La cultura della Pentecoste come antidoto alla crisi dei valori

32. ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo

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di Alessandra Nucci

RIMINI, lunedì, 4 maggio 2009 (ZENIT.org).- La sfida culturale proposta quest’anno dal Rinnovamento nello Spirito (RnS) si è svolta sabato due maggio a Rimini con una tavola rotonda rivolta all’evangelizzazione del sociale dal titolo Economia della salvezza e salvezza dell’economia.

Hanno accettato il confronto lanciato dal Presidente del RnS Salvatore Martinez quattro personalità illustri del mondo politico ed accademico: il Ministro della Giustizia Angelino Alfano; l’ex Ministro dell’Industria e del Commercio Enrico Letta; e due studiosi della dottrina sociale della Chiesa, il giurista Francesco D’Agostino e l’economista Stefano Zamagni.

Con stili e modi diversi, i quattro si sono misurati, non con pochi esperti o studenti in ambiente accademico, ma direttamente con il variegato “popolo di Dio”, per contribuire a leggere i tempi che viviamo con il metodo che è proprio del RnS: metodo della preghiera, prima, per aprire i cuori e invocare lo Spirito Santo, e dopo, quando tutte le attese suscitate dall’incontro vengono offerte a Dio.

Il tema è stato introdotto da Salvatore Martinez a partire da una citazione di Sant’Agostino: “Gli uomini preferiscono avere la cassaforte piena e vuota la coscienza, mentre Dio riempie i cuori, non i forzieri” (S. Agostino, Salmo 52,8), riecheggiata nelle parole di Benedetto XVI che, alla conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, aveva avvertito che “in molte nostre società, accanto alla prosperità materiale si sta allargando il deserto spirituale”.

Con questa premessa il Presidente del RnS ha invitato a considerare la crisi economica come provvidenziale, perché “in un contesto in cui ognuno sperimenta ogni giorno la fragilità del vivere, la difficoltà di arrivare alla fine del mese, di trovare occupazione, di avere i soldi per curare le malattie, per sposare i figli, il fatto di dover scegliere fra Dio e mammona impone una fede sempre più profonda e radicata”.

Sulla stessa linea costruttiva, di fede unita a ragione, si sono espressi tutti i relatori, moderati dal giornalista televisivo e professore di Sociologia, Francesco Giorgino, che ha introdotto la sessione specificando che “quello che voi e noi chiamiamo cultura della Pentecoste significa pregare e pensare come Dio, unendo la carità operosa alla ‘carità intellettuale’ che aiuta a superare la deriva verso il relativismo“.

Negli interventi che si sono susseguiti i quattro esperti sono riusciti nella scommessa di spezzare il pane della conoscenza rendendo accessibili i temi trattati al pubblico in generale, con esempi tratti dalla Bibbia e dalla Scrittura, come è nello stile del Rinnovamento.

Francesco D’Agostino ha rilevato come ogni attività umana deve essere orientata alla salvezza, cioè a Dio, in una società dove i poveri, come ai tempi di San Lorenzo, rappresentano la vera ricchezza della chiesa.

Stefano Zamagni ha elencato tre “miti” della nostra società, il mito tecnologico, il mito dell’uomo interessato solo ai beni economici, e il mito della libertà assoluta, per rilevare che la nostra felicità non dipende solo dai “beni di giustizia”, quelli cioè a cui abbiamo “diritto”, ma anche dai beni di gratuità, cioè dalla carità intesa come struttura, che si oppone alla struttura del peccato.

Enrico Letta ha riportato l’attenzione sulla crisi come fatto provvidenziale, che può costringere il mondo ad alzare lo sguardo dal presente per riscoprire il passato da cui veniamo e il futuro a cui tendere.

“Chi ha costruito le nostre cattedrali sapeva di lavorare a una cosa di cui non avrebbe mai potuto vedere l’esito – ha illustrato Letta – oggi è il tempo di guardare di nuovo a delle realizzazioni che, come le cattedrali, non hanno una verifica nel presente, ma sono consegnate a mani future”.

Sempre in chiave di concretezza l’intervento del Ministro Angelino Alfano, il quale ha richiamato l’attenzione al valore del contributo dei milioni di cittadini che fanno grande l’Italia con il loro semplice lavoro quotidiano.

“Il mondo ha bisogno di rinnovamento nello Spirito Santo – ha chiosato – perché sta ad ognuno di noi piantare un seme che faccia germogliare un fiore”.

Le consonanze fra i relatori sulla gratuità, la responsabilità di ognuno e il dovere della speranza, fatta di rabbia e di coraggio, si sono riassunte simbolicamente nella stretta di mano finale fra Alfano e Letta, politici di sponde opposte.

In conclusione, ha osservato Salvatore Martinez: “Questo modo di lavorare avvicina la gente alla Chiesa, mentre allo stesso tempo i grandi sono costretti a farsi giudicare da vicino”.

E’ stato chiaro infatti che la cultura della Pentecoste aveva fatto breccia: nella sintonia che si era creata sul palco e nell’atmosfera di partecipazione che si era venuta creare nell’assemblea.

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ZENIT Staff

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