A comunicare la notizia concernente la beatificazione della mistica tedesca è stata la Segreteria di Stato papale alla diocesi di Münster. Il Vescovo Reinhard Lettmann lo ha reso noto il 25 maggio nell’ambito di un ricevimento nel vicariato generale dell’episcopato, come si legge in un comunicato apparso sul sito della diocesi, nel quale afferma che questa notizia “ci colma di grande gioia e di profonda gratitudine”.
Nel chiamare i fedeli della diocesi a recarsi numerosi a Roma per il lieto evento il vescovo ha di seguito affermato “Questa esperienza può darci – a tutti noi come singoli ma anche come intera diocesi – una grande forza per il nostro cammino”.
Lettmann ha ricordato l’esempio della monaca stigmatizzata come un esempio di intenso rapporto con Cristo: “Anna Katharina Emmerick ci indica nel suo amore verso Cristo il fondamento della nostra Cristianità”. Dal 1813 in poi, costretta dalla malattia all’immobilità si alimentò soltanto della Comunione.
“Portò con sé le stigmate della Passione del Signore e ricevette dei carismi straordinari, che impiegò per consolare molte persone che la visitavano. Dal suo letto, sviluppò un grande e proficuo apostolato”, aveva constatato il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinal José Saraiva Martins, nel leggere, di fronte a Giovanni Paolo II, il decreto di riconoscimento del miracolo.
In seguito la religiosa agostiniana proverà a descrivere nel suo dialetto le visioni quotidiane del soprannaturale che lei stessa trovava straordinarie.
Venendo a conoscenza di questo, un autorevole scrittore tedesco, Clemens Brentano, volle conoscerla, si convertì e rimase al capezzale dell’ammalata copiando i racconti della veggente dal 1818 al 1824. Quando la religiosa morì, lo scrittore ordinò il materiale raccolto nei suoi diari, preparò un indice delle visioni e l’edizione de “L’amara passione di Nostro Signore Gesù Cristo”.
“La beatificazione dovrà essere un avvenimento che ci rimarrà per lungo tempo impresso nella memoria”, ha aggiunto il vicario generale Norbert Kleyboldt, che ha presentato le celebrazioni previste per l’occasione: domenica, 3 ottobre, avrà luogo la beatificazione nel corso di una messa con il Papa. Tutti i fedeli provenienti da Münster verranno poi ricevuti in udienza dal Santo Padre, presumibilmente, lunedì 4 ottobre.
Ad essere sollevato alla gloria degli altari insieme alla mistica tedesca, dopo un processo di beatificazione durato 50 anni, anche l’imperatore Carlo I d’Austria secondo la notizia diffusa dalla diocesi di Vienna.
Lo scorso aprile 2003 nel promulgare, al cospetto del Santo Padre, i decreti riguardanti i miracoli e le virtù eroiche di 16 Servi e Serve di Dio, il Cardinale José Saraiva Martins aveva ricordato come nel giorno delle sue nozze con la principessa Zita dei Borboni di Parma, Carlo I avesse detto: “Ora dobbiamo condurci l’un l’altro in cielo”.
“Dalla unione, vissuta nell’amore e nella fedeltà, nacquero otto figli. Salì al trono dopo Francesco Giuseppe, nel 1916, mentre era in corso la prima guerra mondiale. Uomo di sicura dirittura morale e solida fede, cercò sempre il bene del suo popolo e nella sua azione di governo si ispirò alla dottrina sociale della Chiesa”, aveva sottolineato il porporato in quell’occasione.
“Fomentò la giustizia, la pace e nutrì un costante anelito alla santità. Fu esemplare come cristiano, marito, padre e sovrano. Morì in esilio nell’isola di Madeira (Portogallo)”, aveva poi concluso.
Per leggere l’intervista in esclusiva che ZENIT ha realizzato in precedenza con uno dei figli dell’imperatore Carlo I, Sua Altezza Reale l’arciduca Otto d’Asburgo: ZENIT, Servizio Giornaliero, 4 aprile 2004