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Il Papa: “Sarajevo, un esempio di cultura dell’incontro”

Nel suo discorso nel Palazzo Presidenziale, Francesco auspica una “primavera” di pace per la capitale bosniaca, dopo il “gelido inverno” della guerra civile di vent’anni fa

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È iniziato nel segno della pace, il primo discorso di papa Francesco in occasione della sua visita pastorale a Sarajevo. Subito dopo l’incontro privato con il presidente di turno della Repubblica di Bosnia-Ezregovina, Mladen Ivanić, il Santo Padre ha incontrato le autorità civili, i membri del Corpo Diplomatico, i vescovi ed alcuni leader religiosi del Paese, riuniti nel Salone d’Onore del Palazzo Presidenziale della capitale bosniaca.

Dopo l’indirizzo di benvenuto del presidente Ivanić, il Pontefice ha espresso la propria “gioia” di trovarsi in una città che “ha tanto sofferto per i sanguinosi conflitti del secolo scorso e che è tornata ad essere luogo di dialogo e pacifica convivenza”, esempio concreto di “cultura dell’incontro”.

Anche per questo, ha sottolineato Bergoglio, in considerazione della compresenza di diverse lingue, etnie e religioni, “Sarajevo e la Bosnia ed Erzegovina rivestono uno speciale significato per l’Europa e per il mondo intero”.

Persino la “struttura architettonica” della città, ha osservato il Papa, dove “sorgono a breve distanza l’una dall’altra, sinagoghe, chiese e moschee”, rivela questa componente di pluralismo religioso, al punto che Sarajevo si è guadagnata l’appellativo di “Gerusalemme d’Europa”.

Tale “crocevia di culture, nazioni e religioni” esige di “costruire sempre nuovi ponti e di curare e restaurare quelli esistenti, perché sia assicurata un’agevole, sicura e civile comunicazione”, ha aggiunto Francesco.

Sarà attraverso un “dialogo paziente e fiducioso” che “le gravi ferite del recente passato possono essere rimarginate e si può guardare al futuro con speranza, affrontando con animo libero da paure e rancori i quotidiani problemi che ogni comunità civile è chiamata ad affrontare”.

A 18 anni dalla storica visita di San Giovanni Paolo II, avvenuta due anni dopo gli accordi di pace di Dayton, il suo successore ha riscontrato “progressi compiuti, per i quali occorre ringraziare il Signore e tante persone di buona volontà”.

È tuttavia “importante non accontentarsi di quanto finora realizzato, ma cercare di compiere passi ulteriori per rinsaldare la fiducia e creare occasioni per accrescere la mutua conoscenza e stima”, in particolare attraverso “la vicinanza e la collaborazione della Comunità internazionale, in particolare dell’Unione Europea, e di tutti i Paesi e le Organizzazioni presenti e operanti sul territorio della Bosnia ed Erzegovina”.

Secondo papa Francesco la storia bosniaca rispecchia pienamente “la storia dei successi e dei drammi europei” e rappresenta, quindi, “un serio monito a compiere ogni sforzo perché i processi di pace avviati diventino sempre più solidi e irreversibili”.

Inoltre le attuali “relazioni cordiali e fraterne tra musulmani, ebrei e cristiani” sono un esempio per l’intera comunità mondiale e “testimoniano al mondo intero che la collaborazione tra varie etnie e religioni in vista del bene comune è possibile”, ha sottolineato il Papa.

Il volto della speranza per un futuro di pace, ha aggiunto il Santo Padre, è quello dei bambini “cattolici, ortodossi e musulmani” che lo hanno accolto all’aeroporto, “tutti insieme e gioiosi”. “Quella è la speranza, facciamo una scommessa su questo”, ha detto.

Francesco ha quindi esortato i politici ad adempiere il “nobile compito di essere i primi servitori delle loro comunità con un’azione che salvaguardi in primo luogo i diritti fondamentali della persona umana, tra i quali spicca quello alla libertà religiosa”.

In conclusione il Pontefice ha espresso il compiacimento della Santa Sede per il “cammino fatto in questi anni” in Bosnia-Ezregovina, auspicando che il paese “dopo che le nuvole nere della tempesta si sono finalmente allontanate, possa procedere sulla via intrapresa, in modo che, dopo il gelido inverno, fiorisca la primavera”.

Subito dopo l’incontro, all’uscita del Palazzo Presidenziale, in segno di pace, papa Francesco ha liberato da una gabbia di legno alcune colombe, donate da una famiglia di Sarajevo, che alleva uccelli.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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