"Che sono questi discorsi che fate fra voi e perché siete tristi?"

Lettura patristica per la III Domenica di Quaresima – Anno A

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Monsignor Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO a Parigi, offre oggi la seguente Lettura patristica per la III Domenica di Quaresima (Anno A).

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Lettura Patristica

Sant’Agostino d’Ippona

Consenso Evang. 325

“Delle apparizioni del Signore risorto ai discepoli è necessario trattare non solo per mettere in luce l’accordo che sull’argomento esiste fra i quattro evangelisti (Mt 28,1-20Mc 16,1-20Lc 24,1-53 Jn 20,1-21,25), ma anche per sottolineare com’essi concordino con l’apostolo Paolo, il quale nella Prima Lettera ai Corinzi scrive cosi: Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo mori per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli Apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto (1Co 15,3-8). Quest’ordine nel succedersi dei fatti non è seguito da nessuno degli evangelisti. Occorre quindi porsi il problema se l’ordine presentato dagli evangelisti non contrasti per caso con quello di Paolo.

Ricordiamoci tuttavia che il racconto non è completo in nessuna delle fonti: per cui la ricerca è da estendersi solo alle cose riferite da più narratori, per rilevare se ci siano contrapposizioni nei loro racconti. Orbene, fra gli evangelisti il solo Luca non riferisce che il Signore fu visto dalle donne, le quali avrebbero visto soltanto gli angeli (Lc 24,4). Matteo afferma che egli si fece loro incontro mentre se ne tornavano via dal sepolcro. Marco in più dice che il Signore fu visto per primo da Maria Maddalena (Mc 16,9), e in cio s’accorda con Giovanni; solo che sul modo dell’apparizione descritto ampiamente da Giovanni (Jn 20,14), Marco non dice nulla. Diverso il racconto di Luca: egli non solo omette di narrare le apparizioni del risorto alle donne ma nel riportare le parole che quei due discepoli (uno dei quali si chiamava Cleopa) a lui rivolsero prima di riconoscerlo, dà l’impressione che le donne non raccontarono ai discepoli nient’altro se non che avevano visto degli angeli, a detta dei quali egli era vivo. Leggiamo il testo: Ed ecco che in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sessanta stadii da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.

Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accosto e camminava con loro; ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino e perché siete tristi?”. Uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: “Tu solo sei cosi forestiero in Gerusalemme da non sapere cio che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto cio sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di avere avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto” (Lc 24,13-24).

Stando a Luca, i due di Emmaus narrarono le cose in modo che gli altri condiscepoli potessero ricordare o ravvivare il ricordo di quanto riferito dalle donne o da coloro che di corsa si erano recati alla tomba appena seppero che il suo corpo era stato portato via dal sepolcro. Luca, per l’esattezza, dice che a correre alla tomba fu il solo Pietro: egli si prostro verso l’interno, vide che c’erano soltanto i lenzuoli sistemati a parte e poi se ne torno indietro stupito in cuor suo per quello che era accaduto (Lc 24,12). Questi particolari nei confronti di Pietro Luca li colloca prima del racconto dei due che il Signore incontro lungo la via e dopo aver narrato delle donne che avevano visto gli angeli dai quali appresero la notizia della resurrezione di Gesù.

Pare che Pietro proprio in quel frattempo corse al sepolcro; ma il racconto di Luca su Pietro è da prendersi come una ricapitolazione. Pietro infatti si reco frettolosamente al sepolcro quando vi si reco anche Giovanni, e cio accadde dopo che dalle donne, e soprattutto da Maria Maddalena, avevano avuto la notizia della scomparsa della salma. Ora questa Maria Maddalena reco la notizia dopo aver visto la pietra rotolata via dal sepolcro; e dopo ancora accadde la visione degli angeli e dello stesso nostro Signore. Gesù dunque dovette apparire due volte alle donne: una volta presso la tomba e un’altra facendosi loro incontro mentre si allontanavano dalla tomba (Mt 28,10Lc 24,24Jn 20,14): e tutto questo dovette succedere prima che egli si mostrasse lungo la strada a quei due discepoli, uno dei quali si chiamava Cleopa.

Tant’è vero che questo Cleopa, parlando col Signore che ancora non aveva riconosciuto, non disse che Pietro era andato al sepolcro ma: Alcuni dei nostri si sono recati al sepolcro e hanno trovato le cose come avevano descritto le donne. E dunque verosimile che anch’egli descriva i fatti in forma riassuntiva soffermandosi un poco su quel che da principio le donne riferirono a Pietro e Giovanni riguardo al trafugamento della salma del Signore. Se pertanto Luca dice che Pietro corse al sepolcro riportando le parole di Cleopa, secondo il quale alcuni discepoli si erano recati al sepolcro, il racconto del terzo evangelista va completato con Giovanni il quale afferma che ad andare al sepolcro furono in due; e se in un primo tempo fa menzione del solo Pietro è perché Maria aveva portato la notizia soltanto a lui (Jn 20,6-8).

Può anche sorprendere quanto riferito da Luca e cioè che Pietro non entrò nel sepolcro ma si prostrò e vide soltanto i lenzuoli; dopodiché se ne andò via stupefatto (Lc 24,12). Ciò appare in contrasto con Giovanni, il quale attribuisce la cosa a se stesso, cioè al discepolo che Gesù amava, e scrive che fu lui a vedere le cose così. Egli, sebbene arrivato per primo, non entrò nel sepolcro ma si chinò e vide i lenzuoli collocati da una parte. Tuttavia in un secondo momento entrò anche lui (Jn 20,6), di modo che i fatti si sarebbero svolti così: in un primo momento Pietro si prostrò [fuori del sepolcro] e vide (ciò è ricordato da Luca e omesso da Giovanni), ma più tardi entrò anche lui ed entrò prima che entrasse Giovanni. In questa
maniera i due racconti contengono la verità né vi è fra loro alcuna opposizione.”

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Archbishop Francesco Follo

Monsignor Francesco Follo è osservatore permanente della Santa Sede presso l'UNESCO a Parigi.

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