Spagna: per genitori e docenti, obiezione di coscienza di fronte all'aborto

Proposta della CONCAPA dopo l’approvazione della nuova legge

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MADRID, martedì, 22 dicembre 2009 (ZENIT.org).- La Confederazione Cattolica dei Genitori degli Alunni (CONCAPA) proporrà ai genitori e ai docenti l’obiezione di coscienza e/o la denuncia davanti ai tribunali se verranno costretti a insegnare, nelle scuole spagnole, l’aborto come diritto.

E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dopo l’approvazione, giovedì alla Camera dei Deputati, del disegno di Legge Organica sulla Salute Sessuale e Riproduttiva e sull’Interruzione Volontaria di Gravidanza.

Le associazioni di genitori della Confederazione hanno avvertito che prenderanno questa misura “se si costringerà a insegnare ai nostri figli che l’aborto è un diritto e non un crimine, o si imporrà un’educazione affettivo-sessuale contraria alle nostre convinzioni filosofiche religiose o morali”, segnala il comunicato.

“La maggior parte delle famiglie spagnole non ammetterà che si imponga per legge o per decreto quali devono essere i nostri valori o le nostre credenze, perché difendiamo il rispetto della pluralità e della libertà ideologica”, aggiunge il testo.

Per la CONCAPA, “questa nuova legge sull’aborto presuppone un totale passo indietro, visto che riconosce l’obiezione di coscienza solo a una parte del personale sanitario, mantiene l’aborto libero fino alla 14ma settimana, a partire dai 16 anni di età – senza il consenso dei genitori se la ragazza ‘sostiene in modo fondato che questo le provocherà un conflitto grave’”, e “richiede un unico medico per realizzare l’aborto”.

Secondo le associazioni di genitori confederate, “questa legge si basa sulla promessa di diminuire il numero di aborti, cosa falsa visto che è dimostrato che l’aborto non si risolve con più aborti”.

Per questi genitori, il problema si risolve con misure come gli aiuti alla donna incinta, la considerazione di membro della famiglia da quando si conferma la gravidanza – con diritto alle conseguenti prestazioni – e la formazione dei genitori per l’educazione dei figli in questo ambito perché le relazioni sessuali non vengano banalizzate.

Dal canto suo, la Federazione Spagnola delle Associazioni Pro-Vita ha espresso il proprio rifiuto di “una legge che nega il diritto alla vita dei più indifesi e trasforma in falso diritto l’omicidio, l’abbandono delle donne e il calpestare la dignità professionale”.

“Vogliamo dichiarare che l’aspetto che ci rende più tristi è che si vuole trasformare in diritto un delitto che ripugna qualsiasi persona che ama il bene e che gli aiuti alla donna incinta non esistano né nella legge né nelle intenzioni di quanti dicono di ricercare la sicurezza della donna”, segnala in un comunicato.

Il Forum Spagnolo per la Famiglia ha infine dichiarato che la legge “è una delle più radicali del mondo perché non si limita a non difendere il bambino non nato fino a limiti insopportabili, ma configura ideologicamente il diritto all’aborto come parte del diritto della donna alla salute e stabilisce meccanismi per imporre questa visione in tutto il sistema educativo e sanitario spagnolo”.

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ZENIT Staff

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