WASHINGTON, D.C., lunedì, 9 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Gli Stati Uniti hanno alcune politiche “basate sul buonsenso” sostenute dai pro-life, e un rappresentante dei Vescovi statunitensi esorta il Congresso a difenderle.

L'appello è stato lanciato in una lettera scritta il 5 febbraio dal Cardinale Justin Rigali, presidente del Comitato episcopale per le Attività Pro-Vita.

Il porporato ha sottolineato come uno dei primi punti dell'agenda del Congresso in questa sessione sia l'esame dei disegni di legge per lo stanziamento dei fondi per finanziare i programmi federali, e in questo contesto ha avvertito contro la rimozione delle clausole contro l'aborto.

Sottolineando la diffusa mancanza di sostegno al Freedom of Choice Act, ha affermato che una “proposta estrema” come questa “rovescerebbe centinaia di leggi a favore della vita” e che i Vescovi sono allo stesso modo preoccupati che queste leggi “possano essere capovolte durante la discussione per lo stanziamento al Congresso”.

“I legislatori che non concordano sullo status legale dell'aborto ritengono che gli americani non dovrebbero essere costretti dal Governo a sostenere o a partecipare all'aborto contro la propria volontà”, ha aggiunto il Cardinale.

“Gli sforzi per coartare le coscienze in questo modo violano ogni possibile definizione di 'pro-choice' e minano la lunga tradizione della nostra Nazione di rispetto per la coscienza e la libertà religiosa”.

Il Cardinal Rigali ha quindi elencato molti emendamenti da difendere, una legislazione che spazia dall'evitare che le tasse degli americani finanzino gli aborti alla difesa dell'obiezione di coscienza da parte dei professionisti sanitari.

“Queste leggi e altre simili sono state in vigore per molti anni, indipendentemente da quale partito controllava il Congresso o la Casa Bianca, perché sono politiche modeste e basate sul buonsenso che trovano ampio consenso anche tra le persone che non sono d'accordo sullo status legale dell'aborto”, ha affermato il Cardinale.

“In una società che spesso sembra lacerata tra i valori della 'scelta' e della 'vita', è facile concordare sul fatto che dovremmo rendere onore alla coscienza delle donne incinte e dei professionisti sanitari che vogliono scegliere la vita”, ha dichiarato.

“In una società che vuole ridurre gli aborti, non ha senso che il Governo costringa i suoi cittadini a finanziare e a promuovere l'aborto stesso”.