Amate il prossimo con la “semplicità evangelica” di San Filippo Neri; invita il Santo Padre

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 26 maggio 2004 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II, nel rivolgere i propri saluti ai pellegrini italiani riunitisi in Piazza San Pietro questo mercoledì, li ha invitati a seguire l’esempio di San Filippo Neri, al quale piaceva spesso dire con tono bonario: “State buoni se potete!”.

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“Mi rivolgo, infine, a voi cari giovani, cari ammalati, cari sposi novelli. A ciascuno auguro di imitare San Filippo Neri, la cui memoria celebriamo oggi: sforzatevi, come lui, di servire Dio nella gioia e di amare il prossimo con semplicità evangelica”, ha affermato il Santo Padre.

Filippo Neri, riporta la biografia fornita dal sito internet http://www.santiebeati.it, nacque a Firenze nel 1515 da una famiglia agiata. Dopo aver ricevuto una buona istruzione, cominciò a seguire le orme del padre, che era notaio, ma iniziò presto a subire l’influenza dei Domenicani e dei Benedettini e all’età di diciotto anni lasciò la città natale.

Recatosi a Roma, che all’epoca si trovava in uno stato di grande corruzione morale, visse come laico per diciassette anni, guadagnandosi da vivere facendo il precettore. Nel frattempo, scriveva poesie e studiava filosofia e teologia.

Presto iniziò anche a lavorare tra i giovani della città e fondò una confraternita di laici che si incontravano per lodare Dio e per aiutare i pellegrini e i convalescenti e che diedero vita al grande ospizio della Trinità.

Filippo trascorreva molto tempo in preghiera, soprattutto di notte e nella catacomba di San Sebastiano, dove nel 1544 sperimentò un’estasi di amore divino.

Nel 1551 fu ordinato sacerdote e andò a vivere nel convitto ecclesiastico di San Girolamo. Presto divenne famoso come confessore e gli venne attribuito il dono di saper leggere nei cuori.

Sopra la chiesa venne costruito un oratorio, in cui si tenevano conferenze religiose e discussioni e si organizzavano iniziative per il soccorso dei malati e dei bisognosi.

Vi furono anche celebrate per la prima volta funzioni consistenti in composizioni musicali su temi biblici e religiosi cantate da solisti e da un coro; da questo derivò il nome “oratorio”.

Nel 1575 Filippo organizzò i chierici che lo assistevano nella Congregazione dell’Oratorio, per la quale costruì la Chiesa Nuova, Santa Maria in Vallicella.

La fama di Filippo, il cui scopo principale era quello di aiutare i giovani a crescere nei valori umani e cristiani, si diffuse in tutta Roma, ma non gli mancarono i detrattori, che criticavano i suoi discorsi anticonvenzionali.

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ZENIT Staff

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