I Papi della pace

Un nuovo libro ci aiuta a conoscere l’impegno costante dei Santi Roncalli e Wojtyla e la loro eredità per Francesco

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La canonizzazione di Giovanni XIII e Giovanni Paolo II ha favorito l’uscita di moltissimi libri dedicati ai due Pontefici santi. Fra le tante pubblicazioni, ce n’è una che spicca per la sua originalità e per la scelta del tema trattato: “I Papi della pace” (Bur Rizzoli, 2014) di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni.

Nina Fabrizio lavora per la redazione Cronache Italiane dell’Ansa, dove segue, in particolare l’informazione religiosa. Collabora con il “Quotidiano Nazionale” e la “Radio svizzera italiana”. Fausto Gasparroni è un vaticanista dell’Ansa. Per l’agenzia ha seguito le vicende degli ultimi pontificati, dopo essersi occupato anche di cronaca e di esteri.

“I Papi della pace” è un libro veramente interessante, scritto con uno stile scorrevole e coinvolgente. E’ utile per tutti, ma soprattutto per quei giovani che non hanno potuto vivere pagine di storia importanti per il destino dell’umanità. Potrebbe essere proprio questa l’occasione per scoprirle!

Il volume ripercorre attraverso discorsi, documenti e testimonianze i momenti in cui Giovanni XIII, Giovanni Paolo II e Francesco si sono impegnati contro i conflitti esplosi nel mondo, dal dopoguerra ad oggi: dall’enciclica Pacem in Terris di Roncalli, nel pieno della guerra fredda, agli interventi di Wojtila per la pace nei Balcani, fino all’appello di Bergoglio contro l’intervento armato in Siria.

La ricostruzione storica proposta dagli autori è ben documentata e ci accompagna in un viaggio alla scoperta degli sforzi compiuti dalla Chiesa per la pace nel mondo. Lo spirito di questo impegno è sintetizzato molto bene nelle parole del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, nell’intervista esclusiva che conclude il volume: “L’attuale Pontefice ha ripetuto ancora una volta che la pace non è la semplice assenza di conflitti o l’equilibrio delle forze, ma si costruisce sui quattro pilastri della verità, della giustizia, della libertà e della carità – come affermava il Beato Giovanni XXXIII nell’enciclica Pacem in Terris – a cui va aggiunto quello della fraternità. La fraternità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta e di una pace solida e duratura”.

Tra le pagine più belle del libro ci sono quelle dedicate all’incontro interreligioso di Assisi, voluto da Giovanni Paolo II. Gli autori hanno raccolto anche una bella testimonianza del Cardinale Roger Etchegaray, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, vice decano del Collegio cardinalizio, che nel 1986, su incarico del Papa, coordinò l’organizzazione di quello storico incontro.

“Assisi – spiega il Cardinale Etchegaray – ci ha fatto entrare nel nuovo terreno ‘geo-religioso’ che si comincia appena a esplorare. Dialogo inter-religioso, certo. Ma anche dialogo intra-religioso, che conduce ogni religione nel più profondo di se stessa per le mille vie di una conversione sempre nuova e sempre in cammino verso la pace e la solidarietà. Oggi, noi facciamo affidamento in papa Francesco”.

Interessante è anche la parte del libro che Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni dedicano al rapporto, non sempre facile, della Santa Sede con l’Onu. Gli autori ripercorrono, anche attraverso le parole del Cardinale Renato Raffaele Martino, i momenti di acceso dibattito sui temi etici.

Il Cardinale Martino, che è stato osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, racconta: “Dopo una lunga battaglia riuscimmo a ottenere che nella dichiarazione finale della Conferenza del Cairo fosse inserita l’affermazione per cui ‘in nessun caso l’aborto va promosso quale metodo di pianificazione familiare’. Avevamo tutti i Paesi europei contro ma riuscimmo a creare un ampio fronte comune con quelli latinoamericani e quelli africani”.

Wojtyla, spiegano gli autori, non smise mai di nutrire una profonda fiducia nell’Onu come luogo supremo della composizione dei conflitti. Il Cardinale Martino ricorda: “Giovanni Paolo II è il Papa che più di tutti ha dato importanza alle Nazioni Unite. Si tratta di una posizione a cui si è giunti e dalla quale non si torna indietro. I passi fatti a livello internazionale rappresentano un precedente che si deve mantenere e una scia nella quale ora troviamo papa Francesco”.

Il messaggio che traspare dal libro di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni è chiaro ed incoraggiante: bisogna sempre costruire ponti e tessere dialoghi, per creare alternative allo scontro. La pace non è un’utopia. Si può realizzare pienamente in quella cultura dell’incontro che Papa Francesco ci propone con fiducia e che tutti noi possiamo vivere nella semplicità della vita quotidiana.

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Carlo Climati

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