Sri Lanka: estremisti buddisti attaccano una chiesa cattolica

Un giovane fedele ha salvato la vita al parroco

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COLOMBO, giovedì, 10 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Un gruppo di oltre un centinaio di individui armati di pali e spade ha assaltato questa domenica la chiesa cattolica di Nostra Signora della Rosa Mistica a Crooswatta, nella parrocchia di Kotugoda, a Ja-Ela, pochi chilometri a nord di Colombo.

L’attacco si è verificato al termine della Messa delle sette del mattino, ha reso noto questo martedì “Eglises d’Asie”, l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi (MEP).

Il gruppo, costituito da estremisti buddisti, ha saccheggiato l’edificio e rotto statue, l’altare e tutto il mobilio liturgico davanti al responsabile della parrocchia, padre Jude Denzil Lakshman, che stava cercando di portare i fedeli fuori dal tempio.

Il sacerdote è stato attaccato con una spada e si è salvato grazie all’intervento di un giovane della parrocchia. Vari fedeli sono stati feriti e hanno dovuto essere ricoverati in ospedale.

Gli assalitori hanno anche dato fuoco alla macchina del sacerdote e a vari altri veicoli, per la maggior parte moto che appartenevano a famiglie povere.

Dopo essersi resi conto dell’attacco alla loro chiesa, circa 500 cattolici hanno organizzato un sit in nelle strade in segno di protesta, chiedendo che la polizia arrestasse i responsabili dell’aggressione.

Nella località convivono, con qualche tensione, circa 300 famiglie cattoliche e 350 famiglie buddiste.

La parrocchia cattolica non ha potuto completare la ricostruzione della chiesa, iniziata nel 2007, a causa della violenza degli estremisti buddisti, fomentati dai responsabili di un monastero buddista vicino.

Gli scontri tra le due comunità sono aumentati negli ultimi anni. Nel 2006 è stata distrutta una statua della Madonna, e nel 2007 è accaduto lo stesso a tutte le statue della chiesa.

Il 6 ottobre 2007, nonostante una decisione iniziale della Giustizia a favore dei cristiani, la polizia di Ja-Ela ha sospeso la celebrazione dell’Eucaristia in pieno svolgimento perché “disturbava l’ordine pubblico”.

Alcuni giorni prima, il responsabile del vicino monastero buddista aveva minacciato la comunità cattolica di “uccidere una quindicina di persone” se la costruzione della chiesa non si fosse fermata immediatamente.

Considerava la presenza di un edificio cristiano “un insulto” a tutte le famiglie della regione.

Nel 2008 il Tribunale supremo, su richiesta della comunità cattolica di Crooswatta, ha annullato la decisione della polizia locale che proibiva i lavori di ampliamento della chiesa e l’aumento delle attività della parrocchia, incluse la creazione di classi di catechismo e la celebrazione di offici supplementari.

Il 28 luglio 2008, il giudice ha ribadito il diritto costituzionale di ogni cittadino alla libertà di religione e di culto e ha ordinato la ripresa dei lavori e delle attività liturgiche e parrocchiali.

Dalla notizia dell’attacco di domenica scorsa, la polizia e le forze armate si sono recate sul luogo per prevenire nuovi incidenti. Una base dell’aviazione situata in prossimità della chiesa di Crooswatta ha fornito alcune unità per garantire la sicurezza nella zona.

Si sono recati sul posto anche alti responsabili del Governo, tra cui il Ministro dell’Aviazione.

La comunità cattolica e i suoi rappresentanti, tra cui il vicario episcopale della regione nord dell’Arcidiocesi di Colombo, padre Cyril Gamini Fernando, hanno reso noto che la polizia locale è rimasta impassibile in tutti gli incidenti che si sono verificati intorno alla chiesa, arrivando anche a liberare le persone che erano state riconosciute dai testimoni come gli assalitori, senza fornire in alcun momento la protezione alla comunità cristiana sollecitata dal Tribunale supremo nel 2008.

Da parte sua l’Arcivescovo di Colombo, monsignor Malcom Ranjith Patabendige Don, ha chiesto che le misure di sicurezza prese dalle forze dell’ordine interessino non solo la chiesa, ma anche e soprattutto i fedeli.

Oltre alla chiesa, infatti, le case dei cristiani della località sono attaccate e saccheggiate spesso.

Il parroco di Nostra Signora della Rosa Mistica ha spiegato che questo nuovo attacco alla sua chiesa è il terzo in quattro anni.

“E’ dovuto alla paura condivisa dalla maggior parte dei buddisti di fronte al crescente numero di cristiani nella regione”, ha affermato.

Il sacerdote ha anche negato con forza le informazioni diffuse dai mezzi di comunicazione locali, secondo le quali sarebbe stato l’attacco da parte dei cattolici a un tempio buddista ad aver portato i buddisti ad attaccare la comunità come rappresaglia.

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ZENIT Staff

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