Progressi nei rapporti tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa russa

Afferma l’Arciprete Igor Vyzhanov

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NAVARRA, giovedì, 28 maggio 2009 (ZENIT.org).- “Si percepisce un progresso nei rapporti della Chiesa ortodossa con la Chiesa cattolica in Russia. Non è tutto risolto, ma mi sembra che ci comprendiamo meglio di prima”. Lo ha affermato all’Università di Navarra (Spagna) l’Arciprete Igor Vyzhanov, segretario del dipartimento per le Relazioni Interconfessionali del Patriarcato di Mosca.

Al suo intervento, intitolato “Relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica: la situazione attuale” e pronunciato presso la Facoltà di Teologia, hanno assistito anche Alfredo López Vallejos, delegato diocesano per l’Ecumenismo, e Luis Oroz, vicario generale della Diocesi di Pamplona, come ha riferito a ZENIT l’Università di Navarra.

Vyzhanov ha commentato che “esiste una collaborazione tra cattolici e ortodossi russi” e ha esortato a parlare con la stessa voce cristiana: “Sono molte le possibilità e le questioni che possiamo trattare, come la famiglia, l’aborto, il matrimonio…, tutto ciò che interessa la vita umana”.

Tra le responsabilità comuni di cattolici e ortodossi per rivitalizzare le radici cristiane dell’Europa, ha sottolineato soprattutto il compito di “predicare Gesù Cristo”.

Le sfide evangelizzatrici della Chiesa ortodossa russa sono ampie. “La Russia si riprende da anni di ateismo ufficiale – ha confessato Vyzhanov –. Dobbiamo evangelizzare la nostra gente, il che non esclude il fatto di farlo a livello europeo o mondiale”.

“Dobbiamo farlo insieme alla Chiesa cattolica”, ha dichiarato.

Allo stesso modo, ha aggiunto che “il popolo russo non ha perso la fede. Il regime comunista ha cercato di strappare la fede dal popolo, ma non ci è riuscito”. Negli anni del comunismo, ha constatato, “la fede era nascosta, non morta; e dopo i cambiamenti nel nostro Paese (perestroika) molta gente si è convertita”.

A suo avviso, la sfida principale della Chiesa ortodossa in Russia è “far sì che la fede della gente sia più profonda”.

Per raggiungere questo obiettivo, ha segnalato passi concreti: “catechesi nelle scuole, l’attività dei cappellani nell’esercito e nelle carceri, l’istituzione di buoni centri di istruzione superiore, il lavoro con i giovani…”.

“In questa attività sociale possiamo seguire in molti aspetti l’esempio e l’esperienza della Chiesa cattolica”, ha confessato.

Per questo motivo, ha concluso l’Arciprete Vyzhanov, vede “un grande futuro nella nostra collaborazione”.

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ZENIT Staff

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