Discorso del Papa per la visita alla Casa “Dono di Maria” in Vaticano

<p>CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 6 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI, il 4 gennaio, in occasione della sua visita alla Casa “Dono di Maria” delle Missionarie della Carità in Vaticano.

 

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Cari amici,

sono venuto a farvi visita all’inizio del nuovo anno mentre ancora respiriamo il clima familiare del Natale, e colgo subito l’occasione per formulare a tutti il mio più fervido e cordiale augurio. Con affetto saluto voi qui presenti, insieme a coloro che, grazie al collegamento televisivo, ci seguono e sono uniti a noi dagli altri ambienti di questa casa chiamata “Dono di Maria”. Per tanti anni, quando ero Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, ho trascorso diverse ore della giornata accanto a questa vostra benemerita istituzione voluta dal mio venerato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, e da lui affidata alla Beata Teresa di Calcutta. Ho potuto così apprezzare il generoso servizio di carità evangelica che le Missionarie della Carità da quasi 20 anni ormai svolgono con l’aiuto e la collaborazione di tante persone di buona volontà. Oggi eccomi tra voi per rinnovare la mia gratitudine alle suore, ai volontari e ai vari collaboratori. Eccomi soprattutto per manifestare la mia vicinanza spirituale a voi, cari amici, che in questa casa trovate amorevole accoglienza, ascolto, comprensione e un quotidiano sostegno sia materiale che spirituale. Sono qui per dirvi che il Papa vi vuole bene e vi è vicino. Ringrazio la Superiora delle Missionarie della Carità che conclude il suo servizio e si è fatta interprete dei vostri comuni sentimenti, rivolgendomi a nome di tutti gentili parole di benvenuto. Saluto la nuova Superiora che assume la responsabilità della Casa, con quello stile di docile disponibilità, tipico delle figlie spirituali di Madre Tersa di Calcutta.

Quando nacque questa casa, la Beata Madre Teresa volle chiamarla “Dono di Maria”, quasi auspicando che qui si possa sperimentare sempre l’amore della Santa Vergine. Per chiunque venga a bussare alla porta, è infatti un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle Suore e dei volontari. È ancora un dono di Maria la presenza di chi si ferma ad ascoltare le persone in difficoltà e a servirle con quella stessa attitudine che sospinse prontamente la Madre del Signore verso Santa Elisabetta. Che questo stile di amore evangelico suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso “sorriso di Dio” che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa.

Amava dire Madre Teresa: è Natale ogni volta che noi permettiamo a Gesù di amare gli altri attraverso di noi. Il Natale è mistero di amore, il mistero dell’Amore. Il tempo natalizio, ripresentando alla nostra contemplazione la nascita di Gesù a Betlemme, ci mostra l’infinita bontà di Dio che, facendosi Bambino, ha voluto venire incontro alla povertà e alla solitudine degli uomini; ha accettato di abitare tra noi condividendo le nostre quotidiane difficoltà; non ha esitato a portare insieme a noi il peso dell’esistenza, con le sue fatiche e le sue preoccupazioni. E’ nato per noi, per restare con noi ed offrire a chiunque gli apre la porta del proprio cuore il dono della sua gioia, della sua pace, del suo amore. Nascendo in una grotta, perché non c’era posto per Lui altrove, Gesù ha conosciuto i disagi che molti tra voi sperimentano. Il Natale ci aiuta a comprendere che Iddio non ci abbandona mai e sempre ci viene incontro, ci protegge e si preoccupa di ciascuno di noi, perché ogni persona, soprattutto la più piccola e indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Padre ricco di tenerezza e misericordia. Per noi e per la nostra salvezza Egli ha inviato nel mondo il suo Figlio, che nel mistero del Natale contempliamo come l’Emanuele, Dio-con-noi. Con questi sentimenti rinnovo a tutti voi i miei più fervidi auguri per il nuovo anno appena iniziato assicurandovi il mio quotidiano ricordo nella preghiera. E mentre invoco la materna protezione di Maria, Madre di Cristo e nostra, a tutti dono con affetto la mia Benedizione.

