Convegno storico a 100 anni dalla morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini

Intervista al Vicario generale della Congregazione da lui fondata

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ROMA, venerdì, 4 novembre 2005 (ZENIT.org).- A 100 anni dalla morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo, meglio noti come “Scalabriniani”, si svolgerà dal 10 al 12 novembre a Piacenza un Convegno storico internazionale incentrato sulla sua concezione ecclesiologica.

Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco (Como) nel 1839 e morto nel 1905 a Piacenza, fu rettore del seminario, insegnante e parroco in una zona operaia di Como. Nel 1876, a soli 37 anni, divenne Vescovo di Piacenza.

Straordinaria la sua attività pastorale, visitò per cinque volte le 365 parrocchie della sua diocesi. Molto sensibile alla cura pastorale dei migranti il 28 novembre 1887 fondò la Congregazione dei Missionari di San Carlo, con l’intento di dedicarsi completamente all’assistenza spirituale dei numerosi italiani emigrati in America. Questa Congregazione conta attualmente su 6 Vescovi, 693 sacerdoti, 15 fratelli e 102 religiosi studenti, per un totale di 716 religiosi attivi in 29 Paesi nei cinque continenti.

Per approfondire la figura del fondatore e comprendere il senso profondo del carisma che anima la missione caritatevole della Congregazione dei Missionari di San Carlo, ZENIT ha intervistato Padre Gaetano Parolin, cs, Vicario generale dei Missionari Scalabriniani.

Il Beato Giovanni Battista Scalabrini è morto un secolo fa, eppure la sua spiritualità, la sua testimonianza cristiana e la sua opera sociale hanno un valore non solo per la memoria. Quali sono gli aspetti della sua spiritualità e azione pastorale che lei indicherebbe come di grande attualità?

Parolin: Tra gli aspetti della sua spiritualità indicherei senz’altro la concezione stessa della spiritualità. Scalabrini va alla sorgente, alla dimensione più vera della spiritualità. La spiritualità come vita nello Spirito, guidata e animata dalla Spirito, come sinergia con lo Spirito. Diceva: “Che lo Spirito Santo abiti in me, mi governi, mi conduca”. E’ quindi una spiritualità fortemente trinitaria e cristologica. Si sviluppa infatti nell’unione con Cristo, che è la perfezione della vita cristiana, la santità stessa. Sembra quasi di leggere la Gaudium et spes. La koinonia cristica si alimenta con quelle che l’ascetica del tempo chiama “devozioni”. Che però in Scalabrini nascono dal fuoco stesso che “arde in Cristo”. Scriveva: “Il sacerdote davanti al Tabernacolo chieda insistentemente che il ghiaccio del suo cuore sia sciolto da quel fuoco celeste che arde in Cristo; che la sua anima sia riempita di fervore divino e possa così diventare una testimonianza fedele davanti al popolo”. E’ lo spirito che abita nel cuore che, trasformando l’anima ed il corpo, si vede fuori, diventa immagine, ricordo, parola, testimonianza di Dio. La persona spirituale non è autorefenziale. La vedono e lo dicono gli altri. E’ una concezione molto bella e molto attuale. Da qui nasce il suo amore per l’Eucarestia, la preghiera, la meditazione, la devozione alla Madonna, al rosario, ecc…

Tra gli aspetti della sua azione pastorale indicherei senz’altro l’approccio globale, integrale e organico, rivolto cioè a tutta la persona, a tutte le persone, specialmente gli ultimi, gli emarginati, in collaborazione con tutti. E’ Vescovo di una diocesi, ma pensa ai sordomuti, alle mondariso, in modo particolare agli emigrati del mondo. Coglie tutta la drammaticità e la sofferenza del fenomeno migratorio, ma anche il risvolto provvidenziale. Fa parte del progetto del Padre di unire “tutti i popoli in un solo popolo, tutte le famiglie in una sola famiglia”. Una visione quindi aperta, ampia, che abbraccia tutte le chiese e tutte le società, tutte le forze politiche, sociali e religiose, tutte le persone, di qualunque credo, cui sta a cuore il futuro dell’uomo. Scalabrini è uomo della riconciliazione, del dialogo, della comunione.

Il Convegno storico da voi organizzato è dedicato al tema dell’ecclesiologia e della spiritualità di Scalabrini nel contesto storico-teologico di fine ‘800. Cosa può dirci in merito?

