In previsione di questo evento, il più vasto scrutinio democratico finora mai organizzato nel mondo occidentale, i Vescovi della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità Europea) hanno diffuso questo lunedì una dichiarazione dal titolo: “Un’opportunità di concretizzare i nostri valori”
I Vescovi sottolineano che “Tanto per l’Est quanto per l’Ovest, il progetto di integrazione europea è una risposta alla guerra e al totalitarismo che hanno lacerato l’Europa nel corso della sua storia recente”.
Il documento della Comece spiega che il Parlamento europeo è una delle tre principali istituzioni dell’Unione europea, essendo l’organo ad avere l’ultima parola circa il modo in cui il bilancio comunitario viene gestito. Ed è a questo proposito che i Vescovi considerano un “dovere morale” andare a votare.
Per quanto riguarda i contenuti della campagna elettorale, i Vescovi incoraggiano “i cattolici, così come gli elettori di tutte le confessioni, ad informarsi accuratamente sui candidati e sui programmi dei partiti politici e di operare la scelta in funzione di ciò che essi promettono di fare in quanto deputati europei nel corso dei prossimi cinque anni”.
A tale proposito e per discernere sulla sostanza dei programmi, la Comece indica precisamente i punti su cui: “In qualità di Cristiani, noi possiamo chiarire le nostre decisioni alla luce della Parola di Dio e della ricca tradizione degli insegnamenti sociali della Chiesa”.
– Il rispetto della vita. Il documento precisa “in quanto cristiani, noi reputiamo che la vita umana è sacra ed inviolabile, dal suo concepimento fino alla morte naturale”.
– La protezione del Creato, la Comece chiede ai futuri deputati europei la prevenzione dell’inquinamento e la preservazione della salute pubblica.
– Il bene comune: Di fronte alla variazioni demografiche ed alla globalizzazione “i vescovi indicano un modello sociale, basato su una crescita economica durevole e sulla solidarietà con i più deboli e poveri”.
– Il sostegno alla famiglia: La Comece chiede ”l’equilibro tra il rispetto della diversità e il sostegno alla famiglia fondata sul matrimonio in quanto componente di base della società”.
-Educazione, cultura e gioventù: Si chiede che “l’UE riconosca la persona al centro dei sistemi di istruzione e di formazione” e quindi promuova “il diritto dei genitori alla libera scelta del percorso formativo dei figli, senza discriminazioni economiche e secondo le proprie convinzioni educative”
L’accoglienza degli stranieri: “politiche comuni riguardanti l’asilo e l’immigrazione, al fine di garantire un trattamento umano ed equo per i rifugiati e gli emigranti”.
– La pace, la sicurezza e la libertà “azioni che attaccano alla radice le cause del terrorismo” per favorire “la risoluzione pacifica dei conflitti così come il rispetto del diritto internazionale”
– La giustizia per i poveri di tutto il mondo: I Vescovi chiedono che il prossimo Parlamento “metta in opera ciò che la Chiesa chiama opzione preferenziale per i poveri e rispetti la dignità delle persone nei Paesi in via di sviluppo”.
– L’onestà nella vita pubblica: La Comece chiede ai futuri deputati di “rispettare un codice di condotta etica e di garantire l’onestà, la trasparenza e la probità sia da parte del loro personale sia nel resto del sistema comunitario”.
– Il documento tocca anche i punti dell’unità nella diversità per mezzo della sussidiarietà e il dialogo con le religioni.
I Vescovi europei concludono con un appello “in favore di un riferimento aperto ed inclusivo al patrimonio cristiano dell’Europa nel preambolo”.
Solo così, hanno scritto i Vescovi sarà possibile realizzare il sogno di Giovanni Paolo II di una “Unione europea al servizio di tutti, nella quale si riflette il volto di Dio”.