Al termine del discorso, il Santo Padre Benedetto XVI si reca all’ingresso della Sala mensa degli uomini e, dopo aver benedetto i presenti, visita il Reparto delle donne ammalate.

[PAROLE DI SALUTO DEL SANTO PADRE AL TERMINE DELLA VISITA]

Dopo aver visitato le ammalate, il Papa si reca nella Chiesa di San Salvatore in Ossibus, adiacente alla Casa “Dono di Maria”, dove sono presenti le Missionarie della Carità, una rappresentanza di Collaboratori laici, Padre Robert Conroy, Superiore Generale dei Missionari della Carità, e Padre Sebastian Vazhakala, Superiore Generale dei Fratelli Contemplativi Missionari della Carità. Quindi la Superiora Regionale, Suor Maria Pia, legge il saluto di Suor Nirmala, Superiora Generale delle Missionarie della Carità. Al termine, il Santo Padre pronuncia le parole di saluto che riportiamo di seguito:

[SALUTO DEL SANTO PADRE]

Care sorelle e cari fratelli,

vi saluto con affetto e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Vi prego di far giungere a Suor Nirmala il mio saluto più cordiale, assicurandole la mia preghiera per lei e per la Congregazione. Sono lieto di incontrare insieme i Superiori Generali dei due rami maschili della famiglia fondata dalla Beata Madre Teresa, i Missionari della Carità e i Fratelli Contemplativi Missionari della Carità. Saluto inoltre con viva cordialità i collaboratori laici e gli invitati qui presenti, estendendo il mio apprezzamento a tutti coloro che in questo luogo prestano il loro servizio per far sì che gli ospiti possano sentirsi come a casa propria. Tutti insieme voi formate una catena di carità cristiana senza la quale questa Casa, come ogni opera di volontariato, non potrebbe esistere e continuare a servire tante forme di disagio e di bisogno. A ciascuno di voi, pertanto, va la mia riconoscenza e il mio incoraggiamento, perché so che quanto fate qui ad ogni fratello e sorella, lo fate come a Cristo stesso.

La visita che oggi ho desiderato compiere si ricollega a quelle, numerose, del mio amato predecessore, il servo di Dio Giovanni Paolo II. Egli volle fortemente questa Casa di accoglienza per i più poveri, proprio qui dove è il centro stesso della Chiesa, accanto a Pietro, che servì, seguì e amò Gesù, il Signore. Questo nostro incontro avviene quasi a vent’anni dalla costruzione ed inaugurazione di questa Casa all’interno delle Mura Leonine. Era infatti il 21 maggio del 1988, quando l’amato Giovanni Paolo II inaugurò il “Dono di Maria”. Quanti gesti di condivisione, di carità concreta sono stati compiuti in questi anni tra queste mura! Essi sono un segno e un esempio per le comunità cristiane, perché si impegnino ad essere sempre comunità accoglienti ed aperte.

Il bel nome di questa casa, “Dono di Maria”, ci invita, all’inizio del nuovo anno, a fare instancabilmente dono della nostra vita. La Vergine Maria, che ha offerto tutta se stessa all’Onnipotente ed è stata ricolmata di ogni grazia e benedizione con la venuta del Figlio di Dio, ci insegni a fare della nostra esistenza un dono quotidiano a Dio Padre, nel servizio ai fratelli e nell’ascolto della Sua parola e della Sua volontà. E come i santi Magi venuti da lontano per adorare il Re-Messia, andate anche voi, cari fratelli e sorelle, per le strade del mondo, seguendo l’esempio di Madre Teresa, testimoniando sempre con gioia l’amore di Gesù, specialmente verso gli ultimi e i poveri, e dal Cielo la beata vostra Fondatrice vi accompagni e protegga. A voi qui presenti, agli ospiti della casa ed a tutti i collaboratori rinnovo di cuore la Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2008 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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