Di fronte alle minacce “la Chiesa non si lascia certo intimidire”, afferma il Segretario della CEI

E rivendica la libertà di parola dei Vescovi su temi come la vita umana, la famiglia, la giustizia e la solidarietà

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ROMA, mercoledì, 28 settembre 2005 (ZENIT.org).- Di fronte alla campagna aggressiva e intimidatoria contro la Chiesa Cattolica, ed in particolare contro il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il Cardinale Camillo Ruini, monsignor Giuseppe Betori ha affermato che i Vescovi continueranno a parlare sui temi che coinvolgono la famiglia e l’antropologia “senza farsi intimidire” perché “questo fa parte della sua missione” e perché in “questo parlare siamo vicini al sentire della gente”.

Queste le parole espresse dal Segretario Generale della CEI nell’intervenire, presso la sede della “Radio Vaticana”, alla conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio Permanente dell’episcopato italiano, riunitosi dal 19 al 22 settembre, dopo le numerose manifestazioni ostili, giunte persino alle minacce, verificatisi in questa ultima settimana

In particolare, il Segretario della CEI ha letto una dichiarazione dei presuli italiani in cui si dice che: “La Chiesa non si lascia certo intimidire e non verrà mai meno, nell’esercizio del discernimento evangelico e della carità pastorale, al suo dovere di parlare in modo forte e chiaro per illuminare i credenti a tutti gli uomini di buona volontà su materie che riguardano la fede e la vita ecclesiale sia su temi di grande rilevanza morale come la vita umana, la famiglia, la giustizia e la solidarietà”.

“Tali interventi della Chiesa non possono in alcun modo essere considerati un’indebita interferenza e tanto meno un’ingerenza nella vita del Paese, rappresentano piuttosto il costruttivo contributo del cattolicesimo al bene e allo sviluppo della nostra amata Nazione”, ha aggiunto.

Le contestazioni e i fischi all’indirizzo del Cardinal Ruini in occasione del Convegno organizzato a Siena dalla “Fondazione Liberal”, così come le minacce e gli insulti radiofonici, prendevano spunto dalla prolusione che il Vicario di Roma ha svolto il 19 settembre in apertura del Consiglio Permanente della CEI, in cui spiegava perché la Chiesa cattolica è contraria alle proposte di riconoscimento giuridico pubblico alle unioni di fatto, meglio noti come PACS (cfr. Il Cardinal Ruini: no ai PACS, il sostegno alla famiglia deve essere la prima preoccupazione , ZENIT, 19 settembre 2005).

Nel presentare il comunicato finale dei lavori del Consiglio Permanete della CEI, monsignor Betori ha ribadito che i Vescovi “hanno richiamato la doverosa tutela della vita nascente e della famiglia,quale è riconosciuta anche nella Costituzione italiana (art. 29), a fronte di iniziative tese a sminuire da una parte il valore e la dignità della vita umana fin dal suo concepimento e dall’altra la famiglia fondata sul matrimonio, con la proposta di istituzionalizzare le unioni di fatto”.

I presuli italiani, nell’esprimere “unanime apprezzamento e consenso per le considerazioni fatte dal Cardinale Presidente nella sua prolusione”, hanno quindi “chiesto il rispetto della specificità dell’istituto familiare fondato sul matrimonio, nello spirito della giurisprudenza costituzionale secondo cui ‘la convivenza more uxorio non può essere assimilata alla famiglia, così da desumerne l’esigenza di una parificazione di trattamento’”.

Il comunicato finale della CEI precisa che “l’attenzione verso eventuali situazioni particolari, che non trovino già risposta nel contesto dei diritti individuali, andrà ricercata nelle molteplici possibilità offerte dal diritto privato, senza creare surrettiziamente profili giuridici che finirebbero col diventare dei piccoli matrimoni: qualcosa cioè di cui non vi è alcun reale bisogno e che produrrebbe al contrario un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano”.

I Vescovi sottolineano il paradosso di un approccio “sostanzialmente ideologico circa la preoccupazione per un fenomeno assai marginale, anche rispetto alla sua effettiva rilevanza sociologica, a fronte invece della persistente e grave mancanza di politiche a sostegno della famiglia, le cui conseguenze si riflettono in particolare sul triste primato italiano della denatalità”.

Data la gravità dei fatti nessun commento è stato invece fatto nei confronti delle minacce radiofoniche pronunciate da Mario Tozzi, conduttore del programma televisivo “Gaia” su Rai Tre, il quale dagli studi di “Radio Radio” ha definito il Cardinale Ruini “il più pericoloso dei rifiuti tossici, da eliminare con qualsiasi mezzo”.

Tozzi ha detto anche di rimpiangere la Spagna comunista degli anni Trenta perché “i bacarozzi neri venivano inseguiti nelle chiese e crocifissi sulle croci al posto di Gesù Cristo, cosa che aveva prodotto in Spagna un periodo di benessere sociale”.

Nel continuare le sue invettive, il noto geologo avrebbe anche detto di conoscere “qualcuno della camorra che per 500 Euro potrebbe far sparire il Cardinale Ruini e anche il tabernacolo” ed ha concluso sostenendo che “ in Italia continuano a costruire le chiese, mentre bisognerebbe radere al suolo quelle esistenti con le ruspe o magari con la dinamite”.

Di fronte, invece, ad un articolo pubblicato dal “Corriere della Sera” il 28 settembre in cui si racconta di un colloquio tra il Cardinale Ruini e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, la CEI ha emesso un comunicato di smentita in cui afferma che quanto scritto “è del tutto destituito di fondamento non essendoci stato alcun colloquio telefonico tra il Cardinale Camillo Ruini e il Dott. Gianni Letta”.

”È grave e deprecabile che su mezzi di così ampia diffusione si pubblichino articoli del tutto falsi e frutto di pura invenzione”, conclude poi la nota.

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ZENIT Staff

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