La Santa Sede sottolinea il compito educativo della Caritas

Caritas Internationalis celebra la sua 19ma Assemblea Generale

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ROMA, lunedì, 23 maggio 2011 (ZENIT.org).- Il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, ha sottolineato il suo desiderio che l’impegno fondamentale della Caritas sia rappresentato dal compito educativo, dalla sensibilizzazione affinché tutti riconoscano nei poveri i propri fratelli.

Lo ha fatto questa domenica pomeriggio nella Domus Mariae di Roma, dove dal 22 al 27 maggio si celebra la 19ma Assemblea Generale di Caritas Internationalis, parlando nella Messa che ha presieduto per i 300 delegati che celebrano anche il 60° anniversario di fondazione della Caritas.

“Svelare il volto dei fratelli, aiutare i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a prendersi cura come propri dei loro bisogni e dell’esigenza di pieno riconoscimento della loro dignità, è l’impegno fondamentale di Caritas Internationalis, e anche l’obiettivo di un rinnovato rapporto con gli organismi della Santa Sede, che auspico come frutto di questa Assemblea”, ha dichiarato.

Il porporato ha ricordato che esiste un livello di servizio rilevante, quello di “raggiungere, in modo convincente e rispettoso, la mente e il cuore dei credenti e di tutte le persone di buona volontà affinché riconoscano nei poveri i loro fratelli”, e ha indicato che questo “è ciò che intendeva il Servo di Dio Paolo VI quando insisteva sul compito primariamente educativo della Caritas”.

La Caritas, ha aggiunto, “offre ai fedeli un’opportunità privilegiata di condividere la missione della Chiesa e di essere stretti a Gesù Cristo”.

“Caritas Internationalis e le Caritas nazionali e locali fanno un bene immenso quando
aiutano le persone e le comunità a riconoscere con amore la presenza di altri fratelli nel bisogno, che è la presenza di Cristo stesso; quando riescono a scuotere le loro coscienze,
affinché, sia nelle libere iniziative, sia nella collaborazione con la carità organizzata della Chiesa, sentano sempre l’esigente premura della condivisione evangelica”, ha segnalato.

Si è poi riferito a come svolgere questo compito educativo, dicendo che “per poter rafforzare nei cristiani e negli uomini di buona volontà una consapevolezza operativa di fraternità, specialmente verso i più poveri, occorre vivere in Gesù Cristo, che è ‘la via, la verità e la vita’, ed essere animati dal suo Santo Spirito”.

Cristo, ha rilevato, si trova “nella Parola e nel Pane di vita, nella preghiera personale e nei Sacramenti, ma anche Lo troveremo e trasmetteremo la sua vita agli altri nell’agire di Caritas”.

Una famiglia umana

Per il Cardinal Bertone, l’Assemblea iniziata questa domenica a Roma “non è solo l’occasione per un incontro fraterno e per assolvere gli adempimenti istituzionali”, ma soprattutto “l’occasione per ritrovare Cristo più intensamente”.

L’anniversario è anche un’opportunità per “rendere grazie al Signore per la carità organizzata della Chiesa”.

A nome del Papa, ha ringraziato tutti i rappresentanti della Caritas “per la promozione
e l’attuazione della Carità cristiana”, e soprattutto per l’attività svolta dopo le recenti calamità naturali ad Haiti e in Giappone, così come per gli sforzi compiuti nelle emergenze dovute a conflitti, come in Costa d’Avorio e in altre situazioni di guerra, o di estrema povertà.

“In tutte queste dolorose realtà, questa benemerita istituzione ecclesiale è chiamata a mostrare, in modo pratico ed efficace, che il mondo è un’unica famiglia, la famiglia dei figli di Dio”, ha detto riferendosi al tema dell’Assemblea, “One human family, zero poverty”.

Manifestazione della Chiesa

Rivolgendosi ai delegati delle varie Caritas, il Cardinale ha quindi affermato che la loro attività è “una manifestazione pubblica della Chiesa come Corpo di Cristo e come Popolo di Dio”.

“Anche se l’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale”, ha indicato, aggiungendo che la Caritas “si deve intendere come strumento del Vescovo per la pastorale caritativa”.

Ha anche ricordato che Caritas Internationalis ha ottenuto nel 2004 la personalità giuridica canonica pubblica, “che ha costituito l’organismo in una qualificata comunione con la gerarchia della Chiesa e gli ha assicurato una peculiare partecipazione alla sua missione, partecipazione che Caritas Internationalis è chiamata sempre meglio a conoscere, approfondire, accogliere e attuare”.

Quanto all’azione caritativa della Caritas e in generale di tutta la Chiesa, ha affermato che “come quella di Cristo, non può mai limitarsi a soccorrere le necessità materiali degli uomini, anche se esse, alle volte, sono urgentissime e non possono attendere”.

“Una assistenza umanitaria che in modo abituale prescindesse dall’identità cristiana e adottasse uno stile, per così dire, ‘neutro’, un modo di agire che volesse compiacere tutti, rischierebbe, anche nel caso ottenesse i suoi scopi immediati, di non rendere all’uomo un buon servizio, all’altezza della sua piena dignità”, ha avvertito.

“In questo modo, pur senza volerlo, si finirebbe per indurre nelle persone aiutate una mentalità materialistica, che a loro volta esse applicherebbero nei rapporti con gli altri e nell’affrontare i problemi sociali”.

“Il paradiso, in questo tempo storico, non si otterrà mai, ma in ogni momento ci dobbiamo impegnare con responsabilità al servizio dei fratelli”, ha concluso il Cardinale. “Alla base di tutte le miserie ci sono l’egoismo e l’indifferenza”.

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ZENIT Staff

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