Parolin: Noi Scalabriniani celebriamo quest’anno il centenario della morte di Scalabrini, avvenuta a Piacenza nel 1905. Tra le varie celebrazioni si colloca questo convegno che vuole approfondire la persona e l’opera di Scalabrini nelle sue dimensioni spirituali, ecclesiali e missionarie. Nel 1987 si è celebrato a Piacenza il I Convegno storico, su “Scalabrini tra Vecchio e Nuovo Mondo”. Le conclusioni del Convegno e gli studi successivi, sostenuti dalla pubblicazione delle opere e delle lettere di Scalabrini, hanno indicato la necessità di approfondire queste sue dimensioni, come nucleo fondante della sua personalità e della sua opera.

Gli studi storiografici più recenti, in particolare, fanno esplicito riferimento all’approccio ecclesiologico o missiologico di Scalabrini, passando da una visione dello Scalabrini tutta interna al Movimento Cattolico, allo Scalabrini operatore di una pietà organizzata sul fronte più sguarnito allora del movimento cattolico e della Chiesa”, rappresentato dal problema della “riconquista alla fede” delle popolazioni emigrate. E sono contento di poter dire che diversi autori, protagonisti di questa svolta, saranno presenti al Convegno.

Questa rilettura di Scalabrini si sofferma in modo particolare sulla sua ecclesiologia, una ecclesiologia secondo la quale l’avvenire della Chiesa si gioca, più che sul fronte dell’evangelizzazione tra gli infedeli, nella presenza della Chiesa all’interno del fenomeno della mobilità umana (migrazioni sia interne che esterne), all’interno della quale avrebbe potuto misurare la sua capacità di annunciare il Vangelo ai poveri (la sua “carità”), la sua fiducia nei poveri per la costruzione della Chiesa nella sua universalità (comunione delle diversità) e nella sua capacità di unità attraverso la corresponsabilità pastorale dell’Episcopato delle diverse Chiese locali. E’ lo Scalabrini apostolo dei migranti, conciliatorista transigente aperto alla problematica sociale e politica, ma soprattutto lo Scalabrini vescovo e missionario.

In che senso i migranti e gli Scalabriniani hanno contribuito “alla Chiesa di Cristo, pellegrina nel mondo”?

Parolin: I migranti e gli Scalabriniani hanno seguito le intuizioni ed il carisma del Fondatore, che già allora parlava delle migrazioni come un fenomeno non passeggero, ma permanente, strutturale. E’ quello che stiamo vedendo oggi. Motivo per cui in ogni società, in ogni comunità ecclesiale si realizza, sullo stesso territorio, una sfida a vivere, in maniera più vera e più reale, l’unità e la cattolicità della Chiesa, la comunione cioè delle diversità.

La pastorale migratoria, specifica come specifica è la cultura di ogni gruppo emigrato, diventa la pastorale più attuale, perché mira ad evangelizzazione tutte le culture, anche quelle dei residenti, perché siano luogo non di conflitto, ma di apertura e di comunione. Riproporre il carisma scalabriniano in tutta la sua bruciante attualità, significa aiutare la chiesa a camminare come pellegrina nel tempo, nello spirito della Pentecoste.

Quali sono secondo lei, le virtù del Beato Scalabrini, che indicherebbe come riferimento per i giovani di oggi?

Parolin: Scalabrini ha spalancato gli occhi, la mente ed il cuore, sugli orizzonti del mondo, fino a vedere “nei figli della miseria e del lavoro”, i protagonisti di una nuova umanità. Allo studio, alla documentazione, ha unito una grande passione per la Chiesa e per il mondo, per l’unità della famiglia umana. Nel suo progetto pastorale ha coinvolto tutte le persone di buona volontà, a prescindere dal loro credo politico, sociale o religioso. E’ questa apertura, questa passione per le cose grandi, questa solidarietà verso le persone più emarginate che indicherei come riferimento per i giovani d
i oggi.

E quanto di queste virtù derivano dalla cultura cattolica e dall’essere cristiano?

Parolin: Questi ideali e queste virtù non sono appannaggio esclusivo della cultura cattolica e dei cristiani. Certo, nella fede trovano una ispirazione ed una forza più esplicita e più tematizzata.

[Per visitare la pagina web della Congregazione dei Missionari di San Carlo: http://www.scalabrini.org/ ]

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ZENIT Staff

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