ROMA, martedì, 1° dicembre 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, di Hong Kong, ha pubblicato una guida per permettere una migliore comprensione della Lettera del Papa ai cattolici cinesi, del 27 maggio 2007.
Il sussidio, ricorda l’agenzia AsiaNews, è stato pubblicato sul sito della Diocesi e si sofferma soprattutto sul modo in cui i Vescovi clandestini e quelli della Chiesa “ufficiale” dovrebbero agire nei confronti dell’Associazione patriottica (Ap), l’organismo del Partito che vuole creare una Chiesa nazionale separata dal Papa.
Per il Cardinale, l’influenza dell’Ap è “la causa più evidente della dolorosa situazione della Chiesa in Cina”.
Circa il fatto che il Ministero degli Affari Religiosi richieda che un Vescovo sotterraneo sia riconosciuto, il porporato precisa che questo è possibile, “a condizione che esso [il riconoscimento] non comporti la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica”.
Ciò, aggiunge, non va fatto a tutti i costi, ma con “grande cautela”, “sentito il suo [del Vescovo] presbiterio”.
Il Cardinale Zen ricorda anche che, “prendendo appiglio dall’inciso ‘la clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa’ (Lettera del Papa, n. 8), qualcuno sostiene che dopo la Lettera del Papa non c’è più ragione per i fedeli di rimanere nella clandestinità”.
“Questo è evidentemente un esempio di interpretazione fuori del contesto – ha dichiarato –. La clandestinità è certamente anormale, ma è forzata da una situazione anormale, e finché la situazione anormale permane c’è ragione per rimanere in tale clandestinità”.
Fare altrimenti, osserva, “sarebbe ‘accettare ingerenze di organismi statali in ciò che tocca l’intimo della vita della Chiesa’”, e l’interpretazione errata “spingerebbe le comunità clandestina ad arrendersi alle indebite ingerenze del regime, mentre la Lettera del Santo Padre incoraggia le comunità aperte a liberarsi da esse”.
Il Cardinale ricorda anche la situazione ambigua dei Vescovi ufficiali, che pur essendo riconosciuti dal Vaticano sono iscritti all’Ap.
Questi presuli, afferma, si trovano in una situazione di “compromesso, perché la struttura in cui sono coinvolti è una struttura (oggettivamente) inaccettabile, ma essi nel loro cuore (soggettivamente) non intendono accettarla e la tollerano provvisoriamente nella speranza e nello sforzo di cambiarla appena possibile”.
In questo contesto, richiama la necessità che questi Vescovi siano “coerenti” e non si facciano strumentalizzare nel pubblicizzare gli ideali dell’Ap.
“Come può considerarsi in comunione con la Sede Apostolica uno che tutti i momenti grida in supporto di una Chiesa indipendente?”, si chiede.