Movimento per recuperare la domenica come giorno di riposo

I Vescovi lodano l’iniziativa di cinque membri dell’Europarlamento

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BRUXELLES, giovedì, 26 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Segretariato della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), le Chiese protestanti e la Chiesa anglicana hanno lodato la decisione di cinque membri del Parlamento Europeo di sostenere l’iniziativa lanciata da numerosi episcopati per chiedere al Parlamento di pronunciarsi sulla dichiarazione scritta relativa alla “protezione della domenica come pilastro essenziale dell’eredità e del modello sociale europeo”.

In un comunicato emesso nei giorni scorsi, i Vescovi dell’Unione Europea hanno indicato che la Dichiarazione sulla Difesa della Domenica “può rappresentare un importante impegno nei confronti dell’Europa Sociale”.

Nel documento, lanciato dai parlamentari europei Anna Záborska, Martin Kastler, Jean Louis Cottigny, Patrizia Toia e Konrad Szymanski il 2 febbraio scorso, i Vescovi dell’Unione Europea affermano che “l’attuale crisi economica e finanziaria ha reso ancor più evidente il fatto che non tutti gli aspetti della vita umana possono essere soggetti alle leggi del mercato”.

Il consumismo, aggiungono, non rappresenta un modello né per l’economia sostenibile né per un sano sviluppo umano.

Il testo precisa che il lavoro domenicale pone quanti lo svolgono in una situazione di svantaggio sociale: dalla vita familiare alle condizioni di salute.

“La domenica libera dal lavoro è un fattore decisivo nell’equilibrio tra il lavoro e la vita familiare. E’ di fondamentale importanza per le relazioni familiari, ma anche per la vita sociale e culturale”, avvertono.

Secondo le scuole dell’UE, la domenica è il giorno di riposo settimanale per i bambini e per gli adolescenti, per cui i Vescovi hanno affermato che “è necessario rispettarlo anche per i genitori, perché possano goderlo con la propria famiglia”.

In questo senso, i Vescovi dell’Unione Europea avvertono che è necessario difendere la domenica e mettere da parte “gli obiettivi che cercano solo di aumentare la produzione e il consumo”.

“I lavoratori sperimentano una frammentazione della loro vita privata”, per cui è necessario sostenerli, perché possano difendere i loro interessi familiari”.

Perché la dichiarazione sia accettata è necessario che sia firmata dalla maggior parte dei membri del Parlamento Europeo, ossia 394, prima del 7 maggio prossimo.

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ZENIT Staff

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