Cardinale Caffarra: l’“emergenza educativa” e la “dequalificazione etica” sono le sfide da vincere

Intervenendo al Centro di formazione professionale del Movimento Cristiano del Lavoratori

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BOLOGNA, venerdì, 8 settembre 2006 (ZENIT.org).- Lunedì 5 settembre, intervenendo al Centro di formazione professionale del Movimento Cristiano del Lavoratori (Cefal) di Bologna, il Cardinale Carlo Caffarra ha affrontato il tema dell’emergenza educativa, proponendo un modello di formazione che insegni a “come fare” e a “come vivere”.

L’Arcivescovo di Bologna ha da subito tracciato a grandi linee i contorni dell’emergenza educativa che caratterizza la nostra società: “Esiste nell’adulto, una profonda incertezza sulla stessa necessità o sensatezza dell’atto educativo così come esso era stato pensato e praticato da secoli in Occidente”

“Inoltre – ha aggiunto – la ‘agenzia educativa’ per eminenza, la famiglia, sta conoscendo una crisi di identità istituzionale quale mai aveva conosciuto prima” e per ultimo “deve aggiungersi la grave incertezza legislativa circa l’istituzione scolastica, il cui percorso di riforma non è ancora giunto ad un approdo sicuro e certo”.

Il porporato ha quindi spiegato che “l’insostenibile ‘dogma’ di una totale separazione fra il bene ed il giusto sta portando le nostre società ad una dequalificazione etica che nel ragazzo e nel giovane soprattutto quello più fragile genera un grave malessere esistenziale”.

Per rispondere da queste sfide l’Arcivescovo di Bologna ha ribadito che “l’educazione della persona è sempre possibile” perché “la possibilità dell’educazione è una conseguenza necessaria per chi percepisce che la persona umana è un soggetto libero e non un mero accidente-incidente di un incrocio casuale di forze impersonali”.

Secondo il Cardinale Caffarra “l’uomo è un mendicante di verità, di bene e quindi di senso, e le nostre convivenze non sono solo il parallelogramma di forze egoistiche fra loro contrarie”.

Per l’Arcivescovo di Bologna il problema sta nella riduzione dell’educazione e della formazione che si limita ad insegnare “il saper fare” mentre resta inevasa la domanda di fondo che ogni ragazzo consapevolmente o inconsapevolmente pone: “‘saper fare’, ma in vista di che cosa?”

“Parlare di una logica tecno-scientifica come fosse una sorta di ethos – ha sottolineato ancora il Cardinal Caffarra – mi sembra negare all’uomo la possibilità di porre domande ultime”.

A tal proposito, l’Arcivescovo ha invitato i presenti a insegnare “l’ambito del saper fare e l’ambito del saper vivere, non come due ambiti separati ma uniti fra loro. Insegnando come fare educate a come vivere”, ha spiegato.

Parlando delle attività lavorative dell’uomo, il Cardinale porporato ha affermato che “esiste una connessione essenziale fra l’essere uomo ‘ad immagine di Dio’ ed il lavorare. La separazione del lavoro dalla persona è contro la dignità dell’uomo”.

E allo stesso modo, “il non ‘ritrovarsi’ della persona nel suo lavoro è uno dei sintomi più chiari di una vita non buona e/o di una società sbagliata”.

“Ritengo – ha detto in conclusione l’Arcivescovo di Bologna – che in ordine al bene comune di cui tutti siamo responsabili, la vostra attività sia assai importante” e che “fa parte di un disegno politico sapiente non sostituirsi, ma offrire aiuto a quei soggetti che nella società civile si impegnano come voi nell’ambito dell’educazione professionale”.

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ZENIT Staff

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