Le aziende tra web reputation e privacy

Due ricerche del Censis sul mondo dei media per riflettere sulle imprese

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Il 7 e l’11 ottobre, il Censis ha presentato due ricerche che scandagliano il mondo delle comunicazioni e delle tecnologie. Il 7 quella intitolata “Il valore della Privacy nell’epoca della personalizzazione dei media” realizzata con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e della Fondazione Cariplo; l’11 ottobre, invece, l’undicesimo rapporto Censis / UCSI (1) dal titolo “L’evoluzione digitale della specie” realizzato in collaborazione con 3 Italia, Mediaset, Mondatori, Rai e Telecom Italia.

Sul sito del Censis (www.censis.it) sono disponibili gli estratti per la stampa con le sintesi delle presentazioni tenute da Giuseppe Roma, Direttore Generale dell’Istituto di ricerca.

Lo scorso anno nel presentare il decimo rapporto (2) ponemmo l’attenzione sui legami tra il soggetto, la propria interiorità ed il mondo delle comunicazioni. Quest’anno invece vogliamo approfondire come le aziende subiscono, influenzano e dirigono il mondo delle comunicazioni. Analogamente, anche per la privacy, concentriamo lo sguardo sull’impatto aziendale (3).

L’evoluzione digitale della specie

La funzione di internet che gli italiani utilizzano maggiormente nella vita quotidiana è la ricerca su aziende, prodotti, servizi, pari ad un 43,2%. Da evidenziare che questa casistica non era monitorata negli anni passati e pertanto non è possibile verificarne la crescita o il decremento.

Infatti, alla domanda “Negli ultimi 60 giorni, è entrato in contatto con aziende che commercializzano prodotti / servizi di suo interesse attraverso i seguenti canali?”; il 19,6% ha risposto di averlo fatto attraverso il sito web, l’11,7% tramite mail aziendale, l’8,2% con la pagina facebook dell’azienda, il 3,4% con blog/forum tematici sino a scendere all’1,2% con il canale youtube dell’azienda, per poter concludere che il 36,6% ha risposto affermativamente alla domanda mentre i riscontri negativi si sono attestati al 63,4%.

Soprattutto le aziende di medio-grandi dimensioni, segnala il Censis, sono oggi “impegnate nella costruzione di un’immagine aziendale 2.0 che passi attraverso un’articolata presenza del brand sul web, l’interazione telematica con gli utenti-consumatori, la costruzione di una good reputation online, a integrazione delle forme di comunicazione pubblicitaria tradizionali”.

Elementi che assumono ancora più valore per i giovani e per i soggetti con titolo di studio, cioè le fasce di popolazione con una forte identità digitale. 

Il valore della Privacy nell’epoca della personalizzazione dei media

Le enormi banche dati rappresentate dai social network raccolgono in automatico i dati sugli utilizzatori e possono rivenderli alle agenzie di pubblicità come informazioni sui consumatori per effettuare marketing diretto e applicare i metodi della “pubblicità comportamentale”. Tutto ciò ingenera timori che riguardano in particolare la memorizzazione delle parole nei motori di ricerca, la tracciatura dei percorsi di navigazione, la profilazione degli utenti.

Su questo utilizzo fatto della navigazione sul web, selezioniamo dalla ricerca alcuni riscontri  forniti  nel campione analizzato. 

74% sono gli utenti di Internet che ritengono di avere uno scarso (o nessun) controllo sui propri dati personali  con riferimento ai siti web delle aziende commerciali.

1,7 dollari per record il danno economico medio rilevante da episodi di hackeraggio che hanno portato alla violazione di dati personali detenuti dalle aziende.

15% la quota di fatturato in attività di Ricerca e Sviluppo investita dalle aziende che producono sistemi operativi per la tutela della privacy e della sicurezza informatica.

119mila dollari lo stipendio medio di un professionista della privacy presso le grandi aziende.

Perché, per concludere, le ricerche confermano che lo sviluppo delle tecnologie digitali rende di difficile quantificazione il punto di equilibrio tra il valore monetario per le aziende dei dati personali ed a quanto ammonta per i cittadini il valore della propria privacy.

*

NOTE

1 – UCSI: Unione Cattolica della Stampa Italiana

2 – Pubblicato su ZENIT l’8 ottobre 2012

3 – Il tema della privacy nel mondo delle comunicazioni lo abbiamo affrontato su Zenit il 22 dicembre 2012 recensendo il libro di Franco Bernabè “Libertà Vigilata” edito da Laterza.    

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Antonio D'Angiò

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