Il discorso introduttivo spetterà al Cardinale Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, il quale presenterà il tema della Plenaria incentrato sul “Dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale nel mondo dei Migranti e degli Itineranti”, “alla luce di recenti documenti e congressi del Dicastero”.
All’arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario di questo dicastero romano, verrà, invece, affidata la riflessione sul pensiero, l’opera e i cambiamenti nel Pontificio Consiglio dell’ultima Plenaria del 2002.
“Gli approfondimenti sui tre versanti del tema in esame – dialogo ecumenico, interreligioso, interculturale – ”, si legge nel comunicato, “verranno rispettivamente proposti da S.E. Mons. Josef Voss, presidente della Commissione Episcopale Tedesca del settore, dal Card. Paul Shan Kuo-hsi, S.L., Vescovo di Kaohsiung, Taiwan e da Mons. Nicholas Di Marzio, Vescovo di Brooklyn, Stati Uniti”.
Inoltre nel corso della Plenaria verranno proposte diverse “esperienze di dialogo già in atto nei diversi settori – rifugiati, turismo, nomadi, apostolato del mare e negli aeroporti e nella CCEE – e uno scambio di opinioni su possibili forme di collaborazione con i Consigli regionali e continentali delle Conferenze Episcopali e con le Congregazioni religiose”.
Il 18 maggio, poi, in occasione del compleanno di Giovanni Paolo II, i Membri e i Consultori, con i Superiori e gli Officiali, del Dicastero, verranno ricevuti in udienza dal Pontefice.
Il cardinale Fumio Hamao nell’intervista concessa quest’oggi alla “Radio Vaticana” ha illustrato a grandi linee le sfide poste alla Chiesa dalla necessità di una pastorale dei migranti, attualizzata e matura che superi le difficoltà nel dialogo con le altre religioni, alla luce anche dell’Istruzione “Erga migrantes caritas Christi” pubblicata in Vaticano il 14 maggio scorso.
Alla domanda su quale sia il modo di influire attraverso i migranti su quei Paesi dove i diritti dei cristiani non vengono riconosciuti, il cardinale ha affermato che: “Naturalmente non vi è pace senza giustizia, senza reciprocità”. E si è augurato “che quando i migranti non cristiani ritorneranno al loro Paese di provenienza, con minoranza cristiana, memori della giustizia con cui furono trattati all’estero, si faranno paladini della libertà religiosa, di culto e di coscienza nei loro Paesi di origine”.
Di Fronte a società che appaiono molto mutate e sempre più “pluriculturali, multietniche e multireligiose, per la presenza dei migranti (…) Questa parola magica, ‘dialogo’ – ha affermato il porporato – dovrebbe essere lo strumento privilegiato per una conoscenza reciproca, in tolleranza e rispetto mutuo, e altresì in relazione all’identità del Paese che ospita i migranti”.
“Il dialogo non è disgiunto dall’annuncio del Vangelo, implicito o esplicito, dalla testimonianza della carità”, ha tenuto a sottolineare il cardinale Fumio Hamao affermando che “siamo chiamati a nuova evangelizzazione, dunque, poiché chi era lontano, un tempo nei territori missionari, ora si fa vicino, si fa prossimo” e pronto a ricevere “il tesoro che possediamo, non per nostro merito, Gesù Cristo, il Signore”.