Discorso di Benedetto XVI all’aeroporto internazionale Franz Joseph Strauss

MONACO, sabato, 9 settembre 2006 (ZENIT.org).- All’arrivo all’aeroporto internazionale di Monaco, Benedetto XVI è stato accolto dal Presidente della Repubblica Federale di Germania, il signor Horst Köhler, dal Cancelliere Federale, la signora Angela Merkel, dal Ministro Presidente della Baviera, il signor Edmund Stoiber, dall’Arcivescovo di Monaco e Frisinga, il Cardinale Friedrich Wetter, dal Presidente della Conferenza Episcopale di Germania e Vescovo di Mainz, il Cardinale Karl Lehmann, e da numerose autorità ecclesiastiche, politiche e civili.

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Dopo il saluto del Presidente Federale, il Papa ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:

* * *

Signor Presidente della Repubblica,
Signora Cancelliere e Signor Ministro Presidente,
Signori Cardinali, venerati Fratelli nell’Episcopato,
Illustri Signori, gentili Signore,
Cari compaesani!

Con viva emozione metto oggi, per la prima volta dopo la mia elevazione alla Cattedra di Pietro, il piede su Terra tedesca-bavarese. Torno nella mia Patria, tra la mia gente, col programma di visitare alcuni luoghi che hanno avuto un’importanza fondamentale nella mia vita. La ringrazio, Signor Presidente della Repubblica, per le espressioni di cordiale benvenuto che mi ha rivolto. In queste parole ho percepito l’eco fedele dei sentimenti dell’intero nostro popolo. Ringrazio la Signora Cancelliere, Dr. Angela Merkel, e il Signor Ministro Presidente, Dr. Edmund Stoiber, per la gentilezza con cui hanno voluto onorare il mio arrivo in terra tedesca e bavarese. Il mio saluto riconoscente si estende inoltre ai membri del Governo, alle Personalità ecclesiastiche, civili e militari qui convenute, come anche a tutti coloro che hanno voluto essere presenti per accogliermi in questa visita per me tanto importante.

In questo momento emergono nel mio animo molti ricordi degli anni passati a Monaco e Ratisbona: sono ricordi di persone e di vicende che hanno lasciato in me una traccia profonda. Consapevole di quanto ho ricevuto, sono qui innanzitutto per esprimere il vivo senso di riconoscenza che provo verso tutti coloro che hanno contribuito a formare la mia personalità nei decenni della mia vita. Ma sono qui anche come Successore dell’apostolo Pietro, per riaffermare e confermare i profondi legami che esistono tra la Sede di Roma e la Chiesa nella nostra Patria.

Sono legami che hanno una storia secolare, alimentata dalla ferma adesione ai valori della fede cristiana, una adesione della quale possono vantarsi in modo particolare proprio le regioni bavaresi. Ne danno testimonianza monumenti famosi, maestose cattedrali, statue e dipinti di grande valore artistico, opere letterarie, iniziative culturali e soprattutto tante vicende di singoli e di comunità nelle quali si rispecchiano le convinzioni cristiane delle generazioni che si sono succedute su questa Terra a me tanto cara. I rapporti della Baviera con la Santa Sede, pur con qualche momento di tensione, sono sempre stati improntati a rispettosa cordialità. Nelle ore decisive della sua storia, poi, il popolo bavarese ha sempre confermato la sua profonda devozione alla Cattedra di Pietro ed il fermo attaccamento alla fede cattolica. La Mariensäule, che s’innalza nella piazza centrale della nostra capitale Monaco, ne è eloquente testimonianza.

Il contesto sociale odierno è sotto molti aspetti diverso da quello del passato. Penso tuttavia che siamo tutti uniti nella speranza che le nuove generazioni restino fedeli al patrimonio spirituale che, attraverso tutte le crisi della storia, ha resistito. La mia visita alla Terra che mi ha dato i natali vuol essere anche un incoraggiamento in questo senso: la Baviera è una parte della Germania, appartenendo alla storia della Germania nei suoi alti e bassi, e può con buona ragione essere fiera delle tradizioni ereditate dal passato. Il mio augurio è che tutti i miei compatrioti nella Baviera e nell’intera Germania si facciano parte attiva nella trasmissione ai cittadini di domani dei valori fondamentali della fede cristiana, che ci sostiene tutti e che non divide, ma apre e avvicina le persone appartenenti a popoli, culture e religioni diverse. Ben volentieri avrei esteso la mia visita anche ad altre parti della Germania, per toccare tutte le varie Chiese locali, in particolare quelle alle quali mi legano personali ricordi. Molti sono stati i segni di affetto che ho ricevuto da tutte le parti e specialmente dalle Diocesi bavaresi in questo inizio di Pontificato e nel corso di tutti questi anni. Ciò mi rafforza di giorno in giorno. Per questo desidero cogliere questa occasione per esprimere a voi tutti la mia profonda gratitudine. Ho anche potuto leggere e seguire quanto è stato fatto in queste settimane e in questi mesi, quante persone hanno contribuito con tutte le loro forze, affinché questa visita sia bella. E ora rendiamo grazie al Signore che ci dona anche il cielo bavarese, perché questo noi non lo potevamo ordinare. Grazie! Che Dio vi ripaghi per tutto quello che è stato fatto dalle più diverse parti – avrò modo di tornarci ancora anche in altre occasioni – per garantire uno svolgimento sereno di questa visita e di questi giorni.

Oltre questo saluto a voi, cari compatrioti – vedo qui davanti a me le tappe del mio cammino, da Marktl e Tittmoning ad Aschau, Traunstein, Regensburg, e München – oltre che a voi desidero naturalmente rivolgere il mio saluto con grande affetto a tutti gli abitanti della Baviera e dell’intera Germania: non penso soltanto ai fedeli cattolici, ai quali la mia visita è in primo luogo diretta, ma anche agli aderenti alle altre Chiese e Comunità ecclesiali, in modo particolare ai cristiani evangelici e ortodossi. Lei, caro signor Presidente della Repubblica, con le sue parole ha interpretato i pensieri del mio cuore: anche se cinquecento anni non si possono semplicemente rimuovere in modo burocratico o per mezzo di discorsi intelligenti, ci impegneremo col cuore e con la ragione a convergere gli uni verso gli altri.

Saluto infine i seguaci di altre religioni e tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore la pace e la serenità del Paese e del mondo. Voglia il Signore benedire gli sforzi di tutti in vista dell’edificazione di un futuro di autentico benessere e basato su quella giustizia che crea la pace. Affido questi voti alla Vergine Maria, venerata in questa nostra Terra col titolo di Patrona Bavariae. Lo faccio con le parole classiche di Jakob Balde, iscritte qui ai piedi della Mariensäule: Rem regem regimen regionem religionem conserva Bavaris, Virgo Patrona, tuis! – Conserva ai tuoi Bavaresi, o Vergine Patrona, i beni, o come si dice in dialetto “la roba”, l’autorità politica, il Paese, la religione!

A tutti i presenti un cordiale “Grüß Gott!”

[Testo originale in tedesco
© Copyright 2006 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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