Evento “storico”: cinque templi cristiani nell’Emirato del Qatar

Un fatto che non accadeva dal VII secolo

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DOHA, domenica, 10 ottobre 2004 (ZENIT.org).- La comunità cattolica dell’Emirato del Qatar ha accolto con “grande entusiasmo” la notizia della concessione del terreno sul quale inizierà presto la costruzione della prima chiesa cattolica, dedicata a Nostra Signora del Rosario.

La collocazione della prima pietra ha avuto luogo giovedì scorso, 7 ottobre, in occasione della festa di Nostra Signora del Rosario. Nello Stato arabo non si costruivano edifici di culto cristiano dal VII secolo.

La chiesa si ergerà su un terreno donato dall’emiro del Qatar in una zona periferica della capitale, Doha. L’emiro ha donato anche il terreno per costruire edifici di culto anglicani, copti, ortodossi e protestanti.

Alla parrocchia di Santa Maria del Rosario, che amministrerà la futura chiesa cattolica, appartengono circa 48.000 fedeli di diverse nazionalità presenti nell’Emirato per motivi di lavoro. La nascita della missione cattolica del Qatar risale al 1956.

Attualmente l’Eucaristia si celebra in rito latino, siro-malabarico e siro malankar, ed in varie lingue: Arabo, Inglese, Italiano, Urdu, Tagalog e Tamil.

“Siamo molto felici: da anni attendevamo il momento e l’autorizzazione ad edificare una Chiesa. C’è grande entusiasmo nella comunità cattolica”, ha affermato in questi giorni, durante la sua visita pastorale al Vicariato Apostolico, monsignor Bernardo Gremoli, vicario apostolico di Arabia.

In alcune dichiarazioni rilasciate a “Fides” mercoledì 6 ottobre, monsignor Giuseppe D’Andrea, nunzio apostolico in Kuwait, ha detto: “E’ un momento storico, è un evento di grazia per la Chiesa in questa parte del mondo. Siamo molto felici”.

“Da quando il Qatar ha stabilito relazioni diplomatiche con la Santa Sede nel 2003, i rapporti sono cordiali – ha aggiunto –. L’emiro ha donato un terreno alla Chiesa cattolica proprio nell’Anno del Rosario: per questo la nuova chiesa sarà intitolata alla Madonna del Rosario”.

Situato nella penisola arabica, l’Emirato del Qatar – vicino all’Arabia Saudita – ha poco meno di 800.000 abitanti, la maggioranza dei quali musulmani. La sua popolazione è formata in generale da arabi beduini e lavoratori immigrati provenienti dagli Stati arabi vicini e da Iran, Pakistan, India e Filippine.

L’Emirato del Qatar appartiene alle Nazioni Unite e alla Lega Araba. Dal 27 giugno 1995 l’emiro è lo sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani.

Il 18 novembre 2003 la Santa Sede ed il Qatar hanno annunciato di aver intavolato rapporti diplomatici ufficiali. Secondo quanto appreso allora da ZENIT, nell’accordo era già previsto che il Governo del Qatar mettesse a disposizione della Chiesa uno o vari terreni per la costruzione di templi, in base alle necessità dei credenti.

Anche se l’Islam è la religione più diffusa, il Paese ha circa 60.000 immigrati cattolici, provenienti soprattutto dall’India e dalle Filippine.

Per uno dei maggior esperti cattolici di Islam al mondo, padre Justo Lacunza Balda, “questi nuovi luoghi cristiani, con una dimensione interconfessionale, hanno di fatto due significati profondi. Anzitutto, rappresentano una dimensione del dialogo interreligioso ed ecumenico fra le Chiese ed in particolare fra Cattolici, Ortodossi, fra Protestanti, Copti ed Anglicani”.

“Allo stesso tempo – ha sottolineato ai microfoni di “Radio Vaticana” il direttore del Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici (PISAI) – ha anche un significato profondo, legato al dialogo interreligioso e interculturale, in un Paese dove la religione ufficiale è l’Islam”, il che suggerisce la “necessità di avviare un dialogo attraverso le strade della conoscenza e del sapere reciproco”.

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ZENIT Staff

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