"La psicoterapia: alchimie della trasformazione"

Convegno a Roma giovedì 11 e venerdì 12 febbraio

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ROMA, mercoledì, 10 febbraio 2010 (ZENIT.org).- “Da una prassi clinica fondata sul relativismo culturale ed etico alla pratica clinica radicata nella ricerca delle verità oggettive interiori e delle regole di base della vita”.

Così definiscono gli organizzatori l’approccio che caratterizzerà il convegno organizzato questo giovedì 11 febbraio dalle 16.30 alle 19.00 e venerdì 12 febbraio dalle 9.00 alle 19.15 presso l’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi 190).

L’incontro, sul tema “La psicoterapia: alchimie della trasformazione”, è organizzato dalla Sezione Romana dell’Associazione Medici Cattolici Italiani insieme alla stessa Università, con il patrocinio della Scuola Medica Ospedaliera e dell’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze.

Il convegno sarà aperto da un saluto del Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, di padre Paolo Scarafoni, L.C., Rettore dell’Università Europea di Roma, del prof. Benedetto Condorelli, Presidente della Scuola Medico Ospedaliera, e del prof. Antonino Tamburello, Coordinatore dell’Ambito di Psicologia dell’Università Europea di Roma.

La seconda giornata del convegno sarà aperta da un saluto del prof. Vincenzo Saraceni, Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, e del prof. Franco Splendori, Presidente della Sezione Romana dell’Associazione Medici Cattolici Italiani.

“L’obiettivo di questo evento – ha spiegato il prof. Antonio Grassi, docente di Psicologia analitica ad orientamento comunicativo – risiede nel realizzare un primo confronto, nell’ambito della psicoterapia, tra la dominante concezione relativistica, che ha pervaso gran parte dell’universo della psicologia nell’era moderna, e ancor più nell’era post-moderna, e un risveglio della ricerca di elementi oggettivi che consentano una verifica clinica del processo psicoterapeutico”.

“Un approccio relativistico, in qualsivoglia tipo di psicoterapia, a causa della natura stessa del suddetto orientamento, per cui tutto è bene purché funzioni, può favorire o anche incentivare l’adozione di strategie relazionali apparentemente più adattive con conseguente attenuazione del sintomo psicologico”, ha riconosciuto.

“Purtroppo – ha aggiunto – il ricorso a pratiche comunicative-interattive, elaborate solo a livello di pensiero e ragionamento dell’Io, come dimostrano le scoperte ultime delle ricerche neuro-scientifiche sul rapporto mente-cervello, possono determinare un miglioramento solo temporaneo ed apparente, frutto esclusivamente di un addestramento dell’Io a perseguire modelli comportamentali più vantaggiosi”.

In questo tipo di approccio, infatti, “non vengono esplorate le cause profonde del disagio psichico, che, restando inalterate, trovano altre forme di manifestazione, o, come spesso accade, tornano alla produzione della sintomatologia originaria”.

Con un “nuovo approccio causale e comunicativo, che permette di scoprire nell’inconscio la presenza di un’autentica attività cognitiva e di istanze etiche”, è invece possibile “realizzare una psicoterapia suscettibile di verifica clinica e tesa alla scoperta di verità interiori nascoste alla coscienza”.

“Diventa così possibile, nell’incontro con la propria interiorità e con l’Altro da sé, riconoscere l’esistenza nelle profondità dell’inconscio di specifiche regole di base della vita e di significative dimensioni spirituali”.

Il convegno fa parte della Settimana delle Scienze Biomediche organizzata dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, sul tema “Vita, salute e dignità della persona umana”.

Per ulteriori informazioni, tel. 06 665431 – 06 6873109 – 06 6873205, www.unier.it.

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ZENIT Staff

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