La storia di un tabaccaio di Prato, avventuroso ricercatore di verità

Intervista a Marcello Pierucci su Renzo Buricchi

Share this Entry

di padre Fernando Pascual, L.C.

ROMA, martedì, 21 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il 30 maggio scorso è stata stampata la “Carta dei Piccoli Cerchi”, nella quale un gruppo di persone, membri del Cenacolo “Renzo Buricchi”, presentavano in sintesi la spiritualità di un singolare tabaccaio di Prato.

La “Carta” fu accompagnata da una lettera del Vescovo di Prato, mons. Gastone Simone, nella quale la sua approvazione ai “Piccoli Cerchi” ispirati “alla straordinaria testimonianza di Renzo Buricchi”.

Per presentare la figura di Renzo Buricchi, abbiamo intervistato Marcello Pierucci, che ebbe l’occasione di conoscerlo.

Marcello, chi fu Renzo Buricchi?

Pierucci: La prima cosa che mi verrebbe di dire sono le stesse parole, dette e scritte, che a volte ha usato mons. Gastone Simone, Vescovo di Prato, dicendo a proposito di Renzo Buricchi, tabaccaio di Prato, che rappresentava e tuttora rappresenta un mistero.

Un mistero, perché?

Pierucci: Perché quest’uomo, nato in una famiglia contadina nel 1913, vissuto in un podere di un paese vicino a Prato, chiamato Seano, si appassionò enormemente alla lettura del libro della natura, leggendola dal vivo nel suo podere, e vedendo e intravedendo i grandi fenomeni che essa mostrava: il concatenarsi degli avvenimenti, il ripetersi delle stazioni, i fiorire dei fiori, la crescita dell’erba, i formicai, le api, e tutto quanto girava nel podere, lo appassionarono e ne fecero di lui, già da piccolo, un ricercatore.

Era, allora, uno studioso della natura, un ricercatore…

Pierucci: Fu uno strano ricercatore, un ricercatore eccezionale, in quanto non fece una ricerca scientifica, ma iniziò a ricercare da dove scaturiva la creazione, e chi fosse il Creatore, e dove si trovasse questo Creatore.

In poche parole, fin da piccolo si trovò davanti al mistero della parola “Dio”.

Cosa avvenne dopo?

Pierucci: Renzo crebbe e continuò nella sua vita, coltivò in cuor suo questo spirito di ricercatore. La natura divenne il suo laboratorio, e questa gli creò la certezza dell’esistenza di un Dio creatore, il Padre.

Poi ci fu il passo importante, quando Renzo ebbe l’opportunità di conoscere il Vangelo, attraverso Francesco e attraverso Giovanni Battista…

Pierucci: Effettivamente: il laboratorio più grande lo trovò nel Vangelo, perché cercava una verità assoluta. Aveva infatti rifiutato l’idea di verità relative che gli provenivano anche dalle filosofie orientali, assai interessanti per il rapporto con la natura, ma in esse non aveva trovato una verità assoluta, che pensò di trovare nel Vangelo.

Con l’aiuto di Francesco d’Assisi, che tanto si era interessato all’amore di tutte le creature, il quale però soprattutto si era rivolto all’amore per Cristo, donando interamente se stesso a quell’amore, Renzo intraprese un cammino, solitario, nel più grande nascondimento.

Comprese che non avrebbe potuto capire Cristo se prima non avesse messo in atto le indicazioni di Giovanni Battista, che gli diceva “fate penitenza per spianare le vie del Signore”.

Capì la penitenza come rinuncia, una rinuncia che gli permetteva di allentare i sensi della materia, in modo che allontanandosi dai sensi, dalla forte sensibilità e dall’attrazione che la materia stessa produce, il suo spirito poteva espandersi, permettendo così alla grazia del Signore di entrare in lui.

Questo fu il suo grande cammino.

Dove possiamo leggere la storia del cammino di Renzo?

Pierucci: Questo cammino lo troviamo nel libro Un cipresso per maestro, che si trova adesso alla terza edizione; e nel libro Renzo. Il mistero… e i piccoli Cerchi, sul cammino del “tabaccaio” di Prato, dove si trovano le trascrizioni dei suoi detti in età matura, la somma della sua conoscenza, i quali provvidenzialmente alcune giovani registrarono e sono stati trascritti in questo libro e ci giungono a noi come un grande dono.

Quando e come morì Renzo Buricchi?

Pierucci: Renzo ci lascia nel 1983, in circostanze particolari. Dopo aver offerto al Signore la sua vita, perché a tutto il resto aveva rinunziato, ritirandosi a vivere in una piccola soffitta, ci lascia in un modo veramente particolare, perché colpito da un infarto, e rianimato con il fibrillatore dopo essere già stato considerato morto, riesce a ritornare in vita.

Nei tre giorni che lo separano dalla sua morte, lui dice a tutti di essere entrato in una luce meravigliosa, in una pace stupenda. A me personalmente, visitandolo il giorno successivo, mi lascia detto e mi raccomanda di dire a tutti finch’io avrei vissuto che la morte è meravigliosa, che morire è meraviglioso, perché ci troviamo in quella luce che lui definì, poco prima di morire, i margini della gloria di Dio nella quale gli era stato permesso di entrare.

Questa è in modo sintetico la storia di un uomo che non potrei definire. La definizione più giusta che io posso dare è quella di un avventuroso ricercatore di verità. E la verità si è fatta trovare.

Renzo ha avuto alcuni “amici”, fra i quali lei e altri giovani. Da questi amici sono nati dei “Cerchi”. Ci può spiegare questa esperienza spirituale, che va avanti ed è promossa dal Vescovo di Prato?

Pierucci: L’eredità di Renzo, che è alla base delle sue scoperte, il fulcro della sua spiritualità, consiste in questo: Renzo aveva capito esattamente nel profondo quanto fosse grande e decisiva la promessa che Gesù ha fatto quando ha detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” e “se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà”.

Renzo aveva detto che qualsiasi piccolo gruppo, due o più, avesse fatto questo, sarebbe divenuto arbitro della storia dell’umanità, come realizzazione vera, autentica, di quella promessa.

E questo è l’essenza del progetto cristiano. La prima pietra della Chiesa stessa nasce su questa promessa.

Oggi noi tutti siamo invitati a realizzare questo. Non a fare grandi cose, non a dare vita a movimenti, non a fare nuove organizzazioni o associazioni; no, niente di tutto questo. I Piccoli Cerchi sono un’associazione di anime, un’associazione di spiriti, un’associazione di amore dell’infinito.

[Per maggiori informazioni: www.cenacolorenzoburicchi.it/intro.aspx]

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione