Dolore del Papa per la morte di 65 minatori messicani

SAN JUAN DE SABINAS, domenica, 26 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Diverse celebrazioni religiose hanno accompagnato questo sabato l’annuncio della morte delle persone rimaste intrappolate, da domenica 19 febbraio, in seguito ad una esplosione in una miniera di carbone di Pasta de Conchos, nello Stato di Coahuila, a nord del Messico.

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Mentre il Papa Benedetto XVI – attraverso il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Angelo Sodano – inviava un telegramma di solidarietà e sollecitudine paterna al Vescovo di Piedras Negras, monsignor Alonso Gerardo Garza Treviño, i familiari delle vittime della esplosione apprendevano dal Segretario federale del Lavoro, Francisco Javier Salazar Sáenz, che i 65 minatori erano dichiarati ufficialmente morti.

L’annuncio è giunto al termine di una settimana di snervante attesa, durante la quale il Vescovo Piedras Negras, una decina di sacerdoti della diocesi e agenti della Pastorale Sociale, hanno recato conforto spirituale ai familiari dei minatori scomparsi.

Il presidente del gruppo proprietario della miniera ha affermato che l’esplosione è stata provocata da un’alta concentrazione di metano che ha riguardato l’insieme delle installazioni sotterranee.

Nel suo messaggio, il Papa chiede al Vescovo di trasmettere “ai familiari delle vittime la sua vicinanza spirituale in questi momenti di sofferenza per la sorte dei loro cari, mentre imparte loro di cuore il conforto della Benedizione Apostolica, come segno della sua paterna sollecitudine verso la popolazione ferita di San Juan de Sabinas”.

Per ogni famiglia delle vittime il gruppo proprietario della miniera ha stanziato una somma di circa 60 mila euro più borse di studio per gli orfani.

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ZENIT Staff

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