federazione Russa, concludendo la fase ventennale di avvicinamento con rapporti ufficiali ma non ancora pieni”.

Questo, ha sottolineato il gesuita, “è un passo avanti significativo”, a dimostrazione che “la situazione della ostilità passata del regime comunista sovietico è oggi un ricordo”.

Infine, l’udienza al Presidente del Vietnam, Nguyên Minh Triêt, “si deve considerare come una tappa ulteriore del cammino auspicato verso la normalizzazione dei rapporti con il Paese asiatico, dove la Chiesa cattolica conta su una comunità numerosa e dinamica, che festeggia quest’anno un importante anno giubilare, e che nonostante le difficoltà dei decenni trascorsi guarda con fiducia al futuro”.

In questo modo, ha aggiunto, “la Santa Sede continua, con pazienza e lungimiranza, a tessere il suo dialogo con i responsabili delle nazioni, pensando al bene della Chiesa nei loro Paesi e nella prospettiva della comprensione e della pace fra tutti i popoli”.

“La sua diplomazia non è guidata da debolezza o spirito di compromesso. Si tratta, com’era stato già detto molto bene in passato, del ‘realismo della speranza’”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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