Benedetto XVI vede in Betlemme una stella di speranza

Riflessione di padre Caesar Atuire sulle parole e sui gesti papali

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di Mercedes de la Torre

BETLEMME giovedì, 14 maggio 2009 (ZENIT.org).- La visita di Benedetto XVI a Betlemme ha avuto l’obiettivo principale di dare speranza alla popolazione, spiega padre Caesar Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, istituzione dipendente dalla Santa Sede.

Il sacerdote constata che la città in cui nacque Gesù “ha vissuto questa giornata come se fosse il giorno di Natale”, e infatti nella Messa che il Papa ha celebrato nella Piazza della Mangiatoia si sono ascoltati canti natalizi.

“Vedendo la gente che è qui, ascoltando i suoi canti, ci rendiamo conto che oggi il Papa ha portato in questa terra un messaggio di pace, un messaggio di gioia, per incoraggiare questo popolo che vive con tante contraddizioni”, ha spiegato il presbitero, che promuove pellegrinaggi da tutto il mondo in questa terra.

“Il Papa ha ricordato ciò che dice il Vangelo di San Luca, cioè che Gesù sarebbe stato un segno di contraddizione. Anche oggi la realtà di Betlemme è un segno di contraddizione, ma non può essere segno di contraddizione senza speranza. Ciò che il Papa ha detto, quindi, è che il messaggio di Gesù può essere una speranza per la pace e per il futuro di questo popolo”, ha osservato.

Padre Atuire, che accompagna il Vescovo di Roma nel suo viaggio in Terra Santa, si è sentito particolarmente toccato dalle parole che il Pontefice ha rivolto a tutte le persone che hanno subito i bombardamenti su Gaza a gennaio.

“Il Santo Padre ha offerto la sua solidarietà a tutte le persone che sono state vittime di quel conflitto, e per questo dopo la Messa si è intrattenuto a salutare una delegazione giunta da Gaza per partecipare a questa celebrazione eucaristica”, ha ricordato.

Il sacerdote ha inserito in questo contesto anche la visita del Papa all’Aida Refugee Camp, mercoledì pomeriggio.

“I campi di rifugiati sono un ricordo della sofferenza di questo popolo, che a causa del conflitto tra israeliani e palestinesi vive nei campi senza alcuna speranza e senza terra”, ha dichiarato.

“Facendogli visita, il Papa sta dando un messaggio di speranza”, una speranza, osserva, che passa per il riconoscimento dei giusti diritti del popolo palestinese.

Per questo motivo, venendo ricevuto dal Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, il Papa ha chiesto di lavorare per arrivare alla soluzione di due Stati e due Nazioni, Israele e Palestina.

In questo modo, ha affermato padre Atuire, “il popolo della Palestina potrà raggiungere quella sovranità necessaria per mettere in pratica progetti di sviluppo, giustizia e pace per tutto il popolo di questo territorio”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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