CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 11 settembre 2005 (ZENIT.org).- Il quotidiano della Santa Sede, “L’Osservatore Romano”, nel ricordare gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 che portarono al crollo delle Torri Gemelle di New York, ha ricordato questi attentati terroristici come un “attacco all’umanità” e “un terribile affronto alla dignità dell’uomo”, ed ha fatto appello a “pregare perché l’amore prevalga sull’odio”.

“Di fronte ai tragici fatti che hanno insanguinato, e tuttora insanguinano, soprattutto per motivi etnici, varie regioni del mondo è opportuno sottolineare che la pace si ottiene promuovendo popoli liberi in un mondo di libertà”, scrive il giornalista Giuseppe M. Petrone nella rubrica dell'"Atlante geopolitico".

Fondandosi “sul disprezzo della vita umana”, il terrorismo “non dà solo origine a crimini intollerabili, ma costituisce esso stesso, in quanto ricorso al terrore come strategia politica ed economica, un vero crimine contro l’umanità”, continua poi.

L’articolo cita quindi le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nel corso di una Udienza generale ad un anno di distanza da quegli avvenimenti: “Il terrorismo è e sarà sempre una manifestazione di disumana ferocia, che proprio perché tale non potrà mai risolvere i conflitti tra esseri umani”.

“La sopraffazione, la violenza armata, la guerra sono scelte che seminano e generano solo odio e morte. Soltanto la ragione e l’amore sono mezzi validi per superare e risolvere le contese tra le persone e i popoli”, continuava il Papa polacco.

“I drammatici eventi dell’11 settembre 2001 sono solo una tappa del folle ma lucido disegno del terrorismo internazionale che attacca la pace fondata sulla giustizia e sul perdono”, avverte.

“Chi uccide con atti terroristici coltiva sentimenti di disprezzo verso l’umanità, manifestando disperazione nei confronti della vita e del futuro”

“Quattro anni dopo l’11 settembre – un giorno buio per l’umanità e un terribile affronto alla dignità dell’uomo – bisogna pregare perché l’amore prevalga sull’odio”, conclude infine.