Crescerà il numero dei sacerdoti esteri, diminuiranno i parroci, ma saranno più giovani

Nel 2023 il clero potrebbe ridursi di oltre un terzo, afferma uno studio commissionato dalla CEI

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ROMA, venerdì, 11 novembre 2005 (ZENIT.org).- Clero sempre più anziano e sempre più sacerdoti esteri in servizio nelle parrocchie italiane, mentre i Vescovi si dicono ottimisti a fronte di una realtà molto più dinamica rispetto ad altri Paesi. E’ questa la situazione descritta ne “La parabola del Clero – uno sguardo socio-demografico sui sacerdoti diocesani in Italia”, un libro appena pubblicato dalle Edizioni della Fondazione Agnelli.

Il volume a cura del professor Luca Diotallevi, docente di Sociologia all’Università di “Roma Tre”, è frutto di uno studio di demografia sacerdotale commissionato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) alla Fondazione Agnelli.

E’ la prima volta che viene realizzata in Italia un’analisi demografico-sociologica della popolazione del clero diocesano in servizio nelle diverse diocesi della Penisola.

Nel corso della Conferenza di presentazione del volume, avvenuta a Roma venerdì 11 novembre, monsignor Giuseppe Betori, Segretario Generale della CEI, ha spiegato che “la ricerca è apparsa utile anche in vista delle riflessioni che l’Assemblea Generale della CEI sta sviluppando, dovendo pensare al futuro della parrocchia in Italia anche in considerazione dell’elaborazione del documento ‘Orientamenti e norme per i seminari’”.

Secondo i dati relativi al 2003 i sacerdoti diocesani sul territorio italiano sono circa 33.000 (su circa 36.000 preti secolari iscritti all’Istituto centrale di sostentamento del clero), ma data l’elevata età media e il numero contenuto delle nuove ordinazioni, si prevedono in alcune regioni diminuzioni del clero diocesano attivo nelle parrocchie fino al 40%.

Betori ha affermato tuttavia che la situazione non preoccupa i Vescovi, sia perché in alcune regioni come Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata si assiste ad una crescita, sia perché si è di fronte ad un cambio generazionale, con i prossimi dieci anni che vedranno una diminuzione dell’età media dei sacerdoti, e per ultimo perché la situazione italiana si mostra ancora molto più dinamica e solida di quanto avviene in altri Paesi europei come Francia e Spagna.

Secondo il Segretario Generale della CEI, “non c’ è da preoccuparsi se saremo di meno. Il problema non è quantitativo. Bisogna prendere atto dei cambiamenti in corso”, e agire di conseguenza attraverso una riorganizzazione del tessuto e della rete delle parrocchie.

Lo studio della Fondazione Agnelli, illustrato dal Stefano Molina, rivela che l’età media del clero diocesano è di 60 anni. Il 42,3% dei sacerdoti diocesani ha 65 anni o più.

Più che di una crisi determinata dalla secolarizzazione, il dato riflette la situazione demografica italiana, con un incremento notevole della popolazione anziana ed un crollo della popolazione giovane.

Preoccupa in particolare l’evoluzione prevista della popolazione maschile. Se il trend non viene invertito si prevede che la popolazione maschile di età compresa tra i 25 ed i 34 anni, che nel 1998 era di 4.697.931 nel 2023 sarà di 3.033.067, il che comporta una riduzione di oltre un terzo.

Tra le Regioni il Lazio è quella che ha l’età media dei suoi sacerdoti più giovane (54 anni e mezzo) mentre le Marche con 64,2 anni è quella con un età media più anziana.

Se si confronta il sacerdozio con le altre professioni si scopre che la densità di presenza sul territorio (0,56 ogni mille abitanti) è quasi pari a quella degli odontotecnici (0,6 ogni mille abitanti), ma viene superata dalla presenza degli psicologi iscritti all’Ordine (0,66 ogni mille abitanti).

La regione con minore densità di sacerdoti diocesani è la Campania, (0,37 sacerdoti ogni mille abitanti) e la maggiore è l’Umbria con 0,80 sacerdoti ogni mille abitanti.

Lo studio rileva anche la crescente presenza di sacerdoti diocesani nati all’estero che hanno raggiunto il numero di 1500, il 4,5% del totale, con una forte concentrazione territoriale in Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise dove superano il 10%.

Tra i sacerdoti fino a 40 anni la presenza dei nati all’estero sale fino al 13,5%.

Anche in questo caso i numeri sono coerenti con le percentuali di immigrazione dell’Italia, e riflettono anche situazioni particolari come quella di Roma dove tra Università Pontificie, Collegi o Concrezioni religiose, si concentra la maggior parte dei sacerdoti provenienti da altri Paesi.

Il Lazio con il 21,3% è infatti la Regione con la maggior presenza di sacerdoti nati all’estero. La Lombardia con una percentuale dello 0,9% è quella che registra la presenza meno significativa di sacerdoti esteri.

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ZENIT Staff

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