di Roberto Allegri
ROMA, venerdì, 18 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Basta un click con il mouse e sul tuo computer puoi avere gratis la traduzione in italiano della “Somma teologica” di San Tommaso d’Aquino. Cioè una delle opere filosofiche e teologiche che da ottocento anni è tra le più alte produzioni della mente umana. Un’opera che, stampata, con note e commenti, occuperebbe non meno di trenta volumi e costerebbe una cifra molto alta. Ma, grazie al gesto meraviglioso di due frati domenicani, quest’opera è, ora, alla portata di chiunque.
Questa è una storia bellissima. Anche perché uno dei due religiosi che hanno compiuto un gesto così straordinario, ha 94 anni, è cioè una persona molto anziana, nata quando il computer, Internet, la posta elettronica e tutto il resto del mondo del web, era impensabile. Roba che non esisteva neppure nella fantasia. Ma questa persona, che si chiama padre Tito Centi, ed è uno dei massimi esperti al mondo delle opere di San Tommaso, ha intuito l’enorme potenza divulgativa della rete e non ha avuto dubbi nell’utilizzarla, affidandole un’opera che gli è costata trent’anni di lavoro.
“Tutto per amore del grande santo e grandissimo filosofo e teologo che è anche mio confratello di religione”, dice padre Tito Centi. “San Tommaso era un religioso domenicano, vissuto nel 1200. Era considerato un genio, un pozzo di scienza, e insegnò nelle università più celebri del tempo, come la Sorbona di Parigi. Ha scritto molti libri, ma il più importante è la “Somma Teologica” che scrisse naturalmente in latino. Con quest’opera voleva sintetizzare tutto lo scibile filosofico e teologico allora conosciuto. Un’opera mastodontica, una vera e propria enciclopedia, che continua ad essere un capolavoro per chiarezza e importanza, studiata nelle università del mondo”.
“Io sono un domenicano come lo era lui. Oltre ottocento anni ci dividono, ma siamo strettamente legati dagli stessi ideali: lo studio di Dio e il desiderio di far conoscere le nostre ricerche alla gente. San Tommaso ha scritto la ‘Somma teologia’ per trasmettere all’umanità le sue riflessioni su Dio. Io l’ho tradotta e commentata per lo stesso motivo. Ho dedicato la mia intera esistenza a studiare e a diffondere le opere di San Tommaso. Una vita molto lunga perché alla fine di ottobre ho compiuto 94 anni”.
Siamo nel convento di San Domenico a Fiesole. Un’antica costruzione del 1400, nella quale sono vissuti celebri personaggi, tra essi anche il Beato Angelico, sommo pittore. Padre Tito ha accanto il suo confratello padre Angelo Belloni, dottore in teologia e grande scrittore anche lui, che ha curato la trasposizione della traduzione in italiano della “Somma” di Tommaso su Internet. Ci troviamo nella Biblioteca del convento, dove i due confratelli trascorrono gran parte delle loro giornate. Su un tavolo, il computer e accanto una pila di volumi che comprendono la Somma teologica di San Tommaso nella traduzione che padre Tito finì di pubblicare nel 1975.
“Come vede”, dice il religioso “si tratta di un’opera mastodontica. Questa edizione comprende 36 volumi. Insieme ad alcuni collaboratori, iniziai a lavorare a quest’opera subito dopo la seconda guerra mondiale, cioè nel 1946. Finimmo l’impresa agli inizi degli anni Settanta. Era molto bella, ma qualche anno dopo la stampa, non ero più soddisfatto del mio lavoro e mi misi al lavoro per migliorarla, per aggiungere note più aggiornate, più chiare e commenti più approfonditi. A questa nuova edizione integrale ho lavorato praticamente 28 anni. Quando era pronta per la stampa, mi interrogavo. Tanta fatica, tanti anni di lavoro e chi avrebbe comperato un’opera così voluminosa? Il sogno della mia vita e del mio lavoro è sempre stato quello di poter trasmettere a un pubblico più vasto possibile il pensiero e le riflessioni teologiche di San Tommaso. Soprattutto a un pubblico giovane. Andando in giro a tenere conferenze e a predicare, mi sono imbattuto spesso in giovani studenti universitari affascinati dal pensiero di Tommaso. Vedevo in loro una grande desidero di conoscenza teologica. Pochi di loro, però, potevano permettersi di comperare i 36 volumi della ‘Somma’. Cercavano di consultarla nelle Biblioteche pubbliche, ma non era facile trovarla”.
