Con queste parole il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha concluso la lectio magistralis tenuta nella Sala Capitolare del Chiostro della Minerva a Roma, sul tema “Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani”.
“L’Europa non è un continente nettamente afferrabile in termini geografici, ma è invece un concetto culturale e storico”, ha spiegato il porporato durante l’incontro, trasmesso in diretta televisiva, e introdotto dal Presidente del Senato Marcello Pera.
Un concetto che ha plasmato il mondo intero, ad Est come ad Ovest, in Russia come in America.
Partendo dalle origini, da Costantino, fino al Sacro Romano Impero, dal crollo di Bisanzio fino alla divisione cristiana della Germania, dalla Rivoluzione francese fino alla nascita e caduta delle dittature comuniste, Ratzinger ha spiegato la grandezza e i limiti della cultura europea, sottolineando i fondamenti cristiani e le sue negazioni.
Con la rivoluzione francese – ha precisato il porporato – “per la prima volta in assoluto nella storia sorge lo Stato puramente secolare, che abbandona e mette da parte la garanzia divina e la normazione divina dell’elemento politico, considerandole come una visione mitologica del mondo e dichiara Dio stesso come affare privato, che non fa parte della vita pubblica e della comune formazione del volere”.
Così “Dio non appare chiaramente conoscibile: religione e fede in Dio appartengono all’ambito del sentimento, non a quello della ragione. Dio e la sua volontà cessano di essere rilevanti nella vita pubblica”.
“In questa maniera sorge, un nuovo tipo di scisma, che nelle lingue latine viene delineato come divisione tra cristiani e laici”.
A questo proposito Ratzinger ha illustrato come la cancellazione di Dio abbia reso la cultura europea povera e percepita solo come arricchimento materiale.
Alle domande “cos’è la nostra cultura, che è ancora rimasta? La cultura europea è forse la civiltà della tecnica e del commercio diffusa vittoriosamente per il mondo intero? C’è un’identità dell’Europa, che abbia un futuro e per la quale possiamo impegnarci con tutto noi stessi?” Il Porporato ha indicato alcuni elementi morali fondanti, tra cui “L’incondizionatezza con cui la dignità umana e i diritti umani devono essere presentati come valori che precedono qualsiasi giurisdizione statale”.
“I diritti fondamentali – ha detto Ratzinger – non vengono creati dal legislatore, né conferiti ai cittadini, ma piuttosto esistono per diritto proprio, sono da sempre da rispettare da parte del legislatore, sono a lui previamente dati come valori di ordine superiore”.
Secondo il cardinale Ratzinger, solo il ritorno ad una fede salda potrà salvare l’Europa e la sua cultura dalla incipiente decadenza.
Il decano del collegio cardinalizio ha, in seguito, aggiunto: “Questa validità della dignità umana previa ad ogni agire politico e ad ogni decisione politica rinvia ultimamente al Creatore: solamente Egli può stabilire valori che si fondano sull’essenza dell’uomo e che sono intangibili”.
“Che ci siano valori che non sono manipolabili per nessuno è la vera e propria garanzia della nostra libertà e della grandezza umana; la fede cristiana vede in ciò il mistero del Creatore e della condizione di immagine di Dio che egli ha conferito all’uomo”, ha così concluso il cardinale.