COLORADO SPRINGS, domenica, 16 maggio 2004 (ZENIT.org).- Secondo il vescovo Michael Sheridan, i cattolici che votano per i politici che vanno contro l’insegnamento della Chiesa, nel sostenere l’aborto, il matrimonio omosessuale, l’eutanasia o la ricerca sulle cellule staminali, non dovrebbero ricevere la Comunione.

Il vescovo di Colorado Springs ha formulato questa affermazione in una lettera pubblicata la scorsa settimana. Analoga posizione è stata espressa dall’arcivescovo John Vlazny of Portland, dell’Oregon, in un articolo pubblicato su un giornale la settimana scorsa.

Il vescovo Sheridan, scrive nella sua lettera pastorale: “Chi professa la fede cattolica con le parole mentre al contempo sostiene pubblicamente una normativa o dei candidati ad elezioni che vanno contro le leggi di Dio, si prende gioco della sua stessa fede e rinnega la propria identità di cattolico”.

In un’intervista telefonica, il vescovo ha detto al New York Times: "Non sto facendo una dichiarazione politica. Sto facendo una dichiarazione sull’insegnamento della Chiesa”.

Nella sua lettera pastorale, ha scritto: “Tra le tante distorsioni ed erronee interpretazioni diffuse oggi nei dibatti sui rapporti tra religione e ordinamento sociale (politica) vi è l’affermazione secondo cui la fede e la politica debbano essere tenute separate. Questo pare fondarsi sulla dottrina americana della separazione tra Chiesa e Stato”.

“Infatti – ha continuato – il muro che separa la Chiesa dallo Stato rappresenta una tutela sia contro l’instaurazione di una religione di Stato sia contro l’imposizione di credenze e pratiche religiose settarie, come le particolari denominazioni di forme di devozione o di dottrine teologiche. In nessun modo, però, la dottrina americana della separazione tra Chiesa e Stato indica che una coscienza religiosa ben formata non debba occuparsi anche delle scelte politiche”.

Dopo aver riaffermato il dovere dei fedeli e dei politici cattolici di mostrare la loro fede in pubblico, il vescovo Sheridan ha affermato: “Non vi deve essere confusione su queste questioni. Ogni politico cattolico che sostiene l’aborto, la ricerca illecita sulle cellule staminali o l’eutanasia si pone ipso facto al di fuori della piena comunione con la Chiesa, mettendo così a rischio la propria salvezza”.

“Ogni cattolico che vota per quei canditati politici che sostengono l’aborto, la ricerca illecita sulle cellule staminali o l’eutanasia ricadono sotto le stesse conseguenze. È per questo motivo che tali cattolici, siano essi canditati oppure i loro elettori, non possono ricevere la Santa Comunione finché non abbiano ritrattato le loro posizioni e non si siano riconciliati con Dio e la Chiesa mediante il Sacramento della Penitenza”.

L’arcivescovo Vlazny, nel suo articolo comparso sul giornale cattolico “Sentinel”, ha affrontato i medesimi argomenti.

“I cattolici che votano per i politici favorevoli alla linea abortista dovrebbero astenersi dal ricevere la Santa Comunione?” ha chiesto.

“Se essi esprimono il proprio voto precisamente perché i candidati sono abortisti – ha proseguito – credo che essi debbano astenersi dalla Santa Comunione in quanto essi non si trovano in comunione con la Chiesa su questioni importanti!”.

“Ma se votano per un determinato candidato politico perché a loro giudizio gli altri candidati sono significativamente carenti in talune questioni di grande importanza, tra cui ad esempio questioni di guerra e pace, diritti umani e giustizia economica – ha continuato –, allora non vi è un opposizione evidente contro l’insegnamento della Chiesa e il ricevimento della Santa Comunione appare opportuno e benefico”.

L’arcivescovo Vlazny ha poi aggiunto: “I cattolici che sostengono i politici abortisti hanno gravi responsabilità relative alla loro posizione in merito. Essi devono chiarire bene a tali politici e componenti del governo che il loro sostegno non è in alcun modo fondato sulla loro posizione pro abortista”.

Da domani in vigore il nuovo accordo tra la Santa Sede e la Libera Città Anseatica di Brema

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 14 maggio 2004 (ZENIT.org).- Informa la Sala Stampa della Santa Sede che ieri, 13 maggio, nella sede della Nunziatura Apostolica a Berlino, si è proceduto “allo scambio degli Strumenti di ratifica dell’Accordo, che era stato firmato il 21 novembre 2003 fra la Santa Sede e la Libera Città Anseatica di Brema per regolare i rapporti fra la Chiesa cattolica e detta Città-Land”.