“Un giorno, il mio confratello e mio collaboratore padre Angelo Belloni, al quale avevo confidato le mie tristezze, mi parlò di Internet. Linguaggio etrusco per me che sono nato quasi un secolo fa. Ma capii una cosa: la mia traduzione della ‘Somma’, se fosse stata messa sulla rete informatica Internet, poteva arrivare a un pubblico vastissimo. Non capivo come ciò poteva avvenire, ma decisi subito. ‘Mettiamola su Internet’, dissi. ‘E gratuitamente in modo che chiunque possa usufruire di questo capolavoro’. Mi sentivo felice di poter regalare a tutti, in particolare ai giovani interessati allo studio di Dio attraverso l’opera di San Tommaso, 28 anni del mio lavoro, che fu intenso e durissimo. Ci pensò padre Angelo a organizzare la trasposizione su Internet e quando ho visto il risultato, ero felicissimo”.
Padre Tito sorride soddisfatto. Nella luce suggestiva della grande biblioteca il suo sorriso appare di una serenità angelica. E’ meraviglioso constatare la fiducia che questo grande studioso quasi centenario dimostra verso il più giovane e rivoluzionario dei mezzi di divulgazione culturale, la rete informatica Internet. Un’apertura mentale verso il progresso scientifico e verso l’avvenire veramente sorprendente, soprattutto in una persona tanto anziana. Glielo faccio notare, e lui sorridente mi dice: “Chi ama Dio non ha età. La fede in Dio ti rende ottimista, allegro, fiducioso verso il prossimo, pronto a condividere con gli altri tutto quello che hai e che giudichi utile. Per me Internet è un mistero. Capisco però di trovarmi di fronte a un evento meraviglioso, quasi un ‘miracolo’. Ringrazio Dio per il dono di Internet e prego che si diffonda sempre più e che venga usato con il rispetto che merita”.
Padre Tito, oltre che studioso delle opere San Tommaso, può essere ritenuto un vero grande amico del santo. Ha trascorso l’intera esistenza in “simbiosi” con il sommo pensatore cattolico, del quale ha tradotto quasi tutte le opere. Gli chiedo: “Come mai questo suo grande amore per il filosofo e teologo più celebre del mondo Cristiano? “Prima di tutto, perché è un mio confratello”, risponde Padre Tito. “Era anche lui, infatti, un frate domenicano come sono io. E poi perché, fin da giovane, nei miei primi studi teologici, ho travato per le sue opere una forte attrazione, una profonda sintonia. Mi sono laureato all’Angelicum di Roma, con padre Reginald Garrigou-Lagrange, religioso domenicano francese, considerato uno dei più grandi teologi neotomisti cattolici del XX secolo. E anche lui ha contribuito a far crescere il mio amore per San Tommaso”.
Com’era fisicamente San Tommaso?
Padre Tito: “Dalle descrizioni che ci hanno tramandato i suoi primi biografi, era un uomo grande e grosso, bruno, un po’ calvo ed aveva l’aria pacifica e mite. Parlava poco perché sempre assorto nei suoi pensieri. Per questo era anche molto distratto. Sembrava assente. Quando era giovane, studiò a Colonia con il grande teologo San Alberto Magno. I suoi compagni di studio lo avevano soprannominato ‘Bue muto’, perché non parlava quasi mai. San Alberto, riprendendo gli studenti che chiamavano in quel modo Tommaso, disse: ‘Verrà un giorno in cui questo “bue muto” darà, nella dottrina teologica, un tale muggito da farne rintronare tutto il mondo’. Infatti, qualche anno dopo, Tommaso, ancora giovanissimo, insegnava già alla Sorbona di Parigi, e tutti lo acclamavano come sommo maestro”.
