“Su temi come l'aborto abbiamo qualcosa da dire”

Intervista al Cardinale di Barcellona, Lluís Martínez Sistach

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di Carmen de la Llave

BARCELLONA, martedì, 26 gennaio 2010 (ZENIT.org).- La nuova legge sull’aborto non ridurrà il numero di interruzioni di gravidanza ma anzi lo aumenterà. E’ quanto ha affermato in questa intervista a ZENIT il Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona, il quale ha proposto di migliorare gli aiuti alle donne incinte.

“La vita umana del più piccolo – ha detto – ha bisogno di tutto da parte della madre e della società”.

Il Cardinale ha inoltre aggiunto che quando vengono eliminati i segni religiosi, come la croce, dalle scuole e dalle istituzioni “perdiamo la nostra identità, e senza identità non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo”.

Come interpreta le posizioni contrarie alla presenza della croce nelle scuole?

Cardinale Martínez Sistach: Vuol dire non capire correttamente il significato della croce, che ha un significato religioso perché Gesù è morto in croce e per questo la croce è diventata un segno di accoglienza, di fraternità e d’amore per amici e nemici. Gesù, mentre veniva crocifisso, ha perdonato quanti lo inchiodavano. Questo segno religioso non dovrebbe offendere.

Allo stesso tempo, ha anche un significato culturale, visto che è alle radici cristiane dell’Europa e concretamente del nostro Paese. Se eliminiamo i segni religiosi, come la croce, dalle scuole e dalle istituzioni sociali perdiamo la nostra identità, e senza identità, in un mondo globalizzato, non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

Se questa legge verrà approvata anche in Catalogna come pensa che reagirà la società civile?

Cardinale Martínez Sistach: In Catalogna abbiamo la fama di agire con giudizio, anche se a volte siamo presi dall’impulso. Dobbiamo chiederci quale Paese vogliamo costruire, anche su questioni come questa. Dobbiamo pensare che ci troviamo in uno Stato non confessionale o laico, ma non laicista, perché, anche se lo Stato è laico, la società è formata da persone, gruppi e istituzioni, molti dei quali sono religiosi.

La riforma della legge sull’aborto è uno dei temi che preoccupano maggiormente la Chiesa. Quali conseguenze prevede che avrà sul futuro che stiamo creando?

Cardinale Martínez Sistach: L’aborto è sempre un male, perché impedisce che un essere umano concepito e non nato possa nascere. E’ in gioco la questione del rispetto e della valorizzazione della vita umana del più piccolo e innocente, che non può parlare e ha bisogno di tutto da parte della madre e della società.

Pensa che un dibattito sociale sarà capace di far arretrare questa legge?

Cardinale Martínez Sistach: Su temi importanti come questo è fondamentale che ci sia un ampio dibattito sociale perché si possano ascoltare le ragioni della società, delle istituzioni sociali, culturali e religiose. Abbiamo tutti qualcosa da dire.

La nuova legge sull’aborto ridurrà il numero degli aborti annuali?

Cardinale Martínez Sistach: Questa legge ha ampliato quella già esistente e considera l’aborto un diritto di libera realizzazione durante le prime 14 settimane. Non ridurrà il numero degli aborti, ma lo aumenterà. Bisognerebbe offrire alla donna incinta tutto l’aiuto di cui ha bisogno perché non si veda spinta ad abortire.

In Estremadura, l’Istituto per la Donna dell’Estremadura e il Consiglio della Gioventù stanno realizzando una campagna di educazione sessuale dal titolo “Il Piacere è nelle tue mani”. Crede che il Governo abbia l’autorità per educare i giovani su questi temi?

Cardinale Martínez Sistach: La responsabilità primaria in questo campo spetta ai genitori. Sono loro che hanno il diritto inalienabile di garantire ai propri figli un’autentica e solida formazione affettiva e sessuale.

L’anno appena terminato è stato fortemente caratterizzato dalla crisi economica. Come vive questo fatto l’Arcidiocesi di Barcellona?

Cardinale Martínez Sistach: La crisi economica ha gravi conseguenze per molte persone e molte famiglie. Circa 4 milioni di persone senza impiego non ricevono il sussidio di disoccupazione. Ci sono moltissime famiglie in cui nessun membro ha un lavoro. Le gravi conseguenze della crisi fanno sì che questa sia una questione di Stato, di Paese, e ciò richiede che i partiti politici, i sindacati, i datori di lavoro e le istituzioni lavorino insieme per trovare una soluzione alla crisi economica.

Il 2010 sarà un anno di importanti celebrazioni per la Diocesi di Barcellona. Come procedono i preparativi?

Cardinale Martínez Sistach: Il 23 gennaio abbiamo celebrato la beatificazione del dottor Josep Samsó Elias, che è stato rettore della Basilica di Santa María di Mataró ed è morto, come martire di Cristo, il 1° settembre 1936. E’ stato un parroco e un catechista eccellente ed è morto perdonando chi lo uccideva, come Gesù ha perdonato coloro che lo hanno inchiodato sulla croce.

In primavera, a Dio piacendo, vivremo a Barcellona la beatificazione di padre Josep Tous Soler, cappuccino che, in occasione delle disposizioni civili del XIX secolo contrarie alla vita religiosa, ha vissuto da sacerdote esercitando il ministero per molti anni nella nostra città e ha fondato la Congregazione delle Cappuccine della Madre del Divin Pastore.

Quest’anno, con l’aiuto di Dio, copriremo anche le navate del tempio della Sagrada Familia per poter dedicare lo spazio al culto e alla pastorale. Il 3, il 4 e il 5 ottobre la nostra città sarà la capitale mondiale del dialogo interreligioso e della preghiera per la pace, con la celebrazione, per la seconda volta a Barcellona, dell’Incontro Internazionale di dialogo e preghiera per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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