Il Pontefice ha inviato un messaggio a monsignor Petrus Canisius Mandagi, vescovo di Ambon, in cui confessa la sua tristezza per “la perdita di numerose vite, i feriti gravi, le azioni di saccheggio e l’incendio di case”.
Il telegramma, inviato a nome del Santo Padre dal cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano, assicura che, “in questi momenti di sofferenza e di ansia”, il Papa “desidera assicurare a tutta la comunità cristiana il suo affetto paterno e la sua solidarietà, e la sua fervente preghiera affinché l’ordine pubblico e i rapporti tra i vari gruppi religiosi e sociali si ristabiliscano rapidamente”.
Monsignor Mandagi ha spiegato che alla base della violenza nelle Molucche non ci sono motivi religiosi, ma piuttosto politici.
In questo momento si teme che tutta la regione possa essere trascinata in una guerra di carattere politico tra Musulmani e Cristiani simile a quella di tre anni fa, che è costata la vita a 5.000 persone e ha provocato 700.000 profughi.
Il prelato ha chiesto l’intervento dell’ONU e della comunità internazionale per fermare il bagno di sangue (cfr. ZENIT, venerdì 30 aprile 2004).
Anche se la popolazione indonesiana è per l’87% musulmana, nelle Molucche il numero di Cristiani e di Musulmani è praticamente uguale.