Da quale famiglia proveniva?
Padre Tito: “Era un nobile. Suo padre, Landolfo dei conti d’Aquino, era feudatario di Roccasecca. La madre, Teodora, una nobildonna napoletana. Ultimo di undici tra fratelli e sorelle, Tommaso nacque da parto gemellare. Mentre dor
miva nella culla con la sorellina gemella, sul castello si abbatté un furioso temporale e un fulmine colpì la culla fulminando la sorellina mentre lui rimase illeso”.
Fu la famiglia a indirizzarlo alla vita religiosa?
Padre Tito: “Essendo cadetto di una famiglia nobile, aveva poco da scegliere: o gli studi o la milizia. Poiché dimostrava di essere un bimbo precoce, fu destinano alla carriera ecclesiastica. A cinque anni fu affidato ai Monaci Benedettini di Cassino per la sua formazione ed educazione. Rimase otto anni nell’Abbazia e poi fu mandato a proseguire gli studi all’università di Napoli. La famiglia voleva che diventasse un potente Abate Benedettino. Ma a Napoli Tommaso conobbe i frati domenicani da poco fondati da San Domenico. Si invaghì di quell’ordine religioso nuovo e decise di diventare frate domenicano. I suoi familiari si opposero. Poiché il giovane era irremovibile, lo rapirono e lo tennero prigioniero per due anni. Le sorelle, cui Tommaso era molto affezionato, furono incaricate di fargli cambiare idea, ma non riuscirono. Allora fu tentato con una giovane cameriera che aveva il compito di sedurlo, ma anche lei fallì. Le sorelle, conquistate dalla bontà di Tommaso, passarono dalla sua parte e lo aiutarono a fuggire. Andò a studiare a Colonia, poi a a Oxford in Inghilterra e infine si trasferì a Parigi, insegnante alla Sorbona. Quando tornò in Italia, era un maestro famoso e la famiglia rinunciò a lui. Tommaso insegnò a Bologna, poi a Roma e infine a Napoli. Ebbe molti incarichi da parte di vari Papi che lo volevano alla loro corte”.
Come nacque l’idea dalla “Somma Teologica”?
Padre Tito: “Lui stesso scrisse che con quell’opera voleva ‘esporre tutto ciò che concerne la religione cristiana nel modo più confacente alla formazione dei principianti’. La ‘Somma teologica’ rimane ancor oggi la più grande opera teologica del Cristianesimo”.
E’ vero che mentre scriveva a volte andava in estesi?
Padre Tito: “Oltre che filosofo e teologo, Tommaso era soprattutto un grande santo. Spesso interrompeva il lavoro di scrittura per pregare. Alcuni confratelli testimoniarono di averlo visto, più volte, sollevato da terra, in estasi davanti al crocefisso. In un’occasione, un confratello sentì questo dialogo. Tommaso chiedeva, preoccupato, se stava scrivendo giusto sui misteri dell’Incarnazione e Redenzione. E il crocefisso rispose: ‘Hai scritto bene di me, Tommaso’. Un giorno, lo stesso Tommaso confidò a un altro confratello: ‘Tutto quello che ho scritto non mi sembra che paglia, rispetto alle cose che ho visto e che mi sono state rivelate'”.
Quando morì?
Padre Tito: “Il 7 marzo 1274 nel monastero cistercense di Fossanova. Era in viaggio per Lione, convocato da Papa Gregorio X per il Concilio ecumenico. Aveva soltanto 48 anni. Il 18 luglio 1323, Papa Giovanni XXII lo proclamò santo e nel 1567, Papa Pio V lo insignì del titolo di ‘Dottore della Chiesa’”.
[Per scaricare il testo della “Somma Teologica”: www.preticattolici.it]