Esperto di bioetica: la Florida non ha saputo difendere la vita di Terri Schiavo

Gonzalo Miranda commenta la sentenza della Corte Suprema di tale Stato

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TALLAHASSEE/ROMA, venerdì, 24 settembre 2004 (ZENIT.org).- Un esperto di bioetica ha espresso la sua preoccupazione, constatando che la Corte Suprema della Florida non è stata in grado di difendere la vita di una donna in stato di incoscienza da quattordici anni, Terri Schiavo, di fronte all’insistenza di suo marito che chiedeva di lasciarla morire.

Giovedì scorso, il Tribunale ha decretato l’incostituzionalità della legge (conosciuta come “legge Terri”) firmata dal governatore di tale Stato, Jeb Bush, che disponeva la reintroduzione di una sonda per alimentare la signora Schiavo, al fine di farla morire di inedia come invece pretendeva il marito.

La Corte ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato del marito della Schiavo, Michael, ritenendo incostituzionale questa legge, approvata dall’Assemblea legislativa e rimasta in vigore per soli quindici giorni.

I sette giudici della Corte Suprema dello Stato hanno decretato che la “legge Terri” dell’ottobre del 2003, è stata promulgata in violazione della separazione tra i poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo e che il legislatore della Florida ha delegato impropriamente taluni poteri al Governatore.

”Riconosciamo che le tragiche circostanze che sottendono questo caso rendono difficile commisurare le emozioni alla questione legale presentata”, ha scritto la giudice Barbara Pariente, nel rendere pubblica la sentenza.

”Non siamo insensibili alla battaglia che tutti i membri della famiglia di Theresa hanno intrapreso da quando è entrata in uno stato di incoscienza nel 1990. Ad ogni modo, siamo una nazione di diritto e dobbiamo governare sulla base delle decisioni fondate sulla legge e sul diritto e non sulla base delle nostre proprie emozioni”.

Terri Schiavo, di quarant’anni, ha subito gravi danni cerebrali quando nel 1990 il suo cuore ha cessato di battere a causa di un problema alimentare.

La Schiavo può respirare autonomamente, ma dipende da una sonda per l’alimentazione e quindi per la sopravvivenza. Il Marito sostiene che non avrebbe voluto che fosse mantenuta in vita in questo modo e chiede l’interruzione dell’alimentazione così che possa morire.

Ma i genitori, Bob e Mary Schindler, hanno rifiutato questa proposta e sostengono che la loro figlia potrebbe recuperare le sue facoltà.

“Non posso entrare negli aspetti tecnici della sentenza. Non so se è corretta da un punto di vista squisitamente tecnico-giuridico. Ma è molto triste e preoccupante che sia possibile poter provocare la morte di una persona indifesa, a causa di un problema tecnico, e che il sistema giuridico non sia capace di difendere la vita di Terri Schiavo”, osserva Gonzalo Miranda, LC, decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma.

In alcune dichiarazioni rilasciate a ZENIT padre Miranda afferma: “Supponendo che la sentenza fosse tecnicamente corretta, mi pare che la contrapposizione presentata dal giudice Barbara Pariente è gravemente inesatta: il problema non sta nella scelta tra ‘le emozioni e le regole’, ma tra la difesa di una vita umana e le regole”.

”È evidente che le regole scritte non possono contemplare tutti e ciascuno dei casi concreti che possono presentarsi – riconosce l’esperto che ha rappresentato la Chiesa cattolica nelle questioni di bioetica all’esame dell’UNESCO –. L’interpretazione delle regole non solo è necessaria, ma è inevitabile”.

“E in caso di una grave urgenza, come la situazione della signora Schiavo al momento della promulgazione della ‘Terri’s Law’, occorrerebbe saper interpretare e applicare le regole a favore della protezione della vita, ad esempio con una misura legale del tutto eccezionale e temporanea (in modo da non poterla utilizzare come precedente capace di alterare l’ordinamento giuridico e costituzionale vigente)”.

“Quando si presenta un’emergenza e le regole scritte non sono idonee a proteggere chi si trova in pericolo di morte, non siamo allora in grado di adattare le regole o di interpretarle tenendo a mente quella situazione speciale, o di fare un’eccezione per il bene della persona?”, si domanda Gonzalo Miranda.

”Cosa avviene quando un terrorista minaccia la vita di qualcuno e le regole non ne consentono l’arresto?”, continua domandando.

“Mi sorge inoltre un sospetto: il triste caso Schiavo è stato portato avanti nell’arco di un tempo lunghissimo, senza che le regole e i giudici abbiano potuto garantire definitivamente la protezione della sua vita”.

“Non sarà forse che in realtà vi sono alcuni che preferirebbero vederla morta?”, si domanda il padre Miranda.

”Il re Salomone si è reso conto di chi fosse la vera madre di un bambino quando ha visto che una accettava che lo spezzassero in due, mentre la madre ha urlato che preferiva lo dessero vivo all’altra donna”, continua dicendo.

“Il marito di Terri persegue ossessionato la morte di sua moglie (naturalmente, sostenendo di farlo per pietà nei suoi confronti), mentre i genitori di Terri lottano per salvargli la vita. Speriamo che i nostri giudici possano imparare qualcosa dalla saggezza di Salomone”, conclude infine.

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ZENIT Staff

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