Per una giustizia più alta

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La prima contrapposizione è preceduta dal versetto 20 che esprime un principio di fondo che regge e fa da sfondo a tutto il discorso. C’è un nuovo modo di praticare la giustizia, che consiste – lo ricordiamo – nell’osservare la legge di Dio. La maniera di praticare la giustizia da parte degli scribi e dei farisei non è più sufficiente perché senza cuore e attuata in modo formale ed esteriore. Gesù vuole riportare il precetto antico alla sua autenticità, fondata sull’interiorità, sul cuore. La giustizia superiore non è quindi nuova, ma va praticata in modo nuovo. Ed ecco la prima contrapposizione espressa con tre esemplificazioni: un rapporto conflittuale con un fratello, un rancore coltivato nel cuore e una questione giudiziaria.

Meditazione

L’uomo giusto è per Matteo colui che obbedisce alla Legge e osserva con il cuore i comandamenti di Dio facendo così la volontà del Padre. Nell’osservare la legge la prima preoccupazione deve essere quella di andare alla sostanza e cogliere il significato vero e profondo del comando del Signore, che è tutto concentrato nell’amore. Il rimprovero già presente nell’antica Legge, «questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me», Gesù lo porta alle estreme conseguenze, mediante efficaci paradossi: anche se solo dici stupido o offendi un tuo fratello contraddici il quinto comandamento, «non uccidere». Anche solo serbare nel cuore rancore, diffidenza, poca stima verso un tuo fratello, rende vana la tua preghiera e il tuo sacrificio all’altare; anche indugiare nel mantenere un rapporto difficile dai risvolti giudiziari va contro il precetto dell’amore. Ricordiamolo: valgono anche per noi, discepoli della Nuova Legge, i terribili «guai!» che Gesù ha rivolto agli scribi e ai farisei. Quando ci accontentiamo di un’osservanza esteriore del precetto evangelico, quando celebriamo o preghiamo avendo nel cuore sentimenti non sempre pacifici verso qualche nostro fratello o familiare, quando perseveriamo nel mantenere situazioni difficili e così rendiamo cronici certi nostri rapporti non sempre idilliaci, noi non osserviamo veramente il comandamento nuovo che riassume tutta la Legge e i Profeti: esso esige radicalità, profondità, interiorità e tempestività.

Preghiera

«Signore Gesù che hai creato con amore, hai servito con amore, hai operato con amore, hai sofferto con amore, io ti ringrazio per il tuo amore e ogni giorno ti chiedo: insegna anche a me ad amare» (beata Teresa di Calcutta).

Agire

«Signore: fa’ che io abbia peso e misura in tutto… tranne che nell’Amore» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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