Tra i tanti temi trattati dal Consiglio, Betori ha rilevato in particolare l’indizione dell’anno Eucaristico e il tema della morte e la prospettiva della vita eterna.
In merito all’ “Anno dell’Eucaristia”, che avrà inizio con il Congresso Eucaristico Mondiale in programma a Guadalajara, in Messico, dal 10 al 17 ottobre, il segretario Generale della CEI ha rivelato che “Per accompagnare tale itinerario di riflessione e di comunione attorno all’Eucaristia, ‘fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa’, è in preparazione una Lettera alle comunità cristiane per invitarle a vivere con fervore quest’anno di grazia”.
Rispondendo ad una domanda di ZENIT, Betori ha sottolineato che, i Vescovi stanno aspettando e sono pronti a recepire le indicazioni contenutistiche che verranno da Guadalajara, mentre nel frattempo stanno puntando la riflessione sulla domenica come giorno del Signore che è pure il tema del 24° Congresso Eucaristico nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al 29 maggio 2005.
“Si tratta di una riflessione - ‘Senza la domenica non possiamo vivere’ - che non ha significati solo intraecclesiali in quanto la domenica è il giorno del Signore, il giorno della comunità, ma anche il giorno dell’uomo, della festa, del riposo”.
In linea con la necessità di non sottrarsi alle domande inquietanti e radicali poste dall’efferatezza degli atti terroristici e dalle vicende drammatiche del nostro tempo, si colloca, tra l’altro, l’ampia riflessione dei presuli sul persistente atteggiamento d’imbarazzo e di rimozione, da parte della “cultura pubblica”, nei riguardi del mistero della morte.
Sulle immagini di morte che sempre più spesso accompagnano la vita dell’uomo moderno, Betori ha rilevato il paradosso di una società che spettacolarizza le immagini di morte, che vede i terroristi strumentalizzare tali immagini e che nello stesso tempo però rimuove il significato del passaggio a miglior vita.
A questo proposito ha rivelato che i vescovi hanno riflettuto sul tema della morte, con l’impegno a “testimoniare e riproporre l’annuncio e la forza della risurrezione di Cristo, segno dell’amore di Dio che supera ogni barriera e dà senso all’esistenza umana e alla stessa morte”.
“In modo particolare è stata ribadita l’urgenza di richiamare in tutte le circostanze, sia nell’azione pastorale sia nella riflessione che accompagna le vicende dei nostri giorni, alla speranza di una vita che si apre oltre la morte”, è scritto nel Comunicato finale dei lavori del Consiglio Permanente.
È stato rilevato dai vescovi che “il disagio di fronte al mistero della morte è uno dei segnali più evidenti della perdita di senso, del progressivo e diffuso scivolamento da una visione di fede alla riduzione materialistica dell’esistenza umana, della difficoltà a elaborare una visione integrale del destino umano che non finisce con il termine della vita fisica”.
“In modo ancora più decisivo e radicale questo oscuramento culturale ed esistenziale della morte evidenzia la perdita di fiducia nella salvezza che viene da Dio, nella redenzione e nella grazia, proponendo quindi oltre a una rilevante questione antropologica anche una esigenza tipicamente pastorale”, conclude poi.
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Sep 28, 2004 00:00