Eucaristia, liturgia e arte sacra per contrastare la secolarizzazione

Spiega monsignor Raffaello Martinelli

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ROMA, domenica, 11 giugno 2006 (ZENIT.org).- Monsignor Raffaello Martinelli, dal 1980 Officiale della Congregazione della Dottrina della Fede, sostiene che ci sono tre strade privilegiate in grado di contrastare l’odierna secolarizzazione: l’Eucaristia, la liturgia e l’arte sacra.

In un libro appena pubblicato dalle Edizioni San Clemente, con il titolo “L’Eucaristia, dono incomparabile di Dio agli uomini”, monsignor Martinelli ha rilevato che per spiegare l’Eucaristia, mai sufficientemente contemplata, celebrata e vissuta, si è servito di numerose immagini sacre, perché “l’arte parla sempre, almeno implicitamente del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza Cristo Signore, immagine del Dio invisibile”.

Facendo riferimento a quanto scritto dal Pontefice Benedetto XVI nell’introduzione al Compendio del Catechismo, monsignor Martinelli ha sottolineato come “le immagini sacre con la loro bellezza sono anch’esse annuncio evangelico” perché “esprimono lo splendore della verità cattolica mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello”.

Scriveva San Giovanni Damasceno “la bellezza e il colore delle immagini sono uno stimolo per la mia preghiera. E’ una festa per i miei occhi, così come lo spettacolo della campagna apre il mio cuore a rendere gloria a Dio”.

Il prelato che è dal 1987 Rettore del Collegio ecclesiastico Internazionale San Carlo e Primicerio della Basilica dei SS Ambrogio e Carlo al Corso, a Roma, ha sollecitato i credenti a conoscere il mistero eucaristico, amandolo, contemplandolo, celebrandolo e pregandolo.

Interrogato da ZENIT sul perché oggi il sacramento dell’Eucaristia trovi difficoltà a diffondersi, monsignor Martinelli ha risposto che “le inchieste ci dicono che le percentuali di persone che frequentano la messa domenicale nelle grandi città italiane sono tra l’8 ed il 9 per cento della popolazione. Certo le statistiche sono da prendere con le molle, ma i dati sono bassi”.

“Uno dei problemi maggiori della celebrazione eucaristica odierna è stata la tentazione di abbandonare le forme tradizionali senza proporre una sostituzione adeguata – ha indicato –. E’ stato facile demolire il passato, ma non si sono proposte forme che potessero durare di più nel tempo”.

“Certo – ha continuato – la soluzione non è quella di continuare sulla falsariga del passato, più che rinnovare le forme esteriori dobbiamo immettere nuova linfa vitale. La forma può anche variare o rimanere la stessa, quello che è importante è che venga data una nuova giustificazione, con più vigore e sostegno”.

Monsignor Martinelli ha quindi aggiunto che questa nuova via, “secondo la tradizione cristiana andrebbe presa dalla liturgia, quindi bisogna creare un maggior interscambio tra liturgia e pietà popolare”.

“In questa maniera riusciamo a rinnovare, ringiovanire, e mantenerci anche in quello che è l’aspetto fondamentale ed autentico della nostra fede”, ha sottolineato.

“Sono convinto – ha poi sottolineato – che bisogna ricominciare dall’ABC, spiegando per bene i segni, i gesti, le forme della liturgia”.

Monsignor Martinelli ha quindi accennato al successo riscosso dal libro “Il Codice da Vinci”, spiegandolo alla luce del “grande bisogno di catechesi che emerge dalla gente”.

“Il romanzo e la rappresentazione cinematografica non sono molto interessanti, quello che però essi mettono in evidenza è una grande carenza e ignoranza religiosa proprio in merito alla fede cattolica.
Le argomentazioni di Dan Brown non sono cose nuove, sono già state confutate parecchi secoli fa, e oggi vengono presentati come una scoperta inimmaginabile”.

Allo stesso tempo, però, proprio il successo di vendite e di pubblico de “Il Codice da Vinci” mostrano una evidente “difficoltà”: “In Italia quasi tutti i ragazzi passano attraverso l’educazione cristiana, la comunione, la cresima, l’insegnamento della religione a scuola, e poi però ci ritroviamo di fronte a questa ignoranza già in età adolescenziale e poi da adulti”.

“Dall’altra c’è una richiesta di catechesi evidente. Lei non può immaginare quanto forte e diffusa sia la richiesta di conoscenza religiosa”, ha osservato.

“Ad esempio, riflettendo su moltissime delle domande che i fedeli mi fanno, da un anno a questa parte ho scritto, pubblicato e messo a disposizione nella Basilica dei SS Ambrogio e Carlo al Corso a Roma, alcune schede catechistiche su 33 argomenti di attualità: dal perché è necessario annunciare Gesù Cristo, a come pregare, qual è l’importanza del S. Rosario, come valutare i miracoli, perché i PACS sono dannosi, come la Chiesa considera le unioni omosessuali ecc. Ebbene con mio grande stupore ho constatato che in un anno ben più di 800.000 schede sono state prese ed utilizzate dai fedeli”.

“Una cifra enorme, considerando che le schede passano poi di mano in mano e quindi le persone che la leggono sono molte di più. E devo rilevare che la scheda più gettonata è stata quella che si intitola ‘perché è necessario annunciare Gesù Cristo?’”, ha proseguito.

“Questa esperienza mi ha convinto a pubblicare con le edizioni San Clemente un cofanetto intitolato ‘Catechesi Dialogica – Argomenti di attualità’ contenente un CD e tutte le 33 schede che si possono riprodurre”.

“Adesso sto facendo una scheda sui quattro Vangeli autentici, dove spiego perché li riteniamo autentici, perché questi e non i Vangeli apocrifi sono stati accolti dalla Chiesa”, ha affermato l’Officiale della Congregazione della Dottrina della Fede.

“Si tratta di un fenomeno interessante, una fame di catechesi che va soddisfatta”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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