Claudia Koll racconta la fede (Terza ed ultima parte)

L’attrice spiega il suo percorso spirituale

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di Elisabetta Pittino

ROMA, giovedì, 31 maggio 2012 (ZENIT.org).- La seconda parte dell’intervista è stata pubblicata ieri, mercoledì 30 maggio.

La cura dell’Amore?

Si. In questo silenzio ho potuto di parlare a Dio e dirgli “Perché l’hai fatto?”. La cosa che mi colpiva innanzitutto era che avesse risposto al mio grido, nella mia camera da letto. Mi dicevo ma il Signore ha pensato proprio a me, che vengo da una vita dissoluta, ma lui mi è Padre. Questi sono i pensieri che mi hanno attraversato. Io ho avuto un padre tosto, abbastanza forte di carattere, quando sono tornata a casa una volta avevo i jeans strappati, si vedeva tutto il corpo, mio papà mi ha fatto uscire di casa e non mi ha voluta. Chi era questo Padre invece che pur in una vita sfasciata, si piegava su di me e mi aiutava non mi girava le spalle? Allora ho detto “Ti voglio conoscere”. Così si è generato tutto il cammino della ricerca di Dio. Innanzitutto ho sentito il bisogno di tornare in chiesa e di starci sempre di più perché lì respiravo la presenza di Dio, lo riconoscevo, e soprattutto sentivo la pace. Ho cominciato a partecipare alla santa messa anche ogni giorno. Spiritualmente ero molto provata perché ero in peccato mortale. Lo Spirito è come una pianta alla quale non è stata data acqua, secca, nel partecipare alla messa sentivo subito il beneficio. Sentivo che recuperavo le forze perché quando si è morti spiritualmente si è morti fisicamente. Lo capisce chi soffre di depressione che non ha voglia di reagire, di fare niente, è come impedito a vivere. Ecco, io sentivo che partecipando alla messa ricevevo vita. Era la parola che ascoltavo che mi liberava e mi apriva al mondo della conoscenza di Dio. Ho incominciato a cercare Dio nella sua parola e poi nell’eucarestia e piano piano ho ripreso le forze spirituali e il Signore mi ha portata in un cammino di conversione profonda. E’stata essenziale la decisione di stare con Dio e non con il maligno. La conversione è stata consapevole e radicale perché è stata una scelta libera e intelligente. Quando ho capito con chi avevo a che fare se stavo nel peccato, subito ho “girato la macchina” e ho cambiato direzione. Man mano che diventavo consapevole dei miei peccati, li confessavo e subito chiedevo a Dio la grazia di cambiare. Mi sono detta “ma io, Signore, ti chiedo un’umiltà così grande così profonda così che io non debba avere il culto di me stessa né di satana, ma solo di Te”.

Il capire che la vita è una lotta tra il bene e il male e bisogna lottare con intelligenza e consapevolezza, non vivacchiare, non lasciarsi trasportare dalla vita, ma prenderla in mano e dirigerla, è stato fondamentale.

Claudia Koll: una convertita famosa. Un dono e una responsabilità, cosa ne pensi?

Si è vero, il cambiamento della mia vita con una visibilità così esposta mi porta una grande responsabilità, però non sono da sola a portarne il peso. Il Signore mi sostiene con la sua grazia e ho la consapevolezza che se dovessi andare fuori strada Lui è il Buon Pastore e mi viene a prendere. Ho consapevolezza della misericordia di Dio che non permetterà che io mi perda. Spesso rifletto sul fatto che posso cadere nelle scelte che devo prendere. So però che se continuo a fare un cammino onesto, cercando la verità, cercando di essere retta nelle mie intenzioni, se continuo a pregare, ad andare alla messa, a fare la comunione, a confessarmi posso anche sbagliare, perché è umano, ma so che il Signore non mi abbandona.

Non siamo soli. Il Signore ci custodisce. Abbiamo l’intercessione dei santi, della Madonna…

Come vive la “nuova” Claudia Koll oggi? È “guarita”?

