Pasqua violenta in India

Episodi di violenza anticristiana scuotono vari Stati del Paese

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ROMA, lunedì, 2 maggio 2011 (ZENIT.org).- Per i cristiani indiani, quella appena trascorsa non è stata una Pasqua tranquilla. Vari episodi di violenza anticristiana hanno infatti caratterizzato i giorni sacri.

Secondo quanto ha riferito all’agenzia vaticana Fides Joseph Dias, Direttore dell’organizzazione Catholic Secular Forum (CSF), gli Stati interessati dai recenti episodi di violenza sono stati il Madhya Pradesh, il Maharashtra e il Kerala.

Nel Madhya Pradesh, nell’India centrale, il Venerdì Santo il pastore protestante Ramesh Devda è stato percosso e lasciato privo di conoscenza da estremisti indù nel distretto di Meghnagar.

Nel Maharashtra (India centroccidentale), i radicali induisti hanno organizzato un’irruzione contro l’assemblea di una comunità cristiana tribale, impedendo le celebrazioni del Giovedì Santo e della Pasqua.

In seguito all’episodio, la polizia ha arrestato sei cristiani con l’accusa di “conversioni illecite”.

Nel Kerala (India meridionale), Stato in cui i cristiani sono molti e i casi di violenza rari, alcuni militanti dell’organizzazione estremista indù del gruppo “Rashtriya Swayamsevak Sangh” (RSS) hanno fermato e percosso alcuni giovani cristiani che stavano distribuendo copie del Vangelo ai passanti.

“Come cristiani non ci scoraggiamo e continuiamo a proclamare che Dio è con noi”, ha affermato Dias.

“La grande marcia del Venerdì Santo a Mumbai, con la preghiera per le vittime dei crescenti attacchi anticristiani, è stata una testimonianza tangibile”, ha aggiunto. “Vogliamo porre la questione alle autorità statali perché garantiscano la reale libertà di praticare il culto nel Paese, per tutti i credenti, di tutte le religioni”.

Il CSF ha anche lanciato una campagna di reclutamento presso i giovani cristiani che vogliono diventare “antenne” dell’organizzazione in tutti gli Stati della federazione, per contribuire alla difesa dei diritti umani e delle minoranze religiose.

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ZENIT Staff

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