Dalla morte di una figlia all'incontro con il Risorto

L’associazione “Figli in cielo scuola di Fede e di preghiera” sarà allUdienza generale di mercoledì prossimo

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 29 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Mercoledì 31 ottobre all’Udienza Generale del Pontefice Benedetto XVI, parteciperà anche l’associazione “Figli in cielo – Scuola di Fede e di preghiera”.

Più di 500 membri dell’associazione saranno a Roma accompagnati da Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

L’Associazione denominata “Figli in Cielo” (www.figlincielo.it ), offre un itinerario di fede e di speranza per aiutare a superare il dolore per la perdita prematura di un figlio e ritrovarlo in Cielo, cioè nel mistero di Dio.

A fondare ed animare l’Associazione è Andreana Bassanetti, psicologa e psicoterapeuta di Parma, che ha vissuto sulla propria pelle una tragedia lacerante di questo tipo: il suicidio della figlia ventenne, Camilla, travolta da una infelicità interiore che non poteva più sopportare.

L’Associazione si pone come una “Scuola di fede e di preghiera” e avvia le famiglie alla Lectio divina perché siano aiutate a far risuonare la Parola nella propria vita personale. Riconosciuta ecclesialmente, secondo il diritto canonico, che persegue scopi di evangelizzazione e di carità, è stata riconosciuta come associazione privata di fedeli e ne è stato approvato lo Statuto (can 322 § 1 e 2).

A tutt’oggi è attiva in circa 80 diocesi in Italia, e si sta espandendo anche all’estero

Ha raccontato la fondatrice Andreana Bassanetti: “Nel momento più oscuro e doloroso della mia vita, in seguito alla perdita della mia amata figlia Camilla, mentre vagavo disperata per strade buie e solitarie, alla periferia della città, mi trovai per caso davanti ad una chiesa sulla cui porta c’era una scritta: “Venite con me, in disparte”.

“Rimasi ferma un momento, come paralizzata, come se quelle parole penetrassero la mia fragilità e si incidessero nel profondo del mio cuore. Sono stati attimi, ma intensissimi. Avevo l’impressione di essere giunta ad un appuntamento importante, come se Qualcuno mi stesse aspettando proprio lì, in quel luogo, da tanto tempo. Avvertii che stava succedendo qualcosa di molto grande e di unico, anche se in verità non mi rendevo ben conto di che cosa stesse accadendo”.

“Entrai… e proprio lì, iniziò il mio cammino di fede, la mia rinascita, l’incontro con il Risorto, una nuova vita in Lui, la missione da svolgere. Seppi poi in seguito che quella chiesa porta un nome molto significativo: Spirito Santo!”.

“Da allora, centinaia e centinaia di famiglie visitate dal lutto, miracolosamente, bussarono alla mia porta, oggi sono diventate migliaia e migliaia, provenienti da tutto il mondo. Mamme e papà che avevano vissuto la mia stessa dolorosa esperienza, la perdita di una figlia o di un figlio, e si trovavano, come me, nell’ombra del buio e della morte. Come pecore senza Pastore erano alla ricerca di uno spiraglio di luce, di una condivisione fraterna, di Parole di verità e di consolazione”.

“È nata così, spontaneamente, la nostra Comunità “Figli in Cielo – Scuola di Fede e di Preghiera”, per grazia dello Spirito santo, in questo abbraccio fraterno di amore, di fede e di preghiera, per condividere oltre il grande dolore e le nostre esperienze personali, la bellezza dell’incontro con Gesù, unico Consolatore, l’eredità eterna che ci ha regalato e che stanno vivendo i nostri amati figli”.

“Da allora, abbiamo cercato di procedere sempre secondo la Sua volontà, di leggere gli avvenimenti della nostra vita alla luce del Vangelo, ascoltando docilmente la Parola che ogni giorno pronuncia nella nostra vita, personale e familiare. Ben consapevoli che all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva’, com’è stato ben evidenziato, nella Lettera Enciclica Deus caritas est”.

“La nostra Comunità “Figli in Cielo” quindi, non nasce da una mia ‘idea’ o da un mio progetto personale, ma dall’incontro con una Persona viva, che mi ha chiamato e continua a chiamare in modo forte e chiaro ogni mamma e ogni papà, proprio attraverso quell’avvenimento, la morte di una figlia o di un figlio. E che accompagna ogni famiglia, passo dopo passo, su una strada già tracciata, verso un Progetto altro, che sovrasta, frutto di un ascolto docile e fiducioso della Sua Volontà, della Parola pronunciata e che continua a pronunciare quotidianamente nella storia personale di ciascuno”.

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ZENIT Staff

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