Non ho paura di vivere oggi anche se la mia vita è diventata più difficile rispetto a prima, però più consapevole e più bella. L’intelligenza è necessaria, è necessario anche il sentimento, mente e cuore devono camminare insieme per questo non vado più secondo gli istinti, le passioni, ma cerco di riflettere e chiedermi dove mi porta una determinata scelta. È un bene solo per me, egoistico o è un bene anche per gli altri? Perché questa è stata la guarigione più grande che Dio ha operato in me: mi ha fatto uscire dall’egoismo. Questa è stata la guarigione dall’affettività, cioè non ero più io al centro di me stessa, ma era un rapporto con l’altro, un rapporto con Dio. Dio al centro della mia vita. Nel rapporto con Dio e nel rapporto con gli altri si è aperta la mia vita e quindi ho cominciato ad amare diversamente, in maniera gratuita, senza interesse, com’è l’amore di Dio.

Il mio è un percorso verso l’essenziale, dove la verità va di pari passo con l’Umiltà. Io chiedo al Signore di fare sempre verità nella mia vita “Fammi vedere, svelami quelle che sono le illusioni, gli errori, gli sbagli, aiutami sempre a camminare nella verità”.

Come riesci ad amare in questa nuova dimensione?

E’ un percorso perché il Signore ti chiede di crescere mano a mano nell’amore con la sua grazia. Ti chiede di amare anche quelli che non sono facili da amare, quelli che tu per natura vorresti allontanare. In questo mi ha illuminato Mirjana una delle veggenti di Medjugorje. Mirjana ha detto “Sono cresciuta alla scuola di Maria”. Maria scusa sempre i suoi figli, ma Gesù cosa ha fatto sulla croce? Nel momento in cui veniva crocefisso, Gesù diceva “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. Li ha scusati. Ci ha scusati. Credo che questo sia un cammino di crescita nella capacità di amare anche nei momenti in cui uno vorrebbe arrabbiarsi, far valere le proprie ragioni. Per il contrasto però io ho due punti fissi: il maligno mi chiedeva di odiare, quindi per tutto quello che è rancore, rabbia va immediatamente chiesto a Dio di fare pulizia nel nostro cuore che non generi poi odio che apre la porta al maligno nella nostra vita; dall’altra parte il Signore ci dice che quando noi siamo feriti da un’altra persona, dal fratello noi dobbiamo sempre cercare di scusare perché, scusando, benedicendo anche coloro che sono a noi nemici riusciamo a non cadere nella trappola della rabbia che poi genera rancore, che è una serpe che prende dimora nel nostro cuore e ci rende meno belli. A Medjugorje quando un veggente ha chiesto a Maria“perché tu sei così bella?”, Lei ha risposto “perché amo”. L’amore ci rende più belli perché risplendiamo della luce di Dio, della sua presenza dentro di noi.

Le Opere del Padre sono un frutto dell’amore. Ci dici di cosa si tratta?

Nel 2005 è nata un’associazione che si chiama Le opere del Padre (www.leoperedelpadre.it), dedicata al Padre misericordioso. Le opere sono le opere di bene, di misericordia. Noi cerchiamo di aiutare soprattutto chi è in difficoltà ( i bambini, le donne, i disabili che sono i più dimenticati). In questo percorso il Signore mi ha portato in Africa e lì sono guarita dal bisogno delle cose di lusso, troppo comode. Spendevo molti soldi per vestiti, gioielli, per la casa. Avevo tappeti preziosi, posate d’argento, tutto quello che potete immaginare abbia una persona che guadagna molti soldi e si toglie tante soddisfazioni. Quando sono arrivata in Africa e mi sono accorta di una povertà estrema, è cambiato radicalmente il mio stile di vita. L’estate io porto sempre i giovani in Africa a fare un’esperienza di missione, di volontariato, perché so che fa molto bene confrontarsi con la povertà. Si riceve molto da un’esperienza del genere. Man mano che si va, cresce la consapevolezza di come aiutarli meglio. È un percorso che si fa insieme. Ho capito che il peccato ci porta ad essere superficiali, però Dio i riesce a scendere in profondità anche negli aiuti, anche negli interventi.

Claudia Koll attrice…ti si vede poco. Perché?

Faccio l’attrice ma molto meno rispetto a prima.

Non è una sce
lta mia veramente. Il Signore mi ha chiamato a seguirlo in questo cammino delle Opere del Padre. Ho cominciato a non lavorare più perché mi arrivavano tutti copioni che non potevo impersonare, per esempio una donna che bestemmiava, una donna assassina. Io che venivo da un vissuto così drammatico come potevo bestemmiare? Non potevo interpretare quei ruoli e quindi ho cominciato a dire di no. Nel frattempo il Signore mi chiamava a seguire i salesiani in Africa, poi Le Opere del Padre. È stato un percorso di conversione, di ricchezza umana, l’incontro con i poveri che mi hanno cambiato il cuore, la fede, la preghiera, che hanno generato in me una trasformazione profonda. Nel frattempo ho cominciato ad intuire che la recitazione non poteva essere più la stessa perché il Signore guarisce le ferite del cuore e non vuole che tu vada ad attingere a quelle ferite che sanguinano sempre e che possono diventare delle nevrosi. Ho cominciato a capire che potevo recitare senza lavorare sul mio passato, sul mio vissuto. E come recitavo? La mia vita era cambiata, era diventata anche una vita di preghiera , non perché io sia bigotta ma perché sono credente, sono una persona che vive il doppio rispetto a prima, anche le relazioni con gli altri sono molto più piene. La preghiera è necessaria perché ho una forza in più per compiere tutte le mie attività del giorno, per entrare dentro di me. Quindi ho cominciato a preparare i testi che mi venivano offerti e che erano dei testi spirituali (per es. i testi di Giovanni Paolo oppure il Cantico dei Cantici). Non li potevo interpretare utilizzando le ferite del cuore, non funzionava. “Adesso queste come le recito? Come le interpeto?”. Pregando il Signore, davanti al Santissimo, ho capito come interpretarle. Ho cominciato a scoprire lo Spirito Santo che mi insegnava.

Oggi insegno in un’accademia di spettacolo che dirigo- www.starroseacademy.com- perché rimango un’attrice, con un’esperienza in campo che sento di condividere con i giovani oggi. La nostra scommessa più grande non è tanto la formazione quanto accompagnarli nel mondo del lavoro, nel mondo dello spettacolo, quindi produrre spettacoli per poterli far conoscere, senza dovere rimanere da soli perché da soli, nelle necessità, come è successo anche a me, si rischia poi di sbagliare.

Nella mia scuola prima di iniziare la lezione con i ragazzi preghiamo lo Spirito Santo. Del metodo americano ho preso l’analisi dei copioni, ecc., tutto quello che può essere funzionale, però ho introdotto la mia esperienza spirituale.

E’ vero anche che sono stata fermata dal mio mondo, quello dello spettacolo, per il mio essere credente. Non è stata proprio una scelta: “Non mi va più di recitare”. Io amo il mio mestiere. Molte porte mi sono state chiuse. Per esempio a Domenica In mi avevano chiesto 4 puntate come ospite fisso per palare di questi temi, improvvisamente, dall’oggi al domani, senza una motivazione, sono decadute. Nessuno mi ha spiegato perché. Allora sarò più forte se farò entrare giovani nel mondo dello spettacolo, perché non sono più una …. che fanno, fermano tutti? È il mio modo di combattere le strutture di peccato. A me mi fermi, però non puoi fermarne 20, cominci ad avere più problemi.

Tu sei molto legata alla Divina Misericordia, perché?

Si. Giovanni Paolo II è stato primo promotore del culto della Divina Misericordia. Nel 2000 ha istituito la festa della Divina Misericordia, la 1adomenica dopo Pasqua, ha canonizzato sr Faustina e poi è salito in cielo quando si entrava nella festa della Divina Misericordia, tanto che poi la Chiesa lo ha beatificato nel giorno della festa della Divina Misericordia.

Diffondo la coroncina della D.M. perché ci credo fermamente. Ha lo stesso schema del mio incontro con il Signore. All’inizio Gesù ha chiesto a sr. Faustina di pregare la coroncina per gli aborti procurati in Polonia, per impetrare la misericordia sulla Polonia, poi successivamente per gli agonizzanti e successivamente per impetrare la misericordia per noi e per il mondo intero. E’ una preghiera che io diffondo con fede Vi invito a pregare perché la preghiera non è solo per alcune persone elette, è il modo attraverso il quale noi possiamo ottenere delle grazie che altrimenti non scendono in abbondanza come dovrebbero. Quindi questo è il mio modo di salutarvi attraverso l’invito alla preghiera.

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ZENIT